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 Riceviamo e pubblichiamo

Visita in Calabria del Presidente Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, che ha partecipato, in qualità di relatore, a due corsi di formazione, organizzati dall’Ordine della Calabria, a Catanzaro e a Rende.

 

di Paolo Russo

«O l'Ucraina difenderà la sua indipendenza o, in caso contrario, saremo costretti a unirci a questo conflitto, perché sono in gioco i nostri valori fondamentali, che sono il fondamento della nostra civiltà, quindi non avremo scelta», così si è espresso in una intervista televisiva  l'ambasciatore polacco in Francia, Jan Emeryk Rościszewski.

La dichiarazione dell'ambasciatore polacco appare l'ennesima dimostrazione di come il conflitto Russia Ucraina stia assumendo sempre di più la dimensione di scontro tra civiltà. Da una parte l'America che ha coinvolto un' Europa spaesata che ha rinunciato totalmente al coinvolgimento della propria popolazione nelle scelte politiche e dall'altro il blocco asiatico che vede giganti come Cina e Iran, mossi da uno spirito antiamericano, appoggiare la Russia come unica occasione di potersi liberare dell'egemonia occidentale.

La Cina si è posta come unico Stato che ha assunto una posizione per una soluzione politica della crisi ucraina attraverso un documento in dodici punti,  per raggiungere un punto di trattativa tra le parti.  Al primo punto c'è la condizione del rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite. Al secondo punto la condizione è che la sicurezza di un Paese non può andare a scapito di quella di altri Paesi e che «la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari». Al terzo punto il cessate il fuoco e lo stop ai combattimenti. Quarto punto colloqui e i negoziati sono «l'unica via d'uscita praticabile». Al quinto, c'è la protezione dei civili e la creazione di corridoi umanitari per l'evacuazione dalle zone di guerra. Al sesto punto, l'invito a «rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale», astenendosi dall'attacco ai civili e a strutture civili, e a favorire lo scambio di prigionieri. Al settimo e all'ottavo punto ci sono il mantenimento della sicurezza delle centrali nucleari e il rigetto delle armi nucleari sia sul loro uso sia sulla semplice minaccia. «Ci opponiamo allo sviluppo e all'uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi Paese e in qualsiasi circostanza». Al nono punto garanzie per l'export di cereali. Al decimo, stop alle sanzioni unilaterali e alle pressioni che «non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi». All'undicesimo punto, l'appello per «la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento» a tutela dell'economia globale. al dodicesimo l'invito a promuovere la ricostruzione postbellica.

La reazione di Biden al documento conferma la tesi iniziale e cioè che non c'è nessuna volontà da parte della Nato di interrompere il conflitto.

"Se a Putin piace, come può essere un buon piano? Ci sono vantaggi solo per la Russia in quel piano", così  il presidente Usa in un'intervista a Abc News ha liquidato la questione.

Sono seguite ovviamente le bocciature di Ue, Usa, Nato e dei principali  leader politici ucraini.

 

di Merelinda Staita

 

Agrigento - Mentre tutto il mondo sta commentando i violenti scontri prima e dopo la partita Napoli – Entracht Francoforte, il Delegato Provinciale di Agrigento della Federazione Italiana Giuoco Calcio, professor Angelo Caramanno, ha nominato il professore di sociologia dell’Università di Messina, Francesco Pira (nella foto di copertina), componente della Commissione che si occuperà del progetto “Uniti Contro la Violenza per un Calcio Migliore”.

 

di Paolo Russo

Napoli si risveglia da un incubo dopo che nella giornata di ieri 600 tifosi dell'Eintracht,  nonostante il divieto di assistere al match di ritorno degli ottavi di Champions League, si sono concentrati nella zona centrale della città devastandola, arrivando a incendiare diverse auto, persino una della polizia.

Il ministro degli Interni tedesco, Nancy Faeserha su twitter ha condannato subito il comportamento dei tifosi tedeschi scrivendo che "questa violenza, non va accettata nel modo più assoluto. I violenti e i teppisti distruggono lo sport" e la politica italiana sta incominciando a discutere sulle responsabilità della gestione dell'evento.

Ci si chiede come sia stato possibile che pur conoscendo i rischi non si sia stati in grado di arginare 600 facinorosi partiti da Francoforte nonostante il divieto di entrare allo stadio.

Durante la notte le forze dell'ordine, nella zona tra via Chiatamone e il lungomare,  hanno trovato tre bottiglie di birra modificate in molotov, sono riusciti dopo uno scontro da guerriglia urbana a bloccare i tifosi tedeschi con uno schieramento massiccio di uomini e mezzi mentre tutta la zona veniva sorvolata da un elicottero.

«Le scene di devastazione del centro storico della città sono inaccettabili. Condanniamo fermamente gli atti inqualificabili di chi si è reso protagonista di questa violenza, da qualsiasi parte sia giunta. Napoli e i napoletani non meritano di subire i gravi danni materiali, morali e di immagine che questa follia ha determinato. Con la Germania i rapporti sono storicamente improntati all'amicizia ed ho voluto incontrare a Palazzo San Giacomo l'ambasciatore di Germania in Italia Viktor Elbling per condannare insieme gli atti di violenza e ribadire il forte legame tra Napoli e la Germania». Così si è espresso il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.

 


Tutto sembra essere cominciato intorno alle 16:30 in piazza del Gesù, con le due tifoserie che sono venute a contatto. Si sono lanciati oggetti, sassi e si è arrivati persino a incendiare  un'auto della polizia di stato!

Per la cronaca e forse questa sarebbe stata l'unica notizia straordinaria da dare, grazie alla doppietta di Osimhen ed al rigore di Zielinski, la squadra di Spalletti ha superato gli ottavi di Champions  League per la prima volta nella sua storia.

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