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Oggi parliamo un po’ con un poeta calabrese molto conosciuto negli ambienti e nei concorsi della sua regione e nel resto d’Italia, Gregorio Magazzù. Gregorio è di Palmi, bella e attiva cittadina situata in una splendida location sul mar Tirreno, di per sé già fonte di ispirazione poetica per i suoi scenari.

Il mare occupa certamente una funzione cardine nei versi del poeta palmese. Il movimento delle onde, la risacca, le conchiglie sapientemente descritti nei suoi versi accompagnano le vicende umane come il ritmo della vita stessa. Il mare è soprattutto amore per la sua terra e rappresenta la prospettiva privilegiata per osservare il mondo. Dalle acque cristalline assaporate da una panchina Gregorio si proietta in vicende di umana sofferenza per scoprire “Tragedie e speranze” di “poveri corpi, inermi ….risparmiati dal mare in tempesta…o…in balia dei pesci”.

In una versificazione scorrevole ma non priva di immagini forti e di un costante utilizzo del linguaggio sensoriale, Gregorio ci parla della sua vita, dei suoi amori e dei genitori scomparsi. Il ciclo delle sue vicende segue un ritmo regolare nei versi, quasi il poeta cercasse di imitare inconsapevolmente il movimento delle onde ed assaggiare il salmastro delle acque.

Il linguaggio denso di simboli lascia trasparire forti passioni che si caricano di luci e ombre e del supporto della notte che accompagna i desideri.

Non manca, infine, l’immagine femminile, figura ammaliatrice e simbolo della donna amata. Forte è comunque il rispetto per quella ninfa oggetto del desiderio, troppo spesso purtroppo “vittima dell’umana follia….quando il lupo cattivo delle favole s’incarna nell’uomo”.

 

  1. Buongiorno Gregorio, parlaci un po’ di te.

Buongiorno a te Lucia e grazie per questa tua intervista, è la prima per me, speriamo di esserne all'altezza. Parlarti di me è una cosa semplice per il fatto che c'è poco da raccontare.

Ho vissuto un'infanzia normale e direi felice. Una adolescenza e una maturità altrettanto normale e in serenità in una famiglia unita nei valori dell’affetto, senza fronzoli e senza eccessi. Oggi sono una persona matura (almeno negli anni) con una mia famiglia a cui ho dedicato tutto me stesso, inteso come piacevole dovere e non come sacrificio. Ho dei nipotini (in atto quasi tre) che mi appagano completamente.

  1. Chi è il poeta Gregorio Magazzù?

Chi è il poeta Gregorio Magazzù? La medesima persona con in più un’acquisita capacità ed esperienza nell’osservare le cose, la natura e le persone e carpirne i segreti interiori da cui, poi,  sgorgano  versi.

 

  1. Tu sei calabrese. Cosa rappresenta questa regione per te e per la tua poesia?

Essere calabrese è per me un orgoglio di appartenenza, una fonte d'amore e d'ispirazione. E’ uno stile di vita: mi ritengo figlio di una Madre generosa.

 

  1. Che ruolo ha la tua famiglia nelle poesie che scrivi? E’ complicato conciliare la tua scrittura con gli impegni familiari?

La famiglia nel mio ruolo di poeta è una fonte silenziosa ma essenziale. Mi riferisco sia ai ricordi della mia famiglia d'origine che alle certezze e agli stimoli di quella che ho creato dove la mia compagna di vita è stata spesso fonte ispiratrice unitamente a figli e nipoti. Mia moglie non interferisce nelle mie scritture in quanto non le  rubo mai il tempo che a loro è dovuto. Il tempo poetico è sempre nei momenti dei miei silenzi e delle mie riflessioni.

 

  1. Cosa ti ha tolto e cosa ti ha portato di nuovo quest’anno e mezzo vissuto come se non fosse vissuto?

Quest'anno e mezzo di Covid con i suoi forzati isolamenti, sicuramente mi ha tolto la parte visibile degli affetti in tutte le sue manifestazioni. Non è vero che trattasi di tempo “non vissuto" bensì di tempo vissuto diversamente, sia interiormente che esteriormente. Ognuno di noi, costretto al tempo delle  riflessioni ha scoperto in sé e negli altri valori sconosciuti che normalmente non sarebbero emersi.

  1. Come e quando hai sentito di dover scrivere? Si tratta di passione o di necessità? Da dove nasce il desiderio di prendere in mano una penna e mettere insieme parole, frasi e versi?

Non vi è' stato un segno premonitore che mi ha spinto a scrivere ma, come tutti gli “amori" colpisce all'improvviso come un fulmine in un cielo azzurro. Non so dire se trattasi di passione e/o necessità, forse entrambe le cose in quanto la passione cova in silenzio dentro di te e la necessità invece è causata da un bisogno o circostanza esterna o da un avvenimento inatteso e deflagrante.

Entrambi suscitano in te il desiderio, il bisogno di  munirti di carta e penna e scrivere con l'inchiostro dell'anima.

  1. Come è nato “Il Rifugio dell’anima”?

Il “rifugio dell'anima” è' nato dal desiderio di superare gli egoismi e condividere con le generazioni presenti e future le esperienze ed i sentimenti che ti hanno guidato nel tuo cammino.

 

  1. Sarà un episodio isolato o possiamo aspettarci dell’altro dopo questo primo passo?

Si tratta di un episodio che non doveva nascere ma, come ogni nuova vita sente il bisogno di una compagnia, speriamo di accontentarla.

  1. Gregorio cosa si aspetta dal suo domani?

Serenità per me e per tutte le persone care, amici compresi. Mi aspetto che tutte le esperienze pre e post Covid si fondino nella parte migliore e gli uomini ne traggano insegnamento.

 

 

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Info Autore
Lucia Lo Bianco
Author: Lucia Lo Bianco
Biografia:
Sono una docente di Lingua e Letteratura Inglese in un Liceo Classico di Palermo. Oltre all’insegnamento sono impegnata in tante attività, professionali e personali. Da tre anni collaboro con Eurosofia, un ente coinvolto nella formazione professionale docenti e ho tenuto diversi webinar di aggiornamento e di preparazione per i concorsi a cattedra. Sul piano personale, oltre ad essere una runner, scrivo poesie, racconti e articoli e sto lavorando alla stesura del mio primo romanzo.
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