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di Arianna Di Presa

Nel presente articolo intendo descrivere l'arte incisiva e ritrattista di una nota pittrice di Como Daniela Porro.

Daniela Porro da anni è impegnata in numerose mostre dove riesce sempre in maniera strepitosa a rendere omaggio alla danza esistenziale attraverso la raffigurazione incisiva di delicate fanciulle pronte a danzare ritmicamente nell'universo. La sua passione e professione è stata trasmessa in maniera autentica alla figlia Sarah Bellome, poetessa e pittrice, che sulle orme della madre è riuscita a mostrarsi fortunata e resiliente, attraverso l'arte, un mondo sgorgante di riflessi interiori ed empatia, il quale  ha permesso di addentrarsi nella forza evolutiva anzichè ancorarsi ai pregiudizi sociali, fin troppo spesso fonti di esclusione dal mondo.

L'arte dunque, si pone come la perfetta interfaccia di conquistate vittorie, una sorta di pedagogia della differenza, ossia un insegnamento educativo che valorizza le risorse emblematiche e animiche della persona, nelle propria totalità. Ne sono un esempio prezioso le "fanciulle in fiore" un percorso artistico personalizzato più volte omaggiato e presentato dallo Storico e Critico d'arte contemporanea Giorgio Gregorio Grasso, dove l'umanità è divenuta linfa di purezza e arricchimento collettivo da trasmettere al pubblico, in simbiosi tra nascita e fatica in cui trapela costantemente il seme del coraggio conquistato in un rapporto di crescita quotidiana. 

Questo è dunque il potere evolutivo dell'arte, un viaggio di misteriose difficoltà trasformato in un catartico ruscello tra mimesi materica e psichica in un linguaggio denso di contorni delicati tra sguardi profondi e silenzi privi di parole dentro il nome indefinito del movimento del cuore.

 

 

di Mario Logullo

L’Accademia ARTEA, nata dalla sinergia artistica degli Attori, Registi e Autori Barbara Bruni e Francesco Antonio Conti con il Maestro Stefano Tanzillo. È una nuova realtà, con sede a Cosenza, per la formazione, produzione e ricerca nelle arti performative con lo scopo di fornire alte competenze a chi opera o vuole operare nel mondo del Teatro, della Musica e dello Spettacolo.

 

di Laura Vargiu

Sono stati resi noti i finalisti del prestigioso Premio Napoli, nato nel lontano 1954 e giunto ora alla sua sessantasettesima edizione. Ne è stata data comunicazione ufficiale da Domenico Ciruzzi, Presidente della Fondazione Premio Napoli, durante la conferenza stampa svoltasi lo scorso 22 settembre nella città partenopea presso la sede in Piazza del Plebiscito. 

 

di Stefania Melani


Giovanni BOLDINI 1842 - 1931

Un grande pittore italiano che anche in vita ebbe fama internazionale.

Nasce a Ferrara, ottavo di tredici figli e qui inizia il suo percorso artistico ma ben presto il clima della città gli sta stretto e prosegue il suo cammino di vita e di arte altrove.

Figlio di un discreto pittore restauratore respira arte in famiglia, con gli insegnamenti paterni il suo talento matura in fretta così che a diciotto anni è già abbastanza famoso come ritrattista.

Si forma a Firenze, a fianco dei Macchiaioli, frequenta qui il caffè Michelangelo dove conosce Telemaco Signorini, Giovanni Fattori ed altri ma pur capendo l’importanza del movimento non vi aderì mai anche perché essi erano antiborghesi e rivoluzionari mentre Boldini preferiva gli ambienti confortevoli della ricca borghesia italiana e straniera.

Era amico degli inglesi Falconer ai quali decoro’ poi un ambiente nella loro Villa di Pistoia, che io ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare perché giovanissima amica della moglie del pittore MARIA EMILIA CARDONA.

Con i Falconer intraprende il primo viaggio a Parigi nel 1867, fu poi a Londra dove non passò inosservato per il suo talento.

Con queste sue molteplici esperienze Boldini comprende che doveva giocare a Parigi il suo percorso artistico e qui prese lo studio in Avenue Frochot, dove però rimase per poco tempo prima di trasferirsi a Place Pigalle.

Amico di pittori famosi come Degas, Renoir ed il grande Manet frequenta l’alta borghesia e, contrariamente a molti suoi colleghi, era ricco e ricercato già in vita.

Il suo modo innovativo di intendere il ritratto è un modo quasi pervaso di antica magia…le donne sono bellissime, abbracciate da intense pennellate filamentose e ritratte non in posa, come fino all’ora veniva solitamente fatto, ma in ambienti familiari, caldi, accoglienti.

Anche per questo è richiesto dalle donne più importanti del bel mondo parigino, che si contendono un ritratto del maestro, egli non si nega, anzi si concede in ogni senso.

Boldini è considerato un grande erede della genialità pittorica italiana.


SULL’OPERA
Grazia infinita in questa bellissima donna, magistralmente vestita...ed oltre all’abito che indossa come una regina, direi anche magistralmente vestita del suo sorriso,

Un sorriso dolcissimo, accennato con la bocca e con gli occhi ...che le mani del maestro hanno saputo rendere vivo qui nell’opera.

E vivo resterà per sempre.

Con le sue lunghe pennellate, ricche di intensi filamenti di colore e di improvvisi bagliori di luce dipinge donne bellissime, una ritrattistica molto richiesta.

Potenza dell’arte che sconvolgi il nostro senso della banalità con la bellezza, che ci riempi di gioia e di doni.

Grande Boldini, ci hai dipinte bellissime...ogni donna fra le tue mani, grande artista, si è arricchita di qualcosa...non fosse altro che della tua magia!

Maestro ho visto i tuoi lavori, li ho potuti osservare su quel muro dove tu li avevi dipinti molti anni prima....mi è sembrato quasi che tu fossi lì...ed io con te scambiassi emozioni dell’anima!!

Al primo piano della Villa La Falconiera, così vicina alla mia casa della adolescenza, dove sono entrata numerose volte, tutte preziosamente custodite nei miei ricordi.

Incantata Maestro! Grazie!

Un felice cammino di Arte a tutti voi amici carissimi.

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Nella foto di copertina:
Ritratto di Elisabeth Drexel Lehr.
1905 - Olio su tela. Giovanni Boldini. 

 

 

di Fiore Sansalone

Premiato, sabato 24, in quel di Asti, il messinese, ma oramai da quarant’anni impiantato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), dr. Giovanni Macrì, con la medaglia del Senato Italiano. Prestigioso riconoscimento istituzionale assegnatoli in seno alla XX edizione del Premio Letterario “Vittorio Alfieri”, organizzato dall’Associazione Culturale “La poesia salva la vita” e svoltasi nell’imponente sala dell’ex Consiglio Provinciale del capoluogo astigiano.