Pin It

 

di  Massimo Reina 

 

Samios non appartiene al tempo. Mentre il mondo corre senza tregua, tra risate che si dissolvono nell'aria e passi che si affrettano lungo le strade, lui rimane immobile, intrappolato in una dimensione che non riconosce come sua. La vita gli scorre accanto, veloce e inarrestabile, ma per lui ogni istante è un enigma: qualcosa che appare e scompare prima che possa davvero comprenderlo.

 

 

Samios non è solo un uomo che cammina tra la folla; è un'anima che anela a un senso che sembra sempre sfuggirgli, come un filo di seta troppo sottile da afferrare. In questo mondo che corre veloce, lui si sente inghiottito dal tempo, incapace di coglierne l'essenza. La sua vita è una sequenza di attimi che scivolano via, sempre più rapidi, come un fiume che trascina con sé i sogni infranti. Un presente che si dissolve mentre lui resta lì, osservando, impotente.

Tempus fugit

Il tempo, quel fiume invisibile che scorre inesorabilmente, è una forza che Samios  non riesce a comprendere né a fermare. Vive ogni giorno come un uomo prigioniero, un prigioniero che non ha mai davvero scelto la sua cella, ma che ha visto le sbarre crescere intorno a lui, invisibili, senza che nemmeno se ne accorgesse. Questo tempo che scivola via, che passa troppo veloce per essere afferrato, è la sua condanna, eppure è anche il suo unico punto di riferimento. Un tempo che non ha mai veramente vissuto, un futuro che lo spaventa, e un passato che si stringe su di lui come una mano gelida e invisibile.

 

 

Nel suo cuore, Samios  è un uomo diviso, un uomo che vive sospeso tra ciò che è stato e ciò che non sarà mai. Il passato lo tormenta, come il ricordo di un sogno perduto, un sogno che non è mai stato davvero raggiunto. La sua giovinezza, quella degli altri, quella di sua figlia che cresce troppo in fretta, sono tutte immagini che si sovrappongono, diventando fosche e distorte mentre il tempo le inghiotte. Rivede i volti dei genitori, giovani e pieni di speranza, e li osserva ora, con nostalgia, mentre la loro energia si è dissolta, portando con sé il sapore amaro dell'ineluttabile invecchiamento.

 

 

Questo è il peso del passato che Samios  si porta addosso, un peso che non può scuotere, come una pietra appuntita che non smette mai di ferirlo. Il passato è il suo rifugio e la sua prigione. Si aggrappa a quello che è stato, a un tempo che non tornerà mai più, ma che lo tiene legato come una catena invisibile. Ogni sogno non realizzato, ogni occasione mancata, lo tormentano come un fantasma che si aggira nei corridoi della sua mente.

La nebbia dell’incertezza

In questo flusso continuo, Samios  si sente come un’isola solitaria, una roccia che il mare non riesce mai a lambire. La solitudine è la sua compagna costante, quella che gli fa compagnia nei silenzi più profondi, nei sorrisi forzati e negli sguardi perduti. La gente lo circonda, ma lui è irrimediabilmente solo, come se fosse immerso in un altro mondo, separato dal resto dell'umanità.

 

 

È un paradosso esistenziale, una contraddizione che lo tormenta senza sosta. Vive tra gli altri, ma non riesce a sentirsi parte di nulla. È come un uomo che cammina tra le ombre, in una vita che non ha mai veramente scelto, prigioniero di un tempo che si sfoglia come una pagina di diario che non ha mai scritto. Il futuro è una nebbia che avanza, incombente e terrificante. Samios  non riesce a guardare oltre, non riesce a immaginare un domani che gli dia speranza. Ogni giorno è un salto nel vuoto, un tuffo in un abisso che non ha fondo.

La paura del domani lo paralizza. La paura di non essere all’altezza, di non riuscire a garantire un futuro alla sua famiglia, di essere dimenticato. Ogni angoscia, ogni paura, lo spinge lontano dal presente, trasformandolo in una figura fantasmagorica, incapace di vivere nel momento che sta attraversando. Ogni piccolo piacere, ogni attimo di bellezza che si presenta davanti ai suoi occhi, gli sfugge come sabbia tra le dita. Non riesce a sentirsi davvero vivo, perché la sua mente è intrappolata in una spirale di pensieri che corrono troppo velocemente, un turbine che lo trascina senza possibilità di resistenza.

Il vuoto che consuma Samios  è un vuoto che non ha forma. Non è solo un malessere, non è solo insoddisfazione, è qualcosa di più profondo, qualcosa che si insinua nelle pieghe della sua anima, tra i suoi pensieri, tra le sue memorie. È una sofferenza che non trova espressione, ma che c'è, presente in ogni respiro, in ogni gesto. Non è un dolore fisico, ma un dolore che si insinua nelle ossa, che penetra nel profondo dell'essere.

