di Laura Vargiu
Lomello (PV). In occasione della Giornata della Memoria, celebrata lo scorso 27 gennaio, a Lomello sono state posate due pietre d’inciampo, che ora si aggiungono alle altre già presenti in Lomellina. L’amministrazione comunale del piccolo centro in provincia di Pavia ha così voluto ricordare Giuseppe Zaltieri e Giuseppe Loew (entrambi morti nel 1945 in un campo di concentramento tedesco), i cui nomi sono stati incisi sui due piccoli blocchi quadrati installati in Piazza Castello all’imbocco di via Castrovecchio, non lontano dalla sede del municipio, in pieno centro storico.
Lo studente Giuseppe Loew, classe 1926 e milanese di nascita, fu un giovanissimo comandate partigiano della Compagnia “Grieff”; venne arrestato a Lomello il sei luglio del ’44 e, passando attraverso un campo d’internamento a Bolzano, deportato ad Auschwitz per essere infine trasferito nel lager di Dachau, dove morì circa tre mesi prima della fine della guerra in Europa. Nel 2001 l’amministrazione comunale lomellese aveva già dedicato una targa a Loew in prossimità del monumento ai caduti, sempre in piazza Castello.
Lomello: luogo della posa delle pietre d’inciampo.
All’interno del sottocampo di Ohrdruf, invece, nell’aprile del ’45 trovò la morte Giuseppe Zaltieri, di professione contadino e anch’egli partigiano, nato nel 1909 in provincia di Brescia. Era stato arrestato a fine ottobre ’44, successivamente al Loew, e deportato a Mathausen, dopo essere passato pure lui per il campo di Bolzano. Abitava in una cascina nel territorio di Lomello, da dove venne prelevato lasciando moglie e quattro figli.
Alla manifestazione del 27 gennaio, oltre al sindaco di Lomello, Silvia Ruggia, e ai familiari di Zaltieri, hanno preso parte rappresentanti dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e gli studenti dell’Istituto Magnaghi. Per l’occasione, Poste Italiane ha realizzato uno speciale annullo filatelico.
Lomello: Castello Crivelli, sede del Comune.
Un tributo doveroso – anche alla luce del momento attuale in cui tenere viva la memoria è quanto mai urgente – quello della posa delle pietre d’inciampo per i due deportati che, come tantissimi altri durante quelle pagine vergognose e orribili della Storia del secolo scorso, non si adagiarono nella comoda indifferenza e pagarono con il sacrificio della vita l’aver dato coraggiosamente il proprio contributo alla lotta per la libertà di tutti.
- Foto di Laura Vargiu
- Fonti storiche: A.N.P.I. Lombardia