di Monica Vendrame
La tragica scomparsa di Lorenzo Bertocchi, un ragazzino di 13 anni di Rezzato, in provincia di Brescia, ha scosso la comunità locale e non solo. Lorenzo è morto dopo un anno e mezzo di sofferenze, a seguito di una puntura di zecca che potrebbe avergli causato la malattia di Lyme. La procura di Genova ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, ipotizzando che la morte del giovane possa essere stata causata da una mancata o errata diagnosi della patologia contratta.La malattia di Lyme: un pericolo sottovalutato
La malattia di Lyme è un’infezione batterica causata dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmesso all’uomo attraverso la puntura di zecche infette. Se non diagnosticata e trattata tempestivamente, questa malattia può portare a complicazioni gravi e permanenti, tra cui disturbi neurologici, artriti, problemi cardiaci e danni al sistema nervoso. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, i sintomi possono variare da lievi a severi, includendo eruzioni cutanee, febbre, affaticamento, dolori muscolari e articolari, e in casi estremi, meningite o miocardite.
Nel caso di Lorenzo, i sintomi sono comparsi nell’estate del 2023, quando il ragazzino è stato punto da una zecca mentre giocava nel giardino di casa. Da quel momento, ha iniziato a manifestare malessere generale, ma nonostante i numerosi ricoveri in cinque diversi ospedali – tra cui il Civile di Brescia, il San Raffaele, la clinica De Marchi e il Niguarda a Milano, e infine il Gaslini di Genova – la diagnosi corretta non è stata effettuata in tempo. Dopo un anno e mezzo di agonia, Lorenzo ha perso la vita nel nosocomio genovese.
La procura di Genova ha avviato un’indagine per omicidio colposo, ipotizzando che la morte di Lorenzo possa essere stata causata da una mancata o ritardata diagnosi della malattia di Lyme. I genitori del ragazzo, Claudia e Marco, hanno dichiarato di non essere stati ascoltati adeguatamente dai medici e dagli operatori sanitari durante il lungo periodo di ricoveri. Per questo motivo, la famiglia si è affidata a un legale per seguire il percorso giudiziario.
La magistratura ha già sequestrato tutte le cartelle cliniche di Lorenzo e ha disposto l’autopsia per accertare le cause precise del decesso. L’obiettivo è capire se ci siano state negligenze o errori medici nel trattamento del caso, e se la malattia di Lyme sia stata effettivamente la causa della morte.
Lorenzo Bertocchi era un ragazzo vivace e amato da tutti. Frequentava le scuole medie a Rezzato e faceva parte dell’Atletica Rezzato, un gruppo sportivo locale che lo ha ricordato con affetto e commozione. In un messaggio pubblicato sui social, l’associazione ha scritto: "È un giorno triste per i nostri colori. Il tradizionale resoconto dei risultati del weekend lascia spazio al vuoto improvviso della notizia della tragica scomparsa del nostro giovane Lorenzo, che da tempo combatteva con una difficile malattia. Dirigenti, tecnici e atleti del Gs Atletica Rezzato sono vicini a Marco e alla famiglia in questo tristissimo momento. Un abbraccio. Lorenzo sempre con noi."
Tantissimi messaggi di cordoglio sono arrivati da amici, compagni di scuola e membri della comunità, che hanno voluto esprimere il proprio sostegno alla famiglia in questo momento di profondo dolore.
Un caso che solleva interrogativi
La morte di Lorenzo Bertocchi non è solo una tragedia personale per la sua famiglia, ma solleva anche importanti interrogativi sul sistema sanitario e sulla gestione di casi complessi come quello della malattia di Lyme. La patologia, sebbene non sia rara, è spesso sottodiagnosticata o confusa con altre condizioni, soprattutto quando i sintomi non sono immediatamente evidenti. Questo caso potrebbe portare a una maggiore consapevolezza sui rischi associati alle punture di zecca e sulla necessità di una diagnosi tempestiva e accurata.
La storia di Lorenzo Bertocchi è un monito per tutti noi. Le zecche, spesso considerate un fastidio minore, possono invece rappresentare un serio pericolo per la salute, soprattutto se non si interviene tempestivamente. La malattia di Lyme, sebbene curabile se diagnosticata in tempo, può trasformarsi in una condizione debilitante o addirittura mortale se trascurata. Questo caso evidenzia l’importanza di un’adeguata formazione medica e di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sanitarie verso patologie meno comuni ma potenzialmente letali.
Allo stesso tempo, la vicenda di Lorenzo ci ricorda l’importanza dell’ascolto e della collaborazione tra medici e pazienti (o loro familiari). Spesso, sono proprio i parenti a notare dettagli cruciali che possono fare la differenza tra la vita e la morte. Speriamo che questa tragedia possa portare a un cambiamento positivo, affinché nessun’altra famiglia debba affrontare un dolore simile.
Lorenzo resterà nei cuori di chi lo ha conosciuto, e la sua storia servirà da sprone per migliorare la prevenzione e la cura di malattie come la Lyme. Che il suo ricordo possa ispirare maggiore consapevolezza e attenzione verso questi rischi, troppo spesso sottovalutati.