di Guendalina Middei
Lei si chiama Chiara Trevisan, ha 46 anni e di mestiere legge libri agli sconosciuti.
Il suo ufficio è un angolo qualunque di mondo in cui possano arrivare la sua bici e il suo carretto carico di libri, frasi, parole, storie.
In testa un buffo cappello blu a falde flosce, nella voce un frammento di vita da regalare al mondo. Si definisce lettrice vis-à-vis e da cinque anni la potete trovare in piazza Carignano, a Torino, con la sua cesta di libri e una scatola piena di frasi scritte su quadrati di carta. «Scegline cinque - dice a chiunque si avvicini - In base a quelle che senti più tue, ti leggerò un brano.»
Un saggio, un classico, un racconto di Hemingway, i versi della Szymborska, non importa: Chiara ti ruba l’anima e te la restituisce in forma di parole, riallacciando miracolosamente una relazione tra esseri umani a cui abbiamo rinunciato. Non è una semplice performance e Chiara non è solo un’artista di strada. Chiara è una archeologa delle relazioni sociali, un’artigiana della cultura che, pazientemente, ricostruisce reti emotive attraverso il potere di un linguaggio universale.
In quest’epoca di tenebre attraversate da odio, violenza e ignoranza, in cui metà degli italiani dichiara orgogliosamente di non aver letto neanche un libro in un anno, in cui la cultura è tornata ad essere vista con sospetto, Chiara è una lanterna accesa all’angolo della strada. Non lasciamola spegnere per nessuna ragione.
"Sull’Arte di Strada impera un divieto? E io mi riprendo un diritto.
Oggi ho trascorso un’ora e mezza, in Piazza Carignano (dove mi esibisco solitamente), lavorando esclusivamente da remoto, con chi si è collegato a un Google meet. Lo sgabello riservato abitualmente a un ospite alla volta, sosteneva invece il mio computer.
Ci siamo raccontati come stiamo, abbiamo giocato con la bibliomanzia, e abbiamo informato i passanti esterrefatti. Io mi sono anche commossa, sul finale, perché da ottobre non sedevo in questa piazza, parlando viva con voi vivi. Mi sono divertita, e nessun vigile mi ha fermata, ma sia chiaro: un pomeriggio situazionista non risolve un problema.
Perché le strade sono piene, ma non di noi?" (Chiara Trevisan)
(Grazie a Noah per la foto)