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di  Ilaria Solazzo

 

“Manuale cristiano di sopravvivenza spirituale. Meditazioni e citazioni” - di Vincenzo Luigi Gullace  (Morlacchi editore 2021) -  è un libro molto bello e stimolante in quanto, pagina dopo pagina, offre al lettore la possibilità di fare un viaggio verso la Luce.

 

di Ilaria Solazzo

Nella vita, gli abbracci sono un linguaggio universale di amore, conforto e connessione. Spesso, non prestiamo attenzione a quanto siano potenti finché non ci troviamo a dare o ricevere “l'ultimo abbraccio” da qualcuno che amiamo profondamente. Un momento di straordinaria importanza, poiché può rappresentare l'addio a una persona cara o a un periodo della nostra esistenza, una connessione profonda che va al di là delle parole assumendo un significato ancora più innato, di transizione. Questi gesti sono particolarmente significativi, perché ci ricordano quanto sia prezioso il tempo che trascorriamo con le persone che amiamo.

 

"L'ultimo abbraccio" edito dalla Diarkos è un libro piacevole che coinvolge il lettore e lo spinge a fare delle riflessioni sulla drammaticità della vita che a volte ci pone dinnanzi ad un bivio, spingendoci a trovare la forza per andare avanti nonostante tutto. Lo stesso autore nella propria esperienza ha dovuto sopportare gravi lutti come quello del padre e nel romanzo se ne coglie un implicito richiamo. Ma “L'ultimo abbraccio” è anche un monito a non arrendersi alle avversità ed a fare del bene perché in fondo è ciò che rimane nel cuore di chi resta.

A mio avviso, questo libro di Gian Ettore Gassani è un capolavoro. Ho pianto spesso nel leggerlo lo ammetto, le emozioni che suscita sono forti. Chi conosce l'avvocato Gassani può cogliere la sua grandezza nell'arrivare al cuore delle persone con semplicità di linguaggio, come in questo libro e anche nei precedenti.

Indole umile, modesta, le sue riflessioni sono la risultante della immensa umanità che da sempre lo caratterizza.

Il volume è foriero di riflessioni che catturano l'attenzione del lettore fin dalla prima pagina. Non è solo un romanzo, è molto di più. È un testo che svela il senso della vita, quello più profondo: la gioia di vivere e di vivere per gli altri. La vita vista come un grande gioco di squadra in cui ognuno può essere il pilastro di un'altra persona. Senza moralismi, senza ipocrisie, per l'autore ognuno di noi - così come i protagonisti, più o meno fortunati del libro - può dare il suo prezioso contributo all'esistenza propria e a quella degli altri. È un testo che fa riscoprire il lato più umano, autentico, vero. Per scrivere così tanto con il cuore, bisognadcerto avere tanta sensibilità e altruismo. Penso che dietro al protagonista Dimitri ci sia la personalità di Gian Ettore Gassani che attraverso il personaggio, ci insegna a non mollare, a non lasciarci morire, a lottare e a credere nonostante la morte nel cuore. Quando la vita sembra non avere più senso è lì che in fondo in fondo arriverà altro amore. Il valore della condivisione è quello predominante nel testo. Non ci si può non innamorare del protagonista, non si può non piangere di fronte alla bontà e umanità di quest' uomo.  

L’autore Gian Ettore Gassani è una personalità illustre nel mondo forense: presiede l’AMI - Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani per la tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia – una delle più importanti Associazioni Forensi d’Italia. È inoltre Direttore Nazionale INarf -Istituto nazionale di ricerca statistica sulla famiglia e sui minorenni- ed editore del giornale “Lex Familiae”.

Presidente e fondatore della Camera Minorile Palermitana, è inoltre componente dell’Osservatorio sull’infanzia e l’adolescenza -Dipartimento Assessorato Politiche Sociali- dell’Amministrazione Provinciale.

È spesso opinionista di Radio 21 ed è stato ospite in programmi Rai e Mediaset. In qualità di professionista collaboratore esterno del settimanale “Così”, ha inoltre rilasciato interviste a diverse testate giornalistiche di rilevo nazionale tra cui: il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole24ore, Il Messaggero, Panorama, L’Espresso, La Stampa, Il Giornale, Il Tempo, Libero, Chi.

Nel 2016 ha pubblicato un manuale dal titolo “La tutela del convivente dopo la legge sulle unioni civili” (Giuffrè editore) con la prefazione di Monica Cirinnà. Per la casa editrice La Tribuna ha scritto: “Il Codice Rosso” e “Il Codice Antimafia”.

