Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.
(William Shakespeare – Drammaturgo).
Quando ero una bambina, sognavo di diventare una giornalista o un poliziotto; ma la mia famiglia desiderava che io diventassi un medico” inizia a raccontarmi l'autrice Farzana Chandio.
Nella mia infanzia, non ho mai voluto leggere nessun libro e non volevo andare a scuola. Mia madre e mia nonna erano molto preoccupate per me, per il mio comportamento.
Ero una bambina ribelle e osavo giocare anche nel fango.
Quando compì quattro anni , mia madre e mia nonna volevano mandarmi a scuola, ma non mi sentivo pronta.Quando appresi la loro decisione scoppiai in un pianto inconsolabile.
Loro immaginarono che la mia sofferenza fosse da attribuire ad una causa di non-consapevolezza dell’apprendere nella vita, dello strumento della penna, e del mezzo“libro”. Infine, iniziai mio malgrado ad andare a scuola con il compromesso dello zaino , scarpe e uniforme nuovi.
Mia madre ricorda ancora la luce sul mio viso bello ed innocente; gli occhi grandi e neri e una piccola bocca a cuoricino.
Il mio viso angelico mi faceva amare da chiunque nonostante il mio carattere introverso.
La mia famiglia si prendeva molta cura di me cercando di soddisfare ogni mio desiderio e bisogno anche in piena notte.Ricordo le notti che non riuscivo a prendere sonno. Mia nonna non mi lasciava mai sola. Mi prendeva sulle spalle e se era necessario giocava con me fino all’alba.
Poi peró stremata mi minacciava dicendomi:
“Dormi adesso! Altrimenti viene un angelo nero a mangiarti”.
La mattina del primo giorno di scuola entrai in classe con gli occhi in lacrime e le guance rosse.Trovai ad aspettarmi molti bambini in classe con l’ insegnante, un gesso e la lavagna con accanto un bastone. Vidi il bastone e iniziai a piangere nuovamente.
Non lasciai la classe durante la ricreazione perché le parole di mia nonna mi tormentavano.
In nessun modo riuscì a concentrarmi sul mio studio. Qualunque spiegazione uscita dalla bocca della maestra , mi sembravano le parole di un fantasma mentre un bastone danzava davanti ai miei occhi.
Stavo solo aspettando l’ultimo suono della campanella per ritrovare fuori da quelle mura la mia adorata nonna. Fissavo solo la campana che era appesa nel bellissimo giardino e il cancello della scuola che si intravedeva dalla finestra della mia classe. Infatti, la scuola era per me come una prigione.
Sì. Ero uno studente molto difficile e il giorno successivo, ricevetti un biasimo scritto.
Se raccogliessi tutte le mie lettere di reclamo e le rilegassi nascerebbe un libro di storia, la mia.
I quattro anni alle elementari erano terminati, ma non avevo mai letto nessuna lettera. Ero totalmente all'oscuro dello studio e della lettura di un libro.
Mia madre e mia nonna erano così preoccupate, ma mi incoraggiavano sempre per far sì che iniziassi a concentrarmi sullo studio.
I miei insegnanti di scuola elementare erano perplessi a causa della mia natura austera, ma non si interessarono più di tanto a ricercare la motivazione profonda
Ad ogni modo, conclusi la scuola elementare e fui ammessa al liceo. Era lontano da casa mia. Noi bambini dovevamo andare a scuola con lo scuolabus.
Ed è stato come un viaggio per me.
Ero entusiasta di tornare a scuola portando con me i diversi libri e un grande zaino, ma non conoscevo il contenuto di quei libri. Ero pronta per andare a scuola, perché avevo ottenuto l'ammissione alla 6a classe.
Quella scuola superiore era una delle scuole più grandi della mia città, con tante giostre per giocare e tanta scelta di alimenti per mangiare; alla fine entrai in classe e scelsi una sedia nella prima fila.
Ero felice nel nuovo ambiente. Dopo aver trascorso tre giorni, la mia insegnante mi disse che non avrei dovuto sedermi su quella sedia in prima fila perché era la sedia destinata all’alunna più talentuosa e capoclasse.
I miei occhi si riempirono di lacrime."Va bene! Allora dove dovrei sedermi? " chiesi al mio insegnante. Lei rispose: " in fondo alla classe nell’ ultima sedia".
Il motivo era che non conoscevo nemmeno una lettera. Ero un ignorante . Non ero in grado di leggere e scrivere, ecco perché ero stata respinta .
Non mi sentivo un ignorante perché la mia età non era quella di pensare in questo modo, poiché la mia natura era determinata.
Volevo solo sedermi sulla sedia davanti; anche se ero un ignorante, ma non ho mai voluto vedermi così.
Quel giorno, con le lacrime agli occhi, promisi a me stessa che avrei dovuto faticare non per diventare un medico come desiderava mia madre, ma solo per guadagnarmi la sedia in prima fila.
