di Gianfranco Bonofiglio
Oramai è un trend senza fine che si aggrava anno dopo anno. La micidiale combinazione fra il più alto tasso di denatalità fra tutte le 216 regioni Europee combinato all'alto tasso di emigrazione giovanile ha trasformato e continua a trasformare l'assetto demografico della nostra sventurata terra di Calabria.
Un fenomeno che continua inesorabile da almeno un ventennio e amplificato da una crisi economica senza sosta avviata nel 2008 ed aggravata da questo ultimo anni di Pandemia. I giovani vanno via e chi rimane decide di non avere figli considerando l'eterna precarietà del lavoro e la situazione socio - economica che certamente non invoglia a creare una famiglia con relativa prole. Gli ultimi dati dell'Ufficio Scolastico Regionale in merito agli ingressi per il nuovo anno scolastico che si avvierà nel settembre 2021 parlano di un calo della popolazione studentesca di circa 5.000 unità. Una cifra enorme. Ben 1.822 nella provincia di Reggio Calabria e 1.571 nella provincia di Cosenza, il resto nelle altre tre province di Catanzaro, Crotone e Vibo. Nel settembre 2018 la popolazione studentesca di ogni ordine e grado in Calabria conteggiava 283.382 studenti distribuita in 3.365 scuole. A settembre 2021 saranno circa 14.000 in meno in soli tre anni. Dati che devono far riflettere. Basti solo accennare ad altri dati diffusi recentemente su ben 16.644 calabresi che hanno lasciato la Calabria nel 2020, l'anno della Pandemia dei quali almeno 4.000 giovani laureati. L'ultimo censimento datata 31 dicembre 2019 effettuato dall'Istat colloca in 1.890.000 i residenti in Calabria. Ma la cifra dei residenti e ben diversa dalla reale cifra degli "abitanti" essendo in molti coloro i quali conservano per i più svariati motivi la residenza in Calabria ma vivono e domiciliano per lavoro o per studio in altre Regioni. Su 1.700.000 abitanti reali ben 710.000 le pensioni erogate che non sempre sono persone anziane essendovi conteggiate fra queste anche le pensioni di invalidità ed altre tipologie pensionistiche. Se a questa cifra si aggiungono i 186.000 fruitori del Reddito di Cittadinanza, i 240.000 cassaintegrati pagati dallo Stato ed i 105.000 dipendenti pubblici si chiude il cerchio di una Calabria che vive di sola assistenza, che non riesce a decollare sul piano produttivo ed imprenditoriale e che risulta essere sempre più anziana e priva di giovani. Del resto una terra che nulla offre alle nuove generazione è una terra senza futuro. Una terra destinata a morire nell'asfissia di un "Sistema" di corruzione, di 'ndrangheta e di politica corrotta che ha tolto ai giovani anche la speranza e che offre ai giovani solo le giuste motivazioni per andarsene. Ed il tutto nel silenzio delle vecchie generazioni che continuano a votare i carnefici politici della nostra terra e ai quali deve essere addossata la colpa di aver costretto con il loro silenzio e con il lecchinaggio e il voto a politici incolti e corrotti i propri figli ad andarsene da una Calabria disgraziata ed infelice.