di Monica Vendrame
In una mossa a sorpresa, Donald Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni dei dazi doganali per oltre 75 Paesi, riducendo le tariffe al 10% in segno di "pausa negoziale". Ma c’è un’eccezione eclatante: la Cina, colpita da un balzo immediato dei dazi al 125%. Una decisione presentata come una "risposta alla mancanza di rispetto di Pechino", con Trump che su Truth Social ha tuonato: "La Cina deve capire che l’era in cui derubava gli Stati Uniti è finita".
I mercati, dopo giorni di turbolenze, hanno reagito in controtendenza: Wall Street è schizzata in rialzo, mentre le borse asiatiche ed europee – ancora scosse dalle tensioni – faticano a stabilizzarsi. La mossa di Trump sembra dunque un double game: da un lato, placare gli alleati (e i critici interni) con una tregua commerciale; dall’altro, inasprire lo scontro con Pechino, accusata di manipolazione valutaria e pratiche sleali.
La Cina non sta a guardare. Già nelle scorse ore, Pechino ha alzato al 84% i dazi sui prodotti USA, mentre l’Unione Europea ha approvato contromisure a scaglioni (15 aprile, 16 maggio, 1° dicembre), con tariffe fino al 25%. Intanto, la premier italiana Giorgia Meloni, dopo un vertice con la task force sui dazi, prepara un volo a Washington per il 17 aprile: segnale che l’Europa cerca ancora dialogo, nonostante lo stile "mazza e carota" di Trump.
Il paradosso della strategia Trump: promuovere una "tariffa reciproca ridotta" per quasi tutti, salvo trasformare la Cina nel capro espiatorio globale. Ma è davvero sostenibile? Da un lato, la tregua offre ossigeno a economie in affanno; dall’altro, il rischio di una guerra commerciale permanente con Pechino minaccia catene di approvvigionamento e inflazione.
Trump gioca a fare il negoziatore globale, ma il vero obiettivo è elettorale: conquistare consensi con la retorica anti-Cina, mentre blandisce gli alleati in vista delle presidenziali. Pechino, però, non sembra intenzionata a cedere, e l’UE – seppure divisa – reagisce con controdazi. La domanda è: questa tregua è un reset o solo l’intervallo di uno scontro destinato a esplodere? Intanto, i mercati festeggiano, ma la festa potrebbe essere breve. Come sempre, nella guerra dei dazi, a pagare il conto saranno imprese e consumatori.
In una frase: "Trump semina tregua, ma il vento della guerra commerciale non si è ancora calmato."