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di Anna Turotti

- Onorevole Azzolina, è stata Ministra dell’Istruzione in uno dei periodi più complessi della storia recente e il Suo mandato rimarrà per sempre legato alla Pandemia, al lockdown e alla DAD. Le decisioni da prendere sono state difficili. Quali scelte La rendono oggi particolarmente soddisfatta del Suo operato?

 La sospensione delle attività didattiche in presenza, nel marzo del 2020, è stata senza dubbio una decisione dolorosissima. Ma in quel momento non avevamo alternative. Il lavoro successivo ci ha invece permesso di tornare in presenza, seppur tra tante difficoltà, soprattutto per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori. Sono orgogliosa di aver lottato, senza mai esitare un attimo, con chi invece voleva ostinatamente e nuovamente chiudere tutto. C’è poi un dato: durante il mio mandato ho fatto in modo che si investissero 10 miliardi di euro sulla scuola. Una cifra mai vista che, insieme ai circa 30 miliardi del Pnrr, può imprimere una svolta.

- La durata del Suo Ministero non Le ha forse permesso di realizzare il programma che si era prefissata. C' è un obiettivo a cui teneva particolarmente che non è riuscita a raggiungere, che Le ha lasciato un po' di amaro in bocca?

Il ‘mio’ programma è stato stravolto appena un mese dopo l’insediamento. La scuola avrebbe bisogno di tanti interventi, dall’edilizia scolastica all’innovazione della didattica e alla formazione costante del personale scolastico. Ma è evidente che l’emergenza ha imposto nuove priorità. Quello che ho cercato di fare io è stato tenere sempre lo studente al centro di ogni scelta. Il rammarico è legato alle classi sovraffollate, volgarmente conosciute come “classi pollaio”: l’anno scorso siamo intervenuti con lavori di edilizia ricavando 40.000 aule nuove, abbiamo stanziato quadi 2 miliardi di euro per avere personale in più, fatto un concorso straordinario e abbiamo derogato alla legge Gelmini. Un primo passo significativo per eliminare il problema. Purtroppo, però, sembra che non si voglia dare seguito a quel percorso, ed è un vero peccato.

- Durante le sue missioni incontra molte studentesse e studenti. Che idea si è fatta della realtà scolastica di oggi e come vede la nuova generazione di adolescenti dopo due anni quasi di Pandemia?

Ho visitato decine e decine di scuole, non mi sono mai fermata e continuo a visitarle. Amo l’ambiente scolastico e credo che un buon Ministro debba partire da lì: entrare in classe, parlare con il personale e con gli studenti, confrontarsi e capire i problemi, per poi proporre delle soluzioni. I giovani hanno sofferto tanto ma hanno anche dimostrato una forza pazzesca. Meritano maggior rispetto da parte degli adulti che li dipingono spesso con troppa superficialità. La corsa a vaccinarsi è un esempio di come studenti e studentesse stiano dimostrando grande maturità. Una generazione di ragazzi “fortissimi” come li definisce Liliana Segre.

Ha dichiarato spesso di aver dedicato la Sua vita allo studio. Quali consigli darebbe ad un giovane all’inizio della carriera scolastica scoraggiato dalle scarse prospettive di lavoro in Italia in questo momento storico particolarmente difficile?

Non esiste la bacchetta magica: nello studio come nella vita, quello che conta è l’impegno. Non è un discorso retorico, la mia esperienza insegna che anche partendo indietro rispetto a tanti altri, con la forza di volontà e la passione si può ottenere tanto. Noi dobbiamo garantire che la scuola continui ad essere ascensore sociale. E quindi un luogo in cui, come diceva Don Milani, non si possono fare parti uguali tra disuguali. Sono assolutamente convinta che lo studio e la scuola possano permettere di costruire “il futuro”.

Onorevole Azzolina è molto giovane e ha davanti a sé una lunghissima e brillante carriera. Dove si vede tra qualche anno? Qual è il suo sogno nel cassetto?

Una cosa per volta. Sono molto concreta: ho un mandato, sono stata eletta sulla base di aspettative che lavoro ogni giorno per realizzare. Non è il momento di fare progetti a lungo termine. Sto vivendo giorno per giorno, e considero l’impegno politico per la res publica, una missione da portare avanti con il massimo senso dell’onore e della serietà. Mi piacerebbe restituire qualcosa di quanto ho ricevuto io, passo dopo passo. Non vi nego, però, che non mi dispiacerebbe riuscire a coniugare il lavoro con una “possibile” famiglia.

 

Quanto ha pesato essere donna nella sua esperienza politica?

Non è un mistero che in questo Paese abbiamo ancora difficoltà a riconoscere pienamente il ruolo delle donne, nel lavoro e in politica. È frustrante l’idea di essere giudicati non per quello che si fa ma per come si appare, per il vestito che si indossa o per il colore del rossetto. C’è un sessismo strisciante che, purtroppo, viene alimentato anche da alcune parti politiche.

 

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Info Autore
Anna Turotti
Author: Anna Turotti
Biografia:
Anna Turotti è nata a Biella, è sposata e madre di tre figlie. Si è laureata in Lettere all’Università degli Studi di Torino ed insegna presso il Liceo Scientifico di Biella. Nutre un grande amore per la natura e per l’arte e si diletta a scrivere versi e racconti, dove esprime emozioni e sentimenti in uno stile semplice ed evocativo fatto di immagini. Ha pubblicato le sue poesie in alcune Antologie Letterarie e la sua prima silloge poetica dal titolo “Ali nel blu”. Ha conseguito vari riconoscimenti in diversi concorsi letterari.
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