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di Monica Vendrame

Arriva da Genova la prima cura al mondo per coloro che, dopo aver avuto il Covid, sono rimasti privi dell’olfatto.

Tutto è nato dall’intuizione del Dottor Fabio Bandini (Direttore della struttura complessa di Neurologia dell’Asl3- Ospedale Villa Scassi), sviluppata, poi, con l’Università di Genova, l’unità di Neuroriabilitazione e il reparto di Pneumologia del San Martino, la struttura complessa di Riabilitazione cardiologica dell’Asl3. Tutti i pazienti coinvolti in questo studio sono riusciti a recuperare l’olfatto grazie all’utilizzo, per la prima volta in questi casi, di una stimolazione cerebrale non invasiva.

Un lavoro tanto geniale da essere pubblicato sulla rivista scientifica di riferimento a livello internazionale “Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry”.

Lo ha reso noto il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

La strategia riabilitativa è stata illustrata a Primocanale, l’emittente  televisa regionale, dallo stesso dì Direttore Fabio Bandini:

"Abbiamo pensato a chi non recupera l'olfatto dopo almeno sei mesi dal termine dell'infezione. Bisogna iniziare a preoccuparsi della perdita dopo due mesi, due mesi e mezzo. Gli approcci terapeutici, farmacologici e non farmacologici, volti a cercare di recuperare, totalmente o parzialmente, l’olfatto post-Covid-19 hanno sinora fornito risultati non confortanti. Al momento, infatti, solo il “training olfattivo”, una sorta di “fisioterapia” dell’olfatto in cui il paziente viene “allenato” a percepire vari tipi di odori, viene considerato un approccio scientificamente consigliabile". La perdita dell’olfatto (anosmia), insieme alla perdita del gusto (ageusia), è uno dei principali sintomi del Covid-19. Fortunatamente, anosmia ed ageusia tendono a regredire spontaneamente nell’arco di 2-3 mesi dalla risoluzione dell’infezione. In un certo numero di casi, tuttavia, esse tendono a divenire permanenti, causando estremo disagio per chi ne è affetto. I pazienti oggetto dello studio sono stati sette – aggiunge  il dottor Bandini - Essi sono stati sottoposti a uno studio rigoroso, controllato con placebo, di stimolazione transcranica a corrente diretta. Si tratta di una procedura di stimolazione cerebrale non invasiva con cui vengono stimolate a bassissima ampiezza le aree cerebrali che hanno la funzione di modificare l'eccitabilità degli ormoni e facilitare i processi di neuroplasticità, una stimolazione cerebrale non invasiva, sviluppata recentemente, che viene applicata sull’area cutanea mentre il soggetto sta contemporaneamente svolgendo un training riabilitativo nel nostro caso un training olfattorio. Tutti e sette i pazienti hanno avuto un miglioramento molto importante del loro olfatto. Lo scopo della stimolazione è quello di aumentare le capacità di recupero delle aree cerebrali interessate. Nello studio è stata stimolata l’area prefrontale sinistra dei sette soggetti in quanto collegata anatomicamente e funzionalmente con l’area cerebrale olfattoria. I risultati sono stati nettamente positivi".

 Le implicazioni cliniche sono rilevanti  perché di questo approccio, sicuro ed economico, si potranno giovare tutti i pazienti con anosmia cronica dovuta a Covid-19". Grazie a tutta la sanità ligure che, con un grande lavoro di squadra, è riuscita ancora una volta a distinguersi per eccellenza e qualità nelle cure.

 

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Info Autore
Monica Vendrame
Author: Monica Vendrame
Biografia:
Vivo a Pegli (Genova). Sono vicepresidente dell'Associazione culturale "Atlantide - Centro studi nazionale per le arti e la letteratura" e promuovo eventi culturali. Sono redattrice del quotidiano online "La voce agli italiani" e collaboro con il periodico "La voce del Savuto". Amo il teatro e la lettura.
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