di Guendalina Middei
Vedete questa donna? Si chiama Francesca Ghio e negli ultimi giorni in Italia non si parla che di lei. Del suo discorso!
Francesca Ghio, consigliera comunale, due giorni fa si è alzata in piedi e ha raccontato davanti a tutto il mondo la sua storia. Di quando a 12 anni ha subito un ciclo infinito di violenze da parte di un bravo ragazzo della Genova bene. «Avevo appena iniziato la seconda media quando sono stata abusata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia, per mesi e mesi, da un uomo di cui mi fidavo e che nessuno avrebbe pensato potesse essere un mostro. Lui mi diceva di stare zitta e che dovevo essere il nostro segreto.»
Ecco, io posso solo immaginare quanto coraggio ci voglia per fare una confessione simile. Tanto rispetto per questa donna, per il dolore che ha vissuto, per la sofferenza che ha provato. Ma la storia di Francesca non è soltanto una storia di dolore ma è la storia di chi non si è lasciato spezzare ma si rialza più forte di prima. Francesca parla, argomenta, proclama, rivendica il diritto di affermare pubblicamente ciò che gli altri non hanno avuto il coraggio di dire.
Ma, soprattutto, nel suo discorso ha detto una cosa che ci riguarda tutti, che ci coinvolge tutti, uomini e donne, senza distinzioni: «Mi guardo indietro oggi e a distanza di decenni poco è cambiato, complice una società che ritiene più facile e dignitoso nascondere.» Perché si Francesca ha ragione. Il vero male del nostro paese è proprio questo: il SILENZIO. Il silenzio di chi per paura, viltà e opportunismo sceglie di tacere. Davanti a ogni tipo di ingiustizia e non solo quella di genere. Davanti a chi in nome di ricchezze, potere, e privilegi calpesta gli altri e si compiace di farlo.
Ecco perché oggi voglio dire grazie. Grazie Francesca, ma grazie alle Artemisia Gentileschi, ai Peppino Impastato, alle Franca Viola, ai Paolo Borsellino di oggi e di ieri, a tutti quelli che alla cultura del silenzio hanno opposto e oppongono e continuano a opporre la cultura della Parola. Perché le cose che non si possono dire, quasi sempre, sono le uniche cose degne di essere dette!