di Stefania Melani
Ancora la magia del bianco e nero.
In questo modo riconsegno all’arte il percorso nella campagna toscana.
I toni chiaro - scuri del bianco/nero ricordano le inquietudini pittoriche dei grandi maestri dell’arte classica.
Il pennello, la penna, sono solo strumenti che ritraggono ciò che l’occhio vede e l’anima abbraccia....conta l’attimo che ne coglie ogni poetica referenza.
Le "vie bianche" incontaminate dove poso il passo e lo sguardo.....fotografando con la China il mondo della Toscana dell’anima, un mondo interiore che mi ha visto nascere ma che scopro sempre nella sua bellezza come fosse la prima volta.
Così creo opere che proiettano luci e ombre della storia toscana che vive oggi e che ha vissuto ieri.
La polvere delle vie bianche forse un giorno non lontano non sarà più sotto il cielo toscano, purtroppo, e quei luoghi diventeranno simboli di una memoria dell’uomo che egli stesso avrà dolorosamente cancellato.
Nelle mie chine storia, realtà e memorie per amore della mia terra, per dare allo spettatore l’illusione di “ vedere “ ancora quei luoghi ormai come immersi in una dimensione di sogno, in un tempo dell’anima.
L’operazione concettuale della mia arte nei riguardi della mia terra toscana
è quella di far percepire a chi osserva una sensazione di impermanenza, come se d’un tratto potessero sfuggirgli le bellezze di una realtà appena contemplata.
La mia arte rappresenta un monito all’uomo affinché il canto del vento su queste terre mai possa tacersi e l’opera della natura continui a suscitare nel nostro cuore una meraviglia.
Per questo cerco di rendere nella mia arte l’atmosfera dell’attimo che disegno.
Non basta catturare l’immagine nel disegno dai toni chiaro - scuri ma occorre fermare l’immagine, riuscire a rendere l’atmosfera di un determinato attimo nel quale mi soffermo a cogliere la magia.
Filtrando dal bianco e nero la bruma del mattino o della sera, la terra arsa
con le sue ombre ed il suo sole battente, l’acqua che scorre nei fiumi, quella dei laghi che appaiono come specchi riflettenti le immagini.
Tutto questo rende il paesaggio a china uno speciale "affresco" dove al colore si sovrappone la meraviglia incontaminata dell’atmosfera.
Celebrare questo ondulante e magico paesaggio toscano ci introduce in immagini di una bellezza senza tempo.
Appaiono nell’immota vastità file di cipressi familiari sui cigli delle colline e dei campi, ombre che si adagiano con estrema dolcezza sospesa fra terra e cielo.
Il bianco e nero ci offre la possibilità di entrare silenziosamente in questi paesaggi di sogno e di poterli percorrere fino all’infinito che si espande lassù nelle nuvole.
Osservare i pendii come se fossero mari d’erba dalle verdi onde, delicatezze ondulanti al vento.
Assaporiamo quindi ombre e luci senza eclatante rumore....ma nel più soave silenzio.
Sull’opera.
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LA SCALA DEL PROFETICO GIARDINO
Tecnica: China
Stefania Melani @
d.r.
Scala
d’ascesa e discesa.
Dell’essere
movimento profetico
ombra-luce.
Smania e affanno
in corse vane
finché non sia dell’anima
il salire....
Stefania Melani @ d.r.
Tutto ciò che l’occhio vede l’anima filtra, così scendendo o salendo sulla scala del nostro giardino interiore....facciamo sempre un percorso di conoscenza vitale.
Le file dei cipressi, fedeli compagni di viaggio nella nostra bellissima Toscana, accompagnano i nostri pensieri come una profezia....che giunge a noi dal tempo passato con tutta la sua alchemica magia...,
E la strada diventa un giardino!
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La tue parole sono di una bellezza, un’armonia che si compie a sé stante. Un po’ come gli alberi che disegni, che sono magnifici, che disegnano paesaggio…
Gli alberi che disegni, sono una soglia di entrata nell'indicibile mondo dell'anima. Le implicazioni cosmiche dell'albero, quale colonna e asse del mondo, mi parlano, della necessità di recuperare le dimensioni archetipali che albergano in noi. L'albero strumento di contatto con la vita.. e collegandoli alla tue parole poetiche a mio parere un maturare in autenticità dell'anima.
Stefania tu dimori in un frammezzo, sotto il cielo e sulla terra e qua sta il dimorare della tua poesia…
L’umiltà è una dimensione così facile da dire, da indossare o da esibire, ma è così severa, complessa, ostica, da apprendere e la mia persona l'ha trovata nella tua poesia.
Nei tuoi versi che seguono la scrittura ha rinunciato a farsi cornice, si espande riempiendo il silenzio della mia mente del mio cuore, con un altro e ancor più grande silenzio,...quello dell'anima. L'evento non appartiene alla dimensione narrativa del tempo, ma a quella istantanea del non-tempo, dell'ora e del qui.
Professore Claudio Righi
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Miei cari lettori a tutti voi un cammino di Arte e serenità!
Nella foto di copertina:
"La scala del profetico giardino"
(china su cartoncino, 35x45 cm)