di Adelaide Baldi
Il Cilento è una terra ricca di borghi caratteristici, ma ce n’è uno molto particolare: Piano Vetrale (piccola frazione del comune di Orria, in provincia di Salerno), chiamato “Il borgo dei murales”.
Un paesino abitato da circa trecento anime, dove ancora oggi la vita scorre semplice nonostante la fama, ormai mondiale, di “museo a cielo aperto”. Da qui, più di tre secoli fa, un giovane decise di partire per coltivare la sua più grande passione: la pittura. Questo giovane era Paolo De Matteis, oggi considerato uno dei più grandi artisti a cavallo tra il ‘600 e il ‘700.
Si trasferì a Napoli per perfezionare la tecnica dell’arte pittorica. Fu allievo prima di Francesco Di Maria e poi di Luca Giordano, di cui fu il migliore allievo, e riuscì addirittura a superarlo. A lui furono commissionate opere da uomini insigni del tempo, da Re e persino da Papa Innocenzo XIII. Secondo alcuni studiosi fu il Papa ad attribuire al pittore il nomignolo di “Paoluccio della Madonnina”, per le sue opere per lo più a soggetto religioso, secondo altri, invece, chiamato così perché il volto della madre era angelico e bello come quello della Madonna, che spesso utilizzò per dipingere il volto della Vergine. Le sue opere sono esposte in sessanta chiese di Napoli, e non solo. L'Italia è ricca di suoi capolavori. Anche i più grandi musei del mondo ospitano quadri del grande pittore, dal National Gallery di Londra al Louvre di Parigi, dal Museo del Prado di Madrid al Kunsthistorisches Museum di Vienna,... Addirittura una sua opera, dal titolo “Resurrezione di Cristo”, si trova a Gerusalemme, in un edicola sacra davanti alla Basilica del Santo Sepolcro.
In suo onore, alla fine degli anni 70, il compianto artista siciliano Pino Crisanti lanciò l’idea di ‘colorare’ Piano Vetrale. I giovani del luogo accolsero con gioia il suggerimento per commemorare l’illustre compaesano e fondarono il Circolo Culturale “Paolo De Matteis”. Eredità poi raccolta dall'omonima Pro-Loco, che ogni anno organizza, nell’ultima settimana di luglio, una rassegna chiamata “Pennello D’Oro”. Da oltre quarant’anni artisti provenienti da ogni dove accorrono in questo piccolo borgo, adagiato sul versante di una collina dell’entroterra cilentano, per regalare un pò della loro arte. Le tematiche raffigurate ripercorrono quelle di tanti altri murales: tradizioni, avvenimenti storici, la vita del paese, le fatiche, la storia dei suoi abitanti, ecc.. Però il motivo ispiratore è la differenza sostanziale dei murales di Piano Vetrale rispetto alle opere murali realizzate in altre parti d’Italia e nel mondo. Gli enormi e splendidi dipinti impreziosiscono quasi tutte le facciate esterne delle case e alcuni anche vecchi portoni.
Fare una passeggiata tra i circa settanta murales di questo posto ti fa sentire in un’altra dimensione, ti fa sentire una piccolissima, ma importantissima, parte di un immenso quadro. Questo è ciò che ho provato in un fresco pomeriggio di questo difficile periodo. E’ stata una grande emozione, per me che amo la pittura, attraversare il paese circondata dai colori accesi della scuola siciliana, dalle cromature chiaro/scure della scuola franco-provenzale e dal realismo di quella napoletana, ammirando una ad una tutte le raffigurazioni, fino al raggiungimento della casa natale di Paolo De Matteis, che, purtroppo, ho trovato chiusa. Ma non sono andata via rammaricata, anzi…«La vita abbatte e schiaccia l’anima e l’arte ti ricorda che ne hai una» (Stella Alder)