 

 

È il dramma di sentirsi fuori posto, come se Samios  non fosse mai stato davvero compreso, come se avesse camminato su una strada sbagliata per tutta la vita, e ora, senza più la forza di tornare indietro, è costretto a continuare, a non fermarsi, ma a guardare il presente come un nemico che non può affrontare.

Un uomo fuori dal suo tempo

Sul lavoro, questa solitudine si fa più forte. Samios  si sente invisibile, come un'ombra che cammina tra la folla senza che nessuno la noti. È il tipo di persona che lavora nell'ombra, che dà tanto, ma che riceve poco. Non è un desiderio di gloria, non chiede applausi, ma la mancanza di riconoscimento lo distrugge. Non essere visto, non essere apprezzato, è la sua condanna.

È un uomo che si è dimenticato di sé stesso mentre cercava di costruire un posto nel mondo. Ha messo tutto il suo impegno, tutte le sue energie, in un lavoro che non lo vede come una persona, ma solo come uno strumento, un ingranaggio che può essere facilmente sostituito. Ma la sua invisibilità non è solo sul lavoro. È nella sua vita quotidiana, nella sua famiglia. Samios  si sente ignorato anche dalle persone che ama, come se la sua presenza non fosse mai stata davvero importante. La sua vita è una lunga attesa, un'attesa che non porta mai a nulla.

La voglia di sparire è una costante nella sua mente. Non un desiderio di morte, ma una fuga da se stesso, un desiderio di liberarsi di quel peso che lo schiaccia, di quella sensazione di essere sempre fuori tempo, fuori luogo. È come se ogni passo che fa lo allontanasse da una vita che non gli appartiene, da un mondo che non gli riconosce il suo posto. Eppure, nonostante tutto, Samios  non riesce a fermarsi. La sua mente è in perenne corsa, proiettata sempre verso il futuro.

Ma il futuro è il suo incubo. Non è il futuro che sperava di avere, ma quello che teme ogni giorno. La paura di non essere in grado di proteggere i suoi cari, la paura di non riuscire a raggiungere i suoi sogni, la paura che tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha costruito, possa svanire nel nulla. Questo futuro minaccioso lo rende incapace di fermarsi, incapace di godere del presente. È come se il suo cuore battesse sempre per qualcosa che non arriverà mai, come se il domani fosse sempre lì, a portata di mano, ma sempre fuori dalla sua portata.

 

 

"Il sabato del villaggio" di Leopardi

In questo continuo muoversi tra passato e futuro, Samios  non riesce a vivere il presente. E questo è il suo vero dramma: non è solo la paura del futuro, ma la sua incapacità di godere del presente. In questo, Samios  assomiglia al giovane protagonista della poesia "Il sabato del villaggio" di Leopardi. Come il giovane che, pur vivendo in un giorno di festa, guarda già al domani, al futuro che arriverà, Samios  non riesce a fermarsi nel momento che sta vivendo. La sua mente è sempre altrove, proiettata su un futuro che non gli dà pace, su un passato che non gli consente di vedere il presente come qualcosa di reale, di significativo.

Il "sabato del villaggio" in Leopardi è simbolo della speranza che precede la realizzazione dei sogni, quella sensazione di aspettativa che precede una felicità che non arriverà mai. Eppure, quella felicità, così tanto agognata, si rivela, alla fine, una delusione. È la stessa delusione che Samios  vive, una delusione che si manifesta in ogni attimo di speranza che precede il futuro. Il suo passato, come la domenica che segue il sabato, non gli dà pace. Come il giovane della poesia, Samios  non riesce a godere della bellezza del presente, non riesce a vedere il valore del "sabato" della sua vita, perché è intrappolato tra le illusioni di un futuro che non arriva mai e i rimpianti di un passato che non può più tornare.

Il vuoto che consuma Samios è, quindi, il vuoto di un sabato senza fine, un eterno presente in cui le illusioni si fanno sempre più forti e la realtà si fa sempre più distante. È una vita che scivola via senza che lui riesca a fermarla, una vita che non ha mai davvero vissuto, come il giovane di Leopardi che, pur trovandosi in un momento di festa, non riesce a vedere la bellezza del presente, perché il suo cuore è proiettato verso un futuro che, come la domenica, porta con sé una delusione inevitabile.

Samios  è intrappolato in una vita che non riesce a vivere. La speranza che precede il futuro si infrange contro il muro della realtà, e il dolore che prova è la consapevolezza che il tempo sta scivolando via, che la vita gli sta sfuggendo senza che lui possa fermarla. Come il sabato del villaggio che non si trasforma mai in una domenica felice, la sua vita si è trasformata in un eterno presente, un presente che non è mai davvero vivido, mai davvero completo, mai davvero vissuto. E, come il giovane che aspettava con ansia la domenica, si trova sempre in attesa di qualcosa che non arriverà mai. Il tempo continua a scorrere, ma lui resta fermo, prigioniero di un passato che non può più cambiare e di un futuro che non può mai essere raggiunto.

 

 

Pin It
Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
I Miei Articoli


Notizie