È inoltre autore dei testi "Dietro Un Uomo"; “I Perplessi Sposi”; “Vi dichiaro divorziati”; “C’eravamo tanto armati”; "La Guerra dei Rossi".

 

 

Si è svolta sabato 7 ottobre presso la biblioteca comunale Gregorio Caloprese, l’inaugurazione della mostra fotografica  dal titolo: “Gli apprestamenti difensivi nell’Alto Tirreno e Ionio Cosentino”, promossa da: Atelier du Faux Semblant, associazione L’Altra Casa e Levante APS nell’ambito del progetto “Biblioteca al Centro”. 

 

Cuoca e autrice di testi di ricette, condite da un pizzico di storia familiare e una spruzzata di ricordi

 

di Ilaria Solazzo*

- Ciao Roberta, ti va di descriverti brevemente 

«Mi chiamo Roberta Libero e ho tre passioni: cucinare, scrivere e leggere. Per molti anni ho fatto la cuoca a domicilio e ho lavorato nel volontariato per la mia parrocchia e per altre realtà di beneficenza. Adesso ho un po' rallentato ma se c'è bisogno non mi tiro indietro. Sona nata giusto a metà del secolo scorso, in settembre e sono, quindi, del segno della Vergine, segno che ha tra le sue caratteristiche ordine, rigore e fantasia. Mi sento di dire che sono più fornita della terza qualità, un dono che mi ha sempre aiutata per dare il massimo nel lavoro e nelle mie attività sociali. Ho due figli e due nipoti, Matilde ormai diciottenne e Antonio un quindicenne che ama lo sport e cucinare. È bravissimo a stendere la sfoglia con il matterello per confezionare tortellini, ravioli e tagliatelle. Scrivere il mio libro “La scatola di latta” per Bertoni è stato uno degli episodi più belli della mia vita, anche perché nel 2019 ha vinto il premio Iolanda per le ricette della memoria. Penso che sia un'eredità preziosa per i miei figli e nipoti e per tutte le persone che verranno dopo. Adesso ne sto scrivendo un altro con racconti ispirati alla cucina dei primi del Novecento abbinati a fatti storici e di famiglia. Le foto della “Scatola di Latta” sono ancora tante e molto interessanti. Intanto, insieme a mia sorella Mariarosa gestisco il negozio di oreficeria che fu di papà. Un impegno importante e non facile che non abbiamo voluto abbandonare per rispetto al lavoroche lui intraprese, non senza difficoltà, subito dopo la guerra». 

 

 

- Com'è nato questo libro?

«Moltissimi anni fa quando ho ritrovato la famosa “scatola di latta” del titolo. Stavamo ristrutturando casa quando è riapparsa. Aprendola vi ho trovato tante foto in bianco e nero ingiallite dal tempo, che mia madre credeva fossero andate smarrite, logicamente di varie dimensioni. Dato che il ritrovamento è avvenuto vicino a delle pentole, ho pensato di unire la mia passione per la cucina a quella della scrittura. E così è nato il progetto editoriale a cura della Bertoni Editore».

Ecco un estratto tratto dall'introduzione del libro che ne spiega la genesi “familiare”: “Non era più possibile aspettare. Il lavoro andava fatto. Entro pochi giorni sarebbe arrivata la ditta di traslochi per portare i mobili in deposito. Ormai era deciso: la casa dei nonni doveva essere ristrutturata…”.

Il volume di Roberta Libero va letto con attenzione, un poco alla volta, perché, come dice lei stessa, altrimenti si corre il serio rischio d’ingrassare.

Il testo racconta alcuni “spaccati” di vita quotidiana, nei quali, si possono riconoscere anche le famiglie, i genitori, gli zii, di tanti di noi.

Un lettore, dopo averlo acquistato, ha scritto sui social: "Questo volume ha una doppia funzione e quella che preferisco è quella godereccia. È un libro che va cucinato", tu, Roberta, sei d'accordo?

«Assolutamente sì. Oltre a ricordare con amore periodi importanti della mia vita prematrimoniale ricca di foto (le immagini di famiglia sono di proprietà di Roberta, Mariarosa e Chiara Libero. Quelle dei piatti sono di Neralbo Guariento NdR), dentro ci sono anche tante ricette spiegate con scrupolosità per permettere a tutti di eseguirle al meglio. La cultura culinaria è una parte essenziale delle nostre vite, poiché influenza non solo ciò che mangiamo, ma anche i ricordi che custodiamo nel profondo del cuore. Il cibo è molto più di una semplice fonte di nutrimento per il corpo; è una porta per i ricordi, un viaggio nel passato, e una finestra aperta sulle nostre emozioni più prof…».  

*Giornalista pubblicista