di Anna Turotti
BIELLA. A Daniele mancano gli abbracci. Sa bene che in questo periodo sono proibiti, perché lui le regole le segue con la massima attenzione, ma, dopo mesi di distanziamento e di DAD, non riesce più a sopportare le distanze. Così un giorno guarda la sua professoressa di sostegno molto intensamente, avvicina la mano e la guancia allo schermo ed esclama "Prof, che ne diresti di una carezza o di un abbraccio?"
La professoressa Marta realizza con chiarezza che l'attività didattica, se pur così intensa, anche se sembra dare soddisfacenti risultati, in realtà non basta.Il lavoro didattico prende vita per Daniele, come per tanti altri ragazzi, solo attraverso la relazione affettiva con gli insegnanti e con i compagni.
Il tema di Daniele
Sono le parole di Daniele a spiegare con chiarezza cosa può mancare in DAD ad un ragazzo con bisogni educativi speciali
Daniele frequenta l'ultimo anno di liceo e ha un disturbo allo spettro autistico: " Chi ha disturbi allo spettro autistico ha difficoltà o a leggere i significati impliciti che ci sono nelle relazioni tra le persone" spiega Marta, la sua insegnante di sostegno "per Daniele è difficile decifrare toni di voce, interpretare messaggi e simboli.Non riesce a staccarsi dal significato letterale e spostarsi sul significato inferenziale e simbolico.Ho conosciuto Daniele a settembre, a distanza, dietro ad uno schermo. Ho colto subito le sue capacità e potenzialità cognitive, ma quando l'ho conosciuto di persona, dal suo modo di parlare e relazionarsi, ho compreso meglio le sue difficoltà" Marta mi guarda e sorride "Ho pensato che siamo tutti un po'autistici dietro ad uno schermo.Il video toglie la percezione dell'altro, per conoscersi dobbiamo vederci dal vivo".
Chiedo alla mamma di Daniele come ha vissuto in casa con lui questi lunghi mesi di pandemia.
"Daniele ha scoperto da noi che c'era una pandemia" racconta la signora Daniela" Era terrorizzato, ha capito che si trattava di qualcosa di molto grave. I primi mesi controllava continuamente il bollettino per verificare il numero dei morti. Aveva paura. Percepiva la gravità della situazione. Capiva che si trattava di qualcosa di molto pericoloso e non voleva uscire di casa. Gli abbiamo spiegato che doveva sanificare le mani e portare la mascherina. Ma la cosa più difficile è stata fargli capire che doveva seguire le lezioni davanti ad uno schermo. All'inizio si rifiutava. Poi pian piano lo abbiamo convinto ed è diventato meno ossessivo nel controllo dei numeri dei morti. Ma durante i primi mesi di pandemia fargli seguire le lezioni era praticamente impossibile."
Daniele a settembre è tornato a scuola." All'inizio della ripresa scolastica aveva molta paura, era maniacale nell' igienizazione delle mani. Era concentrato sulle regole e non partecipava alla attività didattica" racconta Marta "Abbiamo fatto solo quattro settimane in presenza e poi siamo tornati in DAD. Sembrava apparentemente più rilassato a casa ma diventava ogni giorno più triste. A Daniele mancava la presenza degli insegnanti e dei compagni, perché per lui scuola significa compagni da incontrare ogni giorno.Quando il Governo ha disposto il rientro a scuola solo per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, Daniele ha potuto rientrare a scuola Ma si è trovato da solo in classe, senza i compagni. Ora da qualche giorno i ragazzi sono tornati in presenza, almeno a giorni alterni, e Daniele è felice e ha imparato, almeno in parte, a convivere con le sue paure e a manifestare il suo affetto senza contatto fisico." Speriamo che Daniele possa ritornare ad una normalità e anche a riprendere i suoi amati treni.
"Sono i giovani i veri fragili"
Il nuovo decreto che oggi 26 aprile 2021 è entrato in vigore assicura la didattica in presenza dal 70 al 100 per cento della popolazione studentesca. I giovani hanno bisogno di sperimentare relazioni, riconoscere negli altri le proprie emozioni e sensazioni. Mai come in questo periodo, sono emersi disturbi da stess, depressione e ansia dovuti a reclusione in casa, assenza di relazioni dal vivo ed eccessivo uso di Internet e Social media. Franco Ferrarotti, sociologo, professore emerito di Sociologia all'Università La Sapienza di Roma il 7 aprile ha compiuto 95 anni, ma non è alla sua generazione che ha chiesto di prestare attenzione ma ai giovani, che vanno aiutati a ritrovare il contatto con gli altri."Sono i giovani i veri fragili".