di Sergio Melchiorre
Antonella Garzonio è nata a Como il 22 febbraio 1961 e nel 1991 si trasferisce a Cassano Magnago, in provincia di Varese, dove attualmente vive con la figlia Federica.
Come poetessa ha partecipato a numerosi concorsi conseguendo notevoli consensi, premi e segnalazioni.
È in fase di realizzazione la pubblicazione di un altro libro di poesie “Supernova”, edito da “Controluna Edizioni”.
È una valida e romantica poetessa che, dal punto di vista letterario, riesce a trasformare in versi straordinariamente suggestivi le sue emozioni e il suo vissuto personale.
Le sue poesie sono leggiadre come il volo di quelle farfalle variopinte che volteggiano nell’aria alla ricerca di un fiore selvatico, dove poter poggiare le loro stanche ali; il loro respiro aleggia sui soffioni che crescono spontaneamente nei campi, ma che si dissolvono al primo soffio del venticello primaverile.
«Un fiore selvaggio - come scrive Fabrizio Caramagna - non dovrebbe dire a una rosa che è la più bella e un soffione non dovrebbe scusarsi con gli alberi se al primo colpo di vento ha perso la sua corolla.
Fioriamo tutti in modo unico e originale».
Le liriche di Antonella, scritte in modo mirabile, sbocciano in tutte le stagioni dell’anima, perché colgono le varie sfaccettature dei sentimenti più reconditi e colpiscono direttamente il cuore del lettore.
Nella sua raccolta poetica “L’amore rincorso”, dedicata alla figlia Federica, ogni singolo verso impreziosisce le sue liriche facendole brillare come stelle comete nell’immensità del cielo, illuminando ogni angolo della sua anima e delle sue emozioni più recondite.
Ogni verso poetico trasuda di una passione autentica che l’autrice lombarda conserva nel segreto del suo cuore e che riesce ad esteriorizzare soltanto scrivendo ciò che le suggeriscono i sentimenti che animano la sua straordinaria sensibilità.
L’Arte poetica che caratterizza la sua opera letteraria cela una malinconia sottaciuta, come per esempio, all’interno della splendida lirica “Sospesi” quando scrive: «Ali di sogno l’incanto delle tue parole,/strappati alla vita fluttuiamo sospesi/impalpabili/come petali nell’aria./E m’acquieto stanca/mentre il giorno scolora/sospesa/nei tuoi occhi di bruma/su nuvole di seta silente attende la gioia». L’artista ondeggia metaforicamente tra l’amore desiderato, sognato, e l’attesa di una felicità impossibile.
Nella poesia “Le tue mani”, Antonella Garzonio sogna le mani della persona amata, come se fossero delle vele che l’avvolgono d’amore, disfacendo la sua immensa tristezza e risvegliando i suoi desideri. Nella poesia “Ladro di stelle”, Antonella Garzonio è alla ricerca del perduto amore «affacciato alla ringhiera del tempo [che la] sorprende rubando le stelle dal manto del cielo sullo sfondo di un cielo oscuro».
La verseggiatrice raggiunge l’apice poetico quanto scrive nella poesia “Fra guglie di cielo”: «Ferma fra le tue braccia/di una realtà senza volto/ti guardo dai vetri/inchiodata agli angoli di un’anima/che ha sete di vita».
La sua anima, come avrebbe detto Anatole France “…si nutre d’estasi come la cicala di rugiada”.
“L’amore rincorso” è un piccolo capolavoro letterario da gustare, leggendo attentamente le liriche di un’artista che metabolizza il suo dolore sottaciuto, nella consapevolezza delle sue fervide emozioni.
«Cogliere le luci e le ombre del linguaggio poetico di Antonella Garzonio, scrive nella prefazione la poetessa Antonella Modàffari Bartoli, è come osservare una rosa mentre sboccia coi suoi delicati petali, coi sui colori bellissimi. È come osservare in un fotogramma momenti della propria esistenza, dove chi legge può trovare il suo stesso sentimento impresso in un verso, nel mistero dell’anima, perché la vera poesia è l’essenza dell’anima stessa e stringe a sé il leggero fruscio delle foglie smosse dal vento, soffuso a volte, da nostalgici ricordi, “Come una foglia d’estate senza terra né peso, ti guardo così, da lontano raccontare al vento di amarezze e ritorni”. I sogni infranti emergono e la poetessa, portata per sua natura a penetrare il mistero, s’inoltra e confonde il suo esistere con il rumore dell’acqua che scorre fra le insenature delle rocce, acqua limpida e pura, così come dovrebbe essere sempre la poesia. Perché la poesia unisce e separa la realtà dell’altro, penetrando il magico gioco della vita, sfiorando la natura, che lei osserva come d’una riva la perenne onda del tempo, dove creature fantastiche giocano negli abissi dell’anima mentre l’attrice diviene spettatrice e proietta il suo femminile nella pienezza dei sentimenti, nel suo ideale amore. “avevo un anello di latta polvere dei desideri, agonia senza aurora, ancor piango in questa gabbia dove fuggito è l’amore, fra i cocci del cuore distrutto”. La poesia si fa sogno, e viene tessuta con fili di seta, dove il materiale e lo spirituale non hanno confini e restano sospesi come fili di una ragnatela tessuta da un architetto geniale qual è il ragno e brilla trafitta dalla luce, nel mistero del desiderio e del sogno».
Antonella Garzonio è una poetessa coeva che ha la capacità di coinvolgere tutti coloro che hanno la fortuna di approcciarsi alle sue liriche, le quali hanno il potere di togliere il fiato perché autentiche e sofferte e di trasportare i lettori in un turbinio di emozioni.