di Rita Scelfo
Se attraversassimo l’Italia da Nord a Sud, isole comprese, scopriremmo bellezze artistiche e perle nascoste; c’è un patrimonio culturale da custodire e da valorizzare come ad esempio in Sicilia “Il Parco Letterario Salvatore Quasimodo” nei pressi di Roccalumera, tra Messina e Taormina. A Roccalumera ha vissuto Quasimodo, Premio Nobel per la Letteratura (1959); nato a Modica, vi si trasferì ad appena cinque giorni dalla nascita e a soli 14 anni scrisse la sua prima poesia sulla spiaggia del paesino. Il Parco, sorto in onore del poeta, è attivo dal 1998 quando la Comunità Europea ne firmò il riconoscimento ufficiale in seguito al Concorso “Sovvenzione Globale Parchi Letterari” risultando fra i 16 vincitori; da allora si è operato al fine di portare avanti un efficace incontro tra Letteratura e Territorio.
Scriveva Goethe: «La Sicilia è la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita». Il Parco Quasimodo è uno di questi gioielli da visitare. Si trova nella stazione ferroviaria in ricordo della professione del papà del poeta Quasimodo e del nonno Vincenzo, vice sindaco di Roccalumera.
Nel giardino Museo sono posizionati i vagoni ferroviari che si presentano come scrigni che conservano tutti i ricordi e le memorie del vissuto del Poeta. All’interno dei vagoni, infatti, sono custoditi documenti importanti, epistole, fotografie, poesie che hanno come tema la famiglia, Roccalumera e la Sicilia (“La Terra Impareggiabile”), opere e oggetti appartenuti al Poeta che ricostruiscono gli anni vissuti a Roccalumera, paesino che ispirò tante poesie : "Vicolo”, “Lettera alla Madre”, “Al Padre”…
UNA SALA DEL MUSEO
La Torre Saracena
La Torre Saracena è una costruzione risalente al 1400; serviva a difendere la zona in quanto torre di guardia e dalla stessa si potevano avvistare i nemici ed era anche rifugio in caso di pericolo. Ha una struttura circolare con, in alto, una smerlatura guelfa e dentellata; in basso, un’apertura immette all’interno dove possiamo ammirare una stampa raffigurante il Poeta e le “Gouaches” dipinti dal poeta stesso. Il Poeta giocava con il fratello e gli amici nella piazzetta attigua e proprio sulla facciata della stessa è stata affissa una lapide con la poesia “Vicino a una Torre Saracena, per il fratello morto”, che Quasimodo dedicò al fratello Vincenzo.
Io stavo ad una chiara
conchiglia del mio mare
e nel suono lontano udivo cuori
crescere con me, battere
uguale età. Di dèi o di bestie, timidi
o diavoli: favole avverse della
mente. Forse le attente
morse delle tagliole
cupe per volpi lupi
iene, sotto la luna a vela lacera
scattarono per noi,
cuori di viole delicate, cuori
di fiori irti. O non dovevano crescere
e scendere dal suono: il tuono tetro
su dall'arcobaleno d'aria e pietra
all'orecchio del mare rombava una
infanzia errata, eredità di sogni a rovescio, alla terra di misure
astratte, dove ogni cosa
à più forte dell'uomo.
L’interno della Torre Saracena
L’abbraccio di Salvatore Quasimodo al padre dopo aver ricevuto il Premio Nobel
Nell’agosto del 2017 il comune di Roccalumera conferisce al Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta, la cittadinanza onoraria.
Il Maestro Alessandro Quasimodo alla scrivania del padre, situata all’interno del Parco