Una folla di corridori in attesa domenica 21 novembre 2021, una grande giornata per Palermo, una parvenza di ritorno alla normalità se non fosse per quella mascherina indossata alla partenza e poi spostata sul braccio come accessorio segno dei nuovi tempi.
I runners della XXVI° Maratona di Palermo: gente locale, qui è là si sente un accento diverso, un idioma straniero e la speranza vola che forse si riesca malgrado tutto a ritornare ad una normalità che avevamo dimenticato. Lì, tra i corridori nelle gabbie della partenza, tra magliette variopinte di varie società accomunate dalla sola presenza del pettorale indossato sul petto, il blu del cielo è una mano benedicente pronto a dare il via alla kermesse sportiva più importante per questa città.
Ed ecco che in un’atmosfera vociante d’incredulo entusiasmo le gambe accompagnano il percorso, i piedi calpestano la strada, passo dopo passo, battito dopo battito. C’è chi grida e si lancia in un numero comico scatenando la generale ilarità, chi invece riconosce un amico, un runner con cui ha corso spesso in passato, appena prima del lockdown. Curioso rivedersi così, con le scarpette in fuga e riuscire a rubare due chiacchere al vento. E poi i chilometri cominciano a sfilare davanti agli occhi mentre la fredda brezza mattutina lentamente lascia il posto al calore del sole sulla pelle, su corpi leggermente infreddoliti dall’attesa in una giornata che si annuncia spettacolare.
È un fascio di luce chiara questa XXVI° Maratona che lentamente si avvia verso il Parco della Favorita, il polmone verde di Palermo percorso d’allenamento obbligato soprattutto la domenica mattina. Dopo due anni la città riapre le sue vie agli atleti che scalpitano, ai campioni kenioti veloci e irraggiungibili, al sudore e alla fatica parte integrante dell’unico vero obiettivo: tagliare il traguardo.
L’aria frizzante del mattino gradualmente scompare nel tepore del sole che appare a tratti lungo i viali del Parco che i corridori percorrono con allegria, nonostante il duro saliscendi che costringe tutti a variare il passo mentre si attende la discesa che porterà alla spiaggia di Mondello. La località balneare non è mai apparsa così bella, con la sua fine sabbia bianca nella tranquillità di un periodo fuori stagione. Un mare invernale in attesa, limpido e cristallino al punto da riflettere i colori del cielo mentre gli occhi per un attimo tralasciano i tempi e la fatica per sognare il verde delle acque.
Un sogno che si confonde presto con la realtà dell’erta salita che aspetta tutti e che durerà per oltre due chilometri prima di riportare gli atleti nel verde folto degli alberi che fiancheggiano i numerosi sentieri dove è possibile cogliere arance e mandarini tutto l’anno, mentre le nespole già ti accolgono ad aprile per addolcire il cammino di chi desideri inoltrarsi in un luogo di pura bellezza.
I runners che correranno il percorso dei 21 chilometri sanno bene che la gara volge alla fine e decidono di accelerare il passo, lanciandosi in una rincorsa che dalla “Favorita” li porterà alla Via Libertà, un tempo trionfo del Liberty palermitano. Arteria fondamentale della viabilità cittadina la via Libertà è oggi meta del passeggio domenicale fiancheggiata com’è da eleganti e raffinati negozi e palazzi. Per chi ha scelto la “mezza maratona” il tratto è quasi finito: svoltato infatti il Teatro Politeama si tratterà di sgambettare fino al tanto agognato arrivo, tra una folla vociante e i volontari dell’organizzazione pronti ad accoglierti con la splendida medaglia.
Il percorso dei 42 chilometri continua invece verso le vie del centro storico più grande d’Europa, tra le viuzze e la salita del “Cassaro”. Si correrà l’arte, come annuncia lo slogan promozionale della corsa e i corridori si riempiranno gli occhi di storia e di mirabili opere architettoniche entrando a pieno titolo nell’immortalità.
I maratoneti sanno bene che l’arrivo sarà una miscela di sudore e lacrime, di fatica vissuta con leggerezza e consapevolezza. La stanchezza e la paura di non farcela durante il percorso si dilegueranno nella poesia della corsa, in quel guizzo di magia che spingerà un po’ tutti, alla fine, a programmare già la Maratona successiva.
Lucia Lo Bianco