C’è una montagna, nella Penisola Sorrentina, che tutti conoscono e tutti amano: Monte Faito, una vetta che raggiunge i 1.131 metri.
Si tratta della cima più alta della catena dei Monti Lattari e segna il punto di inizio proprio della Penisola Sorrentina. Curiosa l’etimologia del suo nome, che si dice sia legata alla vegetazione che ricopre la montagna, fatta per lo più di faggi; Faito, infatti, è una denominazione derivante da faggeta.
Ma al monte sono legate anche una serie di tradizioni, a cominciare da quella cristiana che vede protagonisti i santi Catello e Antonino, che si ritirarono in una grotta sulla cima per raccogliersi in preghiera. Ai due apparve in sogno l’Arcangelo Michele, che ordinò di costruire una cappella votiva proprio in quel punto. In epoca contemporanea, nel 1950, al posto della costruzione votiva attribuita ai due santi venne invece eretto il Santuario di San Michele Arcangelo, (in foto) raggiungibile tramite un percorso conosciuto come il “Sentiero dell’Angelo” che parte dal piazzale della funivia e arriva fino al Santuario.
La facciata della Chiesa è interamente ricoperta di pietra grigia; all’esterno su di un lato vi sono le sculture di bronzo che raffigurano San Antonino, San Catello e San Michele Arcangelo, mentre all’interno, in fondo alla navata, troviamo un altare in legno pregiato che custodisce la statua di San Michele, realizzata dallo scultore Edoardo Rubino che fu benedetta da papa Pio XII e nel 1992 fu arricchita con spada, diadema e scudo in argento.
Al lato vi sono le cappelle dedicate a San Catello e a San Antonino, adornate dalle opere di Francesco Jerace, pittore novecentesco di scuola napoletana. Nel cortile del Santuario di San Michele Arcangelo possiamo ammirare la statua della Madonna dell’Accoglienza, punto di riferimento per molti turisti e pellegrini.
La cima dove sorge il Santuario viene chiamata “Pizzo di San Michele”, ma anche Monte Molare, perché ha questa forma caratteristica che ricorda un dente. Da qui si può godere della visione sia della Penisola Sorrentina che della Costiera Amalfitana, del profilo del Vesuvio, del Golfo di Salerno, di quello di Napoli e delle Isole del Golfo.
Il Monte Faito è stato per molto tempo una delle principali fonti di legno della zona, tanto che nel 1783 re Ferdinando I delle Due Sicilie costruì a Castellammare di Stabia alcune grandiose imbarcazioni come la famosa Amerigo Vespucci, proprio utilizzando il legname prelevato dal monte.
Un’altra importante funzione che ha avuto la montagna riguardava poi la produzione di ghiaccio. Durante l’inverno, infatti, venivano riempiti dei grandi fossati, con strati di neve e foglie, che con il passare del tempo, diveniva ghiaccio da poter utilizzare per la conservazione dei cibi.
Fu solo dopo la Seconda guerra mondiale che il Monte Faito venne considerato una località turistica a tutti gli effetti. Nel 1952 venne inaugurata la funivia che collega la cima del monte al centro di Castellammare, anche se esistono percorsi simili da fare in auto o attraverso appositi bus. Molte famiglie, infatti, scelgono questa meta anche per i loro picnic, inebriandosi del profumo sprigionato dalla natura soprattutto in estate, quando il monte si trasforma in un fresco rifugio dalle calde giornate dell’estate sorrentina. Sul Monte Faito si trovano anche tanti ristoranti e bar, oltre a un centro sportivo con giochi per bambini e una piscina.
Non si può, poi, non visitare la terrazza Belvedere, dove è ubicato un bar punto di riferimento per chi si reca al monte, dal quale è possibile ammirare un panorama mozzafiato sull’intero golfo di Napoli sino ai Monti Aurunci, passando per il Vesuvio. Con sguardo attento si può scorgere anche lo scoglio di Rovigliano che, secondo la leggenda, nasce dalle enormi pietre che Ercole staccò dalla cima del Monte Faito per poi scagliarle in mare.
STATUA DELLA MADONNA DELL'ACCOGLIENZA
FAGGI SECOLARI
FUNIVIA E PANORAMA DAL MONTE FAITO