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di Monica Vendrame 

 Nella notte del 10 agosto, il mondo della cultura ha perso una delle sue voci più rilevanti e coraggiose: Michela Murgia.  Nata il 3 giugno 1972 a Cabras, un piccolo comune sardo, la donna si è spenta a Roma all’età di 51 anni a causa di un tumore maligno al rene.

Michela Murgia  ha vissuto una vita di incommensurabile diversità. La sua presenza nell’ambito culturale si è estesa in molteplici direzioni: da  scrittrice acclamata, a  saggista illuminante, a attivista impegnata, ma anche blogger,  drammaturga, opinionista e critica letteraria italiana. E’ stata l’autrice del romanzo Accabadora, vincitore dei premi Campiello, Dessì e SuperMondello.

Ma è stata anche la sua apertura riguardo  la lotta contro il cancro che ha toccato il cuore di molti. La sua malattia non l’ha fermata nell’esprimere la sua voce e condividere la sua esperienza. Ha scelto di non nascondere la sua battaglia, ma di affrontarla con trasparenza e forza. Questo coraggio ha ispirato molti, dimostrando che la vulnerabilità può coesistere con la forza interiore. Con costanza e determinazione ha documentato la sua lotta,  dal momento iniziale dell’annuncio del suo tumore fino ai giorni più difficili.

 

Michele Murgia non sarà ricordata solo per la sua produzione letteraria eccezionale, ma anche per la sua umanità e la sua capacità di connettersi con gli altri. Resta il rimpianto per una persona che argomentava in modo sempre intelligente, elegante, che non aveva bisogno di alzare il tono o di involgarire il linguaggio anche quando la polemica era più dura. Michela Murgia è sempre stata una persona leale, rigorosa e gentile. Ha sempre avuto molte più idee di quelle che si possono realizzare in una vita e la sua vita è stata troppo breve. Ma ha brillato di una luce bellissima.

Riposa in pace

 

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