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di Maria Cristina Sabella

Viene ricordato il 7 agosto di ogni anno, nel giorno di San Donato.

Intorno all'anno 836 compare per la prima volta il toponimo Musile - (diga, argine), corrispondeva ad un paesino sulle rive del Piave.

Si afferma che originariamente Musile venisse chiamata S. Donato.

Questo spiegherebbe la presenza della chiesa a nome di S. Donato Vescovo e Martire a Musile di Piave e non a S. Donà di Piave.

Il Patto Solenne d’Amistà risale al 7 agosto del 1200.

Esso prende origine da un “Patto” relativo al nome da dare alla propria comunità, stretto nel Medioevo tra il Comune di Musile di Piave ed il Comune di San Donà di Piave a seguito di una rovinosa alluvione ed esondazione del Piave, che aveva spostato l’alveo del fiume, dividendo in due il primo nucleo di quell’abitato, stretto attorno alla cappella dedicata a San Donato, che esisteva all’origine delle due comunità.

In quei tempi, il Piave, privo di argini, cambiava spesso il proprio corso, sgrondando o sulla riva destra o sulla sua sinistra.

Da qui ...
Il villaggio che restò inalterato, accanto alla cappella, avrebbe avuto il diritto di chiamarsi ancora “San Donato” (in veneto: San Donà)

Così si pensò al Patto:
il nome sarebbe stato acquistato (ma non il santo patrono) in cambio di un tributo annuo di due galli capponi “vivi, pingui e ottimi”, con i quali omaggiare la comunità limitrofa.

Il Patto Solenne d’Amistà quindi, è una cerimonia di ringraziamento della comunità di San Donà per la cessione del nome da parte di Musile, una sorta di gustosa “rivincita” della comunità minore sulla “cugina” più grande e importante, che per un giorno all’anno perde il suo status, per pagare il tributo.

In questa meravigliosa e suggestiva rappresentazione, i figuranti indossano abiti dell'epoca e gli sbandieratori ravvivano le strade.

L'incontro tra i cittadini di Musile e quelli di San Donà, avviene in corteo, sul ponte della Vittoria, ponte che unisce le due città, per poi ritrovarsi sul piazzale del comune di Musile, dove alla presenza di tutti si svolge il rito della consegna dei due capponi, da parte del sindaco di San Donà a quello di Musile.

Il tema dell’acqua, ricordato dall’alveo del fiume che si sposta, ci ricorda le ingegnose opere di salvaguardia, che ormai fanno parte del territorio, caratterizzandone i luoghi;
l’acqua può dividere, l’acqua può distruggere, ma l'acqua è anche elemento di condivisione, per tutte le comunità che sulla Piave si affacciano.

@Sabella Maria Cristina 

 

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