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FIGLINE VEGLIATURO (Cosenza) - È possibile che Gioacchino Da Fiore, un abate calabrese influenzò il pensiero del Sommo poeta fiorentino Dante Alighieri? È quello che la Fidapa Valle del Savuto ha prospettato nel webinar che si è tenuto lo scorso 5 marzo alle ore 18:00. L’evento online dal titolo “Gioacchino Da Fiore illumina Dante Alighieri”, ideato dalla professoressa Alba Carbone, delegata alla cultura del Comune di Figline Vegliaturo, è stato incentrato sull’influenza che Gioacchino Da Fiore ha avuto sulla visione dantesca espressa dal Sommo poeta ne “La Divina Commedia” ed ha celebrato il settecentenario della morte di Dante Alighieri, avvenuta nel 1321.
Gioacchino Da Fiore, monaco cistercense, esegeta nato a Celico intorno al 1145, dopo un viaggio in Terrasanta, prese piena coscienza della sua vocazione monastica ed entrò nell'ordine cistercense, all'abbazia della Sambucina. Ritiratosi in meditazione sulla Sila, in vita eremitica, raccolse intorno a sé dei seguaci con i quali costruì l'eremo di S. Giovanni in Fiore e costituì l'ordine, poi detto florense, approvato da Celestino III con una bolla del 1196. Gioacchino Da Fiore esercitò grande influenza sui suoi contemporanei, che o lo avversarono fieramente o ne furono ardenti seguaci (gioachimiti), tra i quali senza dubbio il Sommo Poeta .
Il 2021. La sezione Fidapa Valle del Savuto. avendo particolarmente a cuore la divulgazione del messaggio di Gioacchino da Fiore, dato che in questo comprensorio, più precisamente a Marzi, Gioacchino da Fiore ha avuto una delle sue Domus, oggi viene ancora celebrato presso il Museo all’aperto "Progetto Paterno" con una maestosa opera ambientale di Vincenzo Maria Mattanò, curata dall’ing. Antonello Tucci.
La scultura ripropone proprio i cerchi trinitari che Dante descrive nel 33° canto del Paradiso, da lui visti nel "Liber Figurarum" di Gioacchino, mirabilmente illustrato e concepito dall’abate per spiegare la propria visione della vita, della chiesa e la collocazione dell’uomo nel mondo, alle persone semplici, svolgendo il ruolo di divulgatore culturale in pieno medioevo.
In un mondo messo in ginocchio da un nemico invisibile, il Covid- 19, che si sta cercando di combattere attraverso la scienza, che ha bisogno di speranza per rinascere dalle sue ceneri come la Fenice, il messaggio gioachimita che ha permeato la cultura occidentale, torna a dare forza e spingere alla resilienza. A tal proposito la Presidente Toman ha citato durante l’incontro una battuta del personaggio di Gioacchino della sua “Trilogia Gioachimita”: “La pace in terra è un progetto, non un sogno”. “Auspico che la figura di Gioacchino Da Fiore, - ha detto ancora la Toman - poco presente nei libri di storia ma molto importante nella cultura calabrese, poiché tra le altre cose ha fondato la città di San Giovanni in Fiore, possa essere attraverso uno sforzo conosciuto più diffusamente”.
L’iniziativa on line è stata moderata da Miriam Coccari ed ha coinvolto un gran numero di partecipanti collegati non solo dalla Calabria ma anche dalla Toscana. I saluti sono stati affidati ad Adriana Toman, presidente della Sezione Fidapa Valle del Savuto, regista e autrice drammaturgica della “Trilogia Gioachimita”, edita da Rubbettino; una raccolta di tre opere teatrali dedicate appunto all’esegeta calabrese vissuto nel 1100, nonché di un documentario dal titolo “Gioacchino da Fiore profeta della globalizzazione”.
L’evento on line ha registrato la partecipazione della Presidente Nazionale Cettina Oliveri, la Presidente Distrettuale Rossella del Prete, della Vice Presidente Distrettuale Patrizia Pelle, la segretaria distrettuale Pina Genua Rugiero, delle Presidenti Fidapa di Rende, Maria Pia Galasso, Katia Reda, Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro, Elena Pistilli, Vice presidente della sez. di Rende, Anna Cerrigone past president della sezione di Cosenza, di Anna Maria Repice della sez di Tropea e ancora di Giusy Porchia, past president Distretto Sud Ovest, nonché delle presidenti della Toscana: Nela Munich, Sezione Fidapa Firenze Centro, e Beatrice Vannini, Massa Carrara; hanno partecipato, altresì, Fiammetta Galleni, della Versilia, e tanti esterni alla Fidapa, sostenitori del pensiero gioachimita come Francesca Mastrovito per Zonta International, lo psicologo Gaetano Marchese, l’ex Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, nonché altre importanti personalità. I relatori, tutti di alta caratura, hanno relazionato con passione e competenza l’incontro on line, molto interessante e ricco di cultura. Il Primo intervento è stato affidato a Fiorangela d’Ippolito, dirigente scolastica, che ha presentato con molta passione e preparazione le figure di Dante e Gioacchino da Fiore. Intervento di alta caratura è stato anche quello del Presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, Riccardo Succurro, che ha messo in evidenza il 12° canto del Paradiso in cui Dante colloca l’abate florense tra gli “Spiriti Sapienti”, i beati che appaiono a Dante nel IV Cielo del Paradiso con i famosi versi “e lucemi da lato il calavrese abate Gioacchino di spirito profetico dotato”. Alla professoressa Maria Cristina Parise Martirano, Presidente della Società Dante Alighieri di Cosenza, è stata affidata una interessante digressione sul romanzo di Coriolano Martirano, che vede Dante protagonista, rifugiato in Sila per sfuggire alla condanna del 1302 da parte del governo fiorentino, per le sue posizioni politiche.
"Nella nostra Sila il sommo poeta, racconta Martirano, avrebbe conosciuto l’abate Gioacchino attraverso il racconto di Luca Campano, ed è proprio qui che avrebbe avuto la visione di come sarebbe stato l’Inferno dantesco".
Ricordiamo che il prossimo 25 marzo si terrà, nei limiti delle restrizioni anticovid , il Dantedì, data che gli studiosi individuano come l'inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia.

 

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