A Padova il primario lancia l'allarme: "bisogna riammettere i medici sospesi!"
di Paolo Russo
Giampiero Avruscio, primario di Angiologia dell'ospedale di Padova denuncia il sovraccarico di lavoro dovuto alla sospensione dei medici che non si sono voluti vaccinare: "nel solo ospedale di Padova si tratta di 200 professionisti e di oltre 500 nell'Ulss 6 padovana".
Una condizione critica e per certi versi inspiegabile visto che è il risultato di un atteggiamento politico ideologico più che pragmatico e volto alla garanzia di cura per i malati. Il vaccino infatti non garantisce di non poter contrarre la malattia e neanche di non poterla contagiare però si è scelto pedissequamente di convincere gli operatori sanitari a vaccinarsi anche a costo di ridurre servizi essenziali.
"Va fatta una riflessione su questa misura punitiva , perché sono stati allontanati centinaia di medici e infermieri di grande esperienza, di elevata professionalità che non sono facilmente sostituibili" così il dottor Avruscio Presidente dell'associazione primari ospedalieri spiega il perché i medici non possono essere rimpiazzati così facilmente tra l'altro da "specializzandi che non hanno anni di professione alle spalle, soprattutto nelle aree critiche".
Secondo Avruscio la situazione è preoccupante perché i medici in servizio, non solo non sono coadiuvati da colleghi esperti ma stanno rinunciando a ferie e condizioni di riposo indispensabili anche per la qualità del lavoro.
Tutto questo non può che riflettersi sui servizi offerti ai cittadini, i quali, è bene ricordarlo, vaccinati o no sono anche contribuenti!