di Monica Vendrame
Incastrata in un macchinario per gli imballaggi, è morta così, a 26 anni, Anila Grishai, italiana di origine albanese.
L’ennesimo tragico incidente sul lavoro è avvenuto ieri pomeriggio nell’azienda Bacon, a Pieve di Soligo, nel trevigiano, uno stabilimento che produce e commercializza surgelati. Inutile l’allarme lanciato immediatamente dai colleghi e i tentativi di soccorso. Anila si trovava in piedi quando è rimasta bloccata dalla macchina imballatrice che le ha schiacciato le vertebre del collo a la testa. La morte sarebbe stata immediata. La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Pare infatti che il macchinario, posto sotto sequestro, potrebbe essere stato attivato per errore da un collega mentre l’operaia stava eseguendo un controllo, convinta che fosse spento. La 26enne faceva da tempo quel lavoro, già da cinque anni era in azienda, tanto che era diventata responsabile di linea.
Ieri sera ci sono stati momenti di tensioni fuori dallo stabilimento, con i carabinieri che hanno dovuto allontanare alcuni famigliari della giovane, sembra infatti che i responsabili della "Bocon" non li avessero avvertiti dell'accaduto.
La nota dell'azienda: “Siamo profondamente affranti, addolorati e increduli per il gravissimo lutto che ci ha colpito. Eravamo molto legati ad Anila che era con noi da tempo e che era molto apprezzata per le sue qualità umane e professionali. Sappiamo che il nostro dolore non è nulla rispetto a quello che stanno soffrendo i genitori e le persone a lei più care. Siamo a completa disposizione affinché siano chiarite del tutto le ragioni dell’incidente”.