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di Anna Turotti

Ad un anno esatto di distanza dal primo lockdown , allievi e insegnanti non ci vogliono credere. Eppure l’Ordinanza è chiara e i Dirigenti Scolastici hanno mandato mail a tutti i docenti, agli studenti e alle loro famiglie. In considerazione dell’attuale situazione pandemica e in relazione alle disposizioni del Governo e all’ordinanza appena emanata del Presidente della Regione Piemonte, viene disposta al 100% l’attività di didattica a distanza (DAD) da lunedì 8 marzo 2021. Il Piemonte è in zona rossa e i ragazzi di ogni scuola di ogni ordine e grado ritornano a chiudersi in casa per seguire le sei ore di lezioni mattutine davanti ad un computer o ad un tablet o, in molti casi, anche davanti al cellulare. 

A raccontare la loro esperienza sono gli adolescenti che frequentano gli ultimi anni del Liceo. Rassegnati parlano della Didattica a distanza in questo lungo e difficile anno.
“ Oggi sento la fatica della DAD, ma all’inizio, Il 9 marzo 2020 quando l’Italia entra in lockdown, nella mia ingenuità è stato quasi un sollievo: c’erano tante cose in ballo e avere il tempo di rallentare era quasi una grande occasione, adesso, dopo un anno, sento che è faticoso, per noi studenti, per i professori, per le nostre relazioni, perché non possiamo fare attività didattiche come lavori di gruppo, non possiamo vivere la vita di classe, le uscite didattiche, le gite.” Letizia frequenta l’ultimo anno di Liceo e inizia a tirare le somme. “Non è così negativa la mia esperienza. A livello didattico la DAD obbliga gli allievi a diventare più autonomi e responsabili. Ci vuole consapevolezza, non possiamo perderci le lezioni, dobbiamo obbligarci ad ascoltare, se vogliamo imparare”. E prosegue “Il lockdown sì, mi ha cambiato. Ho Iniziato a mettere in discussione molte cose, anche le relazioni tra le persone, ho smesso di frequentare alcuni amici, ho ridotto drasticamente il numero di amicizie, ora so su chi posso contare, so chi c’è o no c’è. Io non sono una che esce volentieri, ma ora, però, non esco proprio più. Mi sono adattata, ho trovato il tempo per dedicare più tempo alla lettura, ho trovato il tempo di rivedere film, leggere libri, ascoltare tanta musica, ho imparato a pormi delle domande su me stessa e sugli altri. Credo che tutti avessimo bisogno di fare una pausa. Siamo portati sempre a correre e fare una pausa è stato positivo. “
Ma Letizia ad un tratto spegne un po’ il suo sorriso:” Quest’ ultimo lockdown però è diverso, la DAD è diventata non un momento eccezionale, ma la quotidianità.” 

 Camilla è triste
“Inizialmente mi incuriosiva la didattica a distanza ero quasi contenta, poi aiutava, l’alternativa era stare davanti al televisore a sentire le drammatiche notizie sul covid. Adesso, invece, mi pesa stare tutto il tempo davanti ad schermo, è difficile concentrarsi non è come stare in classe. Il momento che mi ha pesato di più è stato a settembre 2020. Pensavo che fosse finita ed invece ho capito che la scuola, dopo le vacanze estive, riprendeva con la Didattica a distanza. Il fatto di ricominciare di nuovo così mi sembrava terribile. Mi sentivo sola, non riuscivo a stare con gli altri, non riuscivo a vedere i professori se non dietro ad uno schermo. Ho provato tanta tanta solitudine! ”
I grandi occhi verdi di Camilla diventano sempre più lucidi:
“ Ho riflettuto però sulla libertà che avevo sempre avuto prima e sul valore della libertà. Ho anche capito di essere fortunata, perché i miei genitori lavorano, mentre tante persone in questo periodo sono disoccupate e sono fortunata anche perché nessuno si è ammalato nella mia famiglia fino ad ora”.

Opinione negativa sulla DAD anche per Sandro, padre di un ragazzo di sedici anni. Sandro è preoccupato:
“ Mio figlio Alex si è ormai abituato alla Didattica a distanza, preferisce così, ma io vedo che mancano alcune cose: il confronto con gli altri, lo spirito di gruppo, l’impegno condiviso con i compagni. Anche l’impegno nello studio non mi sembra pari al livello che potrebbe esserci in una terza di un Istituto Superiore”.
Genitori e allievi condividono tutti la stessa riflessione: “Si sta troppo soli in casa”.
Si resta troppo chiusi oggi e si rischia di rimanere chiusi anche domani.

(Prima parte)

 

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Info Autore
Anna Turotti
Author: Anna Turotti
Biografia:
Anna Turotti è nata a Biella, è sposata e madre di tre figlie. Si è laureata in Lettere all’Università degli Studi di Torino ed insegna presso il Liceo Scientifico di Biella. Nutre un grande amore per la natura e per l’arte e si diletta a scrivere versi e racconti, dove esprime emozioni e sentimenti in uno stile semplice ed evocativo fatto di immagini. Ha pubblicato le sue poesie in alcune Antologie Letterarie e la sua prima silloge poetica dal titolo “Ali nel blu”. Ha conseguito vari riconoscimenti in diversi concorsi letterari.
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