di Michel Petullà
Manifestazione pubblica per affermare i diritti delle donne, nella loro identità e nella loro diversità.
Anche il Comune di Francica – piccolo e operoso borgo calabrese, in provincia di Vibo Valentia, che vanta il titolo di “Città dell’olio”, per via della grande produzione di pregiato olio di oliva – ha celebrato la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre scorso. Una giornata particolarmente intensa e carica di grande emotività – com’è stato rimarcato nel corso degli interventi – in quanto a ridosso dell’efferato femminicidio di Giulia Cecchettin per mano del fidanzato (ex) Filippo Turetta. Un femminicidio che ha fatto – e sta ancora facendo – molto rumore e la cui onda emotiva non si è ancora assorbita nell’opinione pubblica, soprattutto tra i giovani. Un femminicidio che, probabilmente, ha segnato una “rottura” dal punto di vista sociale e culturale, un punto di non ritorno, che fa presagire – e ci auguriamo che sia così – che qualcosa di nuovo possa nascere, o stia già nascendo, nella considerazione collettiva della “questione femminile”, nel modo di considerare le donne nella società.
La manifestazione – che si è svolta nell’aula magna della Scuola Secondaria di Primo Grado ed ha registrato un’altissima partecipazione di studenti e insegnanti – è stata voluta ed organizzata dall’amministrazione comunale, con in testa il sindaco, Michele Mesiano, e dall’Istituto comprensivo statale “Enotrio Pugliese”, diretto da Luisa Vitale, una Dirigente scolastica sempre molto attenta alle dinamiche relazionali e sociali che coinvolgono la vita dei ragazzi e degli studenti. A supporto dell’organizzazione dell’evento c’è stato anche l’artista Enzo Liguori, pittore ormai noto anche sulla scena nazionale.
Intenso il programma della manifestazione, che ha preso inizio con i saluti e l’introduzione della Dirigente scolastica – che ha anche coordinato e moderato i lavori, non mancando di dare sul tema utili suggerimenti agli studenti – a cui sono seguiti i saluti istituzionali da parte del sindaco, Michele Mesiano, e del Consiglieri comunale Gianfranco Liguori. A seguire poi, gli interventi dei relatori, a cominciare da Michele Petullà – giornalista, sociologo e scrittore -, per proseguire con Giuseppe Esposito – Consigliere regionale Epli (Ente Pro Loco Italiane) Calabria –, Cosma Mazzotta – Presidente della Pro loco di Francica –, e, infine, don Benedetto Nicotra – parroco della Parrocchia Maria SS. Annunziata –.
Nel corso della manifestazione i giovani della PGVR (Pastorale giovanile di Francica) si sono esibiti in un flash mob, creando così un significativo momento di riflessione “animata” e teatrale sul tema dell’iniziativa. Anche i ragazzi e le ragazze della locale Scuola secondaria si sono esibiti con attività in tema, abilmente guidati dalle loro attente e premurose maestre. Sono state inoltre presentate opere artistiche, attinenti al tema della violenza sulle donna, dello scultore Tonino Gaudioso, del pittore Nino Romano e del fotografo Nicola Scordamaglia: opere che sono state poi donate all’amministrazione comunale. La manifestazione è stata arricchita, infine, dalla declamazione di poesie in tema da parte di Tania Marino e Rino Lo Giacco.
Di alto livello e grande rilevanza sono stati gli interventi dei relatori. Una coralità di voci competenti e autorevoli per rimarcare il no deciso alla violenza contro le donne – e più in generale contro ogni forma di violenza –, ma anche per passare in rassegna e analizzare i vari aspetti di un fenomeno sociale che – è stato precisato – sta diventando sempre più una vera e propria emergenza sociale. Un fenomeno complesso, che chiama in causa l’educazione, la famiglia, la scuola, i mezzi di comunicazione, istituzioni, la società nel suo insieme; un fenomeno che richiede – per essere affrontato adeguatamente – la collaborazione e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti. Una violenza subdola e pervasiva, quella contro le donne – è stato precisato – che si consuma spesso entro le mura domestiche, ad opera di compagni ed ex compagni, e che è violenza psicologica, economica e fisica – frutto di pregiudizi e stereotipi sociali, ma anche di ignoranza e mancanza di cultura –, il cui epilogo è spesso il femminicidio. Da qui l’appello corale a non considerare la giornata come una vuota ricorrenza, o peggio un momento di “festa”, ma come l’occasione per ribadire la necessità di un preciso e reale impegno – che deve divenire pratica quotidiana –, che abbia come fondamento l’affermazione dei diritti delle donne (primo fra tutti il diritto alla vita), nel rispetto delle loro identità e delle loro diversità.