di Rita Scelfo
"Spesso l'intervento dell'uomo, al fine di migliorare il suo sistema di vita per interessi economici, è causa di alterazioni nell'ambiente provocando squilibri ecologici. In questo momento, più che mai, si sta attenzionando tale problematica, anche grazie a Greta Thunberg che ha sensibilizzato tanti ragazzi.
Ma se andiamo indietro nel tempo, già Don Backy nel lontano 1974, aveva affrontato questa tematica con la Commedia Musicale "Sognando ", rieditata a grande richiesta quest'anno. "Sognando" è un testo che dovrebbe essere adottato nelle scuole per la grande valenza valoriale e la ricaduta didattica che ne deriverebbe.
Il programma di Scienze di quarta, ad esempio, propone lo studio dell'Inquinamento e il libro "Sognando" è stato prezioso in varie scuole permettendo di affrontarlo in tutte le sue sfaccettature.
Con "Sognando," Don Backy fa conoscere ai ragazzi il mondo con l'eterna lotta tra il bene e il male. Veniamo, così, trasportati in un mondo migliore dove non domina il male, dove c'è l'ansia di purezza, la ricerca del bene che testimonia la confessione degli stati d'animo dell'autore.
Emerge una valenza intellettuale che si