La Nato rinforza l'asse Russia Cina
di Paolo Russo
Tra Russia e Nato è cominciata da qualche tempo una guerra di informazioni atta a sminuire le ragione degli attori in campo.
Da un lato i paesi che hanno aderito alla Nato descrivono l'intervento russo come un intervento imperialista guidato da un dittatore nostalgico della Grande Russia e dall'altra parte i russi che lamentano uno sconfinamento degli interessi dell'occidente a est che si concretizzerebbe con l'adesione dell'Ucraina alla Nato.
Questa visione dicotomica della realtà non è solo la difesa di due posizioni politiche strategiche ma nasconde il fallimento della diplomazia, soprattutto di quella europea.
L'Europa ancora una volta ha fallito la sua strategia diplomatica perchè invece di parlare con una voce unica ha trovato in Macron prima e in Scholz dopo dei capi politici che hanno difeso i loro (diversi) interessi nazionali.
L'Italia con Di Maio che non voleva essere da meno dei colleghi francesi e tedeschi ha pure cercato di prendere posizione ma quella del ministro è sembrata più una passarella politica che un intervento di spessore, dimostrando ancora una volta l'urgenza di ritornare a una politica della competenza.
I paesi europei in effetti non hanno tutti gli stessi interessi in Russia benchè meno i paesi aderenti alla Nato che se da un lato difendono il sacrosanto diritto di vedere rinosciuta la sovranità degli Stati dall'altro non possono sempre vedere nella guerra la soluzione dei conflitti.
Molti popoli d'Europa che dipendono energicamente dalla Russia vedrebbero schizzare alle stelle i costi dell'energia sia diretti che indiretti con un aumento dei prezzi spaventoso e la linea delle sanzioni dettata dagli Stati Uniti e emulata dall'Europa spingerebbe la Russia a cambiare partner commerciali e a bussare alla Cina, creando le premesse per un'antagonista della Nato, dotato di un potere militare di ineguagliabile potere distruttivo!