di Rita Scelfo
Dopo un periodo pesante che ha ingabbiato i luoghi della cultura, da sabato 11 settembre , in Sicilia, rivivono “Le vie dei tesori”, iniziativa alla quale hanno aderito tante città come Enna, Caltagirone con le sue ceramiche, Carini con il castello dove visse e ivi morì la Baronessa di Carini, Mongerbino (frazione di Bagheria) con il famoso arco dell’amore immortalato nella scatola dei baci Perugina, Noto con le sue chiese barocche, Palermo, Monreale e Messina, con il limitrofo Lago Ganzirri.
“Le vie dei tesori” sono la spinta per ridonare vita alle città, facendo scoprire ai turisti e non, storie, leggende, borghi non conosciuti o facilmente raggiungibili e ridare, così, alle varie città “i propri tesori”.
Dice il Presidente della Fondazione “Le vie dei tesori”, la Dottoressa Laura Anello: “Un luogo non raccontato è un luogo muto ed è necessario riappropriarsi dei siti culturali e naturali, delle tradizioni, dell’artigianalità, dei mestieri”.
Da qui l’idea di dare vita a “Le vie dei tesori” per aprirsi ai villaggi fuori della città e andare alla ricerca degli antichi mestieri del borgo. Grande afflusso di turisti si è avuto nelle mattine di sabato 11 e domenica 12 settembre presso il lago di Ganzirri.
Il lago di Ganzirri
Ganzirri è un piccolo borgo marinaro a circa 10 Km da Messina ; vi si trovano due laghi: il Lago Grande o Pantano Grande, noto come il Lago di Ganzirri, e il Pantano Piccolo cioé il Lago di Faro, collegati con il Mare Ionio e il Mar Tirreno.
Il borgo situato, appunto, tra il lago e il mare, è circondato da varie botteghe dove troviamo il nassarolo (costruttori di nasse in giunco), il maestro d’ascia che costruisce e modella barche, il cocciularo che coltiva la vongola autoctona “rizza o cutignina” dal corpo carnoso, arancione e dolce, ma non possono mancare i famosi coltivatori di cozze.
Nel lago ci sono cefali, orate e anguille mentre attorno al bacino, i turisti potranno ammirare oche, aironi, gabbiani, falchi pescatori, palme, oleandri e canne.
Per l’occasione i visitatori saranno condotti a scoprire queste coltivazioni e ad ascoltare la storia di Ganzirri, il mito della città sommersa nello Stretto.
La leggenda dice che al posto del lago c’era Risa, una città governata da una principessa da cui prese il nome; un terremoto la sotterrò e si formò un fossato che, per le continue piogge, diventò il lago di Ganzirri .
I pescatori raccontano che, a volte, di notte, si sentono le campane della città di Risa per avvisare dell’arrivo di un forte temporale e dicono: "Si ssona a campana i Rrisa e megghiu non pigghiari pi fora" (Se suona la campana di Risa, è meglio non uscire per andare a pescare).
Si racconta, inoltre, che Risa sia stata abitata dalla Fata Morgana che, quando c’è luna piena, esce dal lago per incontrare quell’amore desiderato.
E dopo aver ascoltato storie vere, leggende e miti, i turisti vengono invitati a pranzare a casa dei pescatori per gustare un pranzo genuino a base di cozze e vongole.
La coltivazione delle cozze
Il balconcino sul lago