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di  Giuseppe Caruso

 

Erano piccole le case di una volta. Ne ho viste tante. I colori erano forti. Il verde, il rosa, l'arancione, l'azzurro. Colori pastello. Pochi mobili dentro. Non appena attraversavi la porta c'era il tavolo al centro della stanza, un camino, un piccolo balcone.

Un grande lavandino bianco. Scavate nelle grosse mura a pietra c'erano tante piccole nicchie. Un grande letto al lato con i piedi che non dovevano mai puntare alla porta. Quello significava altro. Il bagno invece era fuori. Gli infissi erano di legno di castagno. In genere si pitturavano di verde. Erano allegre le case di una volta. Una credenza piena di tazze e bicchieri. Le pentole invece si appendevano al muro. Erano tutte nere dal fuoco. Erano calde le case di una volta. Avevano le mura spesse più di 1 metro. In alto si metteva il pane. Sul comò c'era qualche santo. In alcune, ricordo casa di mia nonna, c'era un lumino sempre accesso sulla foto dei suoi genitori. Quello da piccolo mi faceva paura.
In questa casa che ho di fronte c'è anche un piccolo soppalco. Il camino ha una forma strana. Ha il balcone rotto e un buco sul tetto che ho cercato di tamponare. Non c'è luce elettrica. Non c'è più niente in questa casa, solo delle vecchie sedie e un tavolo. Ma è bella. Semplice, umile, bella. Come forse in fondo dovremmo esserlo un pò anche noi nella vita. Ma questa è un'altra storia.
Le case di una volta.

 

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