E iniziai a impegnarmi nello studio, anche se avevo iniziato a bruciare entrambe le parti della candela.
Dopo tre giorni di duro lavoro, mi fecero sedere sulla sedia in prima fila ed ero stata scelta dall'insegnante di classe come capoclasse .
Controllavo le centocinquanta ragazze perché eravamo una classe sovraffollata. Di nuovo il sorriso tornò sulle mie labbra sottili.
Da quel momento ho iniziato a scrivere racconti.
Il mio primo racconto che ho scritto nella mia sesta classe era su un fiore triste, e la mia seconda storia più amata dai miei insegnanti era su un pappagallo.
Il viaggio nel mondo della scrittura era cominciato dalla mia sesta classe, ma, come personaggio pubblico , sono nato all’età di 18/19anni quando il mio primo articolo è stato pubblicato su diversi giornali.
Nel giro di qualche anno, ero cresciuta come ricercatrice, scrittrice, editorialista e autrice.
Il sogno della mia famiglia era di farmi abbracciare la professione di medico . Ho provato , ma ho abbandonato il percorso di studi in medicina ed ho intrapreso il percorso di educazione e formazioneAncora sto lavorando per realizzare il mio sogno .
Sto lavorando giorno e notte per realizzare il mio sogno che è quello di diventare un politico .
Sì! hai compreso bene cara Stefania amo la politica, quella vera, quella che ha come obiettivo il bene comune.
La mia intenzione è di servire il popolo; la mia prima priorità è umana; lavoro volontariamente per donne e bambini.
Molte persone sono intervenute volontariamente per aiutarmi a realizzare il mio sogno.
Durante il viaggio verso i miei obiettivi differenti nel campo della scrittura o determinate altri campi, le persone si sono unite per aiutarmi. Non voglio dimenticare quelle persone che mi hanno sempre aiutato. Non ricordo giorno in cui chiedendo aiuto, questo aiuto mi è stato mai negato
Può essere che sono fortunata! Sì, lo posso affermare. . E senza dubbio, ci sono persone che sono invidiose.
Il fattore di gelosia l’ho affrontato a partire dall’università fino ad oggi. Sono sorprese come ho raggiunto il successo in giovane età.
Ho certificati, trofei, medaglie e molti apprezzamenti. Attualmente, ho apprezzamenti non solo dal mio paese ma da tutto il mondo.
In breve, la vita ha sempre portato alti e bassi. Dopo tutti i miei bassi ho cercato di nascondere il mio dolore e sorridere nonostante tutto per far sorridere gli altri. . Ho buon senso dell'umorismo secondo i miei amici e colleghi.
Pseudonimo a livello internazionale (FarahenChandio) - Ricercatrice, scrittrice, editorialista, autrice ed educatrice
Conosciuta a livello internazionale come sostenitrice dei diritti delle donne, voce degli oppressi, promotrice dell'alfabetizzazione e dell'educazione e ambasciatrice della pace.
Sono nata e cresciuta a Larkana.
Ho fatto il Master in educazione e M.sc negli studi pakistani. Anno di nascita 17 ottobre 1996
Libri pubblicati
Crisi delle donne nel 21 ° secolo 2019
Sistema di curriculum diverso nelle scuole pubbliche e private: un'analisi 2020
A livello internazionale (Amazon) libro pubblicato Women in dark waters 2021 con prima prefazione di Stefania Miola
️ Nominato per il Global change-makers Award 2020 a livello globale
Titolare del premio per il progetto di lettura di Stati Uniti e Pakistan
Titolare del premio modella 2021 per le donne del Pakistan
Molti certificati internazionali di riconoscimento e apprezzamento nel campo dell'istruzione e Ambasciatrice di pace.
Mi soffermo sul titolo Women in black water "
L’acqua rappresenta la grande madre Junghiana, il lato femminile di ognuno di noi. L’acqua ha la capacità di rimuovere tutto quello che trova lungo la sua strada, per questo motivo è anche il simbolo della rinascita spirituale.
La storia ci insegna che sono tante le donne che hanno contribuito a rendere migliore il mondo che abbiamo, che hanno avuto la forza di scardinare abitudini negative millenarie, che hanno avuto il coraggio di richiedere pari dignità.
Donne che non vogliono mendicare ma vivere con dignità, trasformando in lavoro il loro talento, lottando per la felicità della progenie a costo di essere discriminate dalla società stessa per la loro ribellione.
Il libro di Farzana “Woman in black water” fa questo: esalta esempi positivi di forza femminile e ricorda che le donne non sono (solo) vittime della società, della violenza e della sofferenza , ma sono «protagoniste di un possibile nuovo mondo».
Donne coraggiose , mani che generano, sorrisi che uniscono e corpi fieri dei propri talenti.
Grazie Farahen Chandio per questo intervista -racconto
Stefania Miola
Scrittrice, critica d’arte e poetessa
“Se le donne abbassassero le braccia il cielo cadrebbe”
(Proverbio africano)