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di Giovanni Macrì

Il giudice tutelare del Tribunale di Modena si è espresso a favore dei medici dell’ospedale “Sant’Orsola” di Bologna in merito al loro ricorso presentato per il caso del bambino affetto da grave patologia cardiaca, che secondo i genitori deve essere operato dalla struttura sanitaria solo a condizione che si utilizzi sangue proveniente da persone non vaccinate contro il coronavirus, nel caso in cui si fosse resa necessaria una trasfusione.

 

di Giovanni Macrì

Famiglia no-vax originaria del modenese, rifiuta per il figlio, che ha meno di 3 anni, la trasfusione di sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19. Figlio che rischia di morire perché affetto da una grave patologia e deve essere sottoposto al più presto a un delicato intervento chirurgico al cuore presso l’ospedale “Sant’Orsola” di Bologna.

 

di Giovanni Macrì

Non ce l’ha fatta il cuoricino del piccolo Ryan Ourram a sopportare la caduta, le più di 100 ore al buio, le più di 100 ore di terrore perché chiuso in un anfratto della terra a 32 metri di profondità. Forse l’ipotermia, forse le ferite riportate. Sarà comunque l’autopsia ad affermarne le cause.

 

Dare un segnale immediato e forte contro la violenza e avviare un’azione unitaria culturale e di prevenzione che coinvolga soprattutto i giovani, è questo il dato chiaro che è emerso dall’incontro convocato dal Sindaco, il Sen. Ernesto Magorno, all’indomani del grave fatto di cronaca verificatosi ieri sera, e che si è tenuto nel Palazzo di Città alla presenza rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i componenti della Giunta, i capigruppo consiliari e i consiglieri comunali, i sacerdoti, i rappresentanti dell’Istituto Comprensivo e dell’IISS.

 

di Giovanni Macrì

Grida di disperazione, di dolore… di speranza.
Scene, immagini che inevitabilmente ci riportano al 10 giugno 1981, quando il piccolo Alfredo Rampi di 6 anni, per tutti Alfredino, cadeva in un pozzo artesiano in via Sant’Ireneo, in una frazione di Frascati (Roma), situata lungo la via di Vermicino, che collega la Casilina alla Tuscolana. Dopo quasi tre giorni di estenuanti, ma purtroppo inutili tentativi di salvataggio da parte di innumerevoli volontari, specialisti e speleologi, moriva dentro quel maledetto pertugio a una profondità di circa 60 metri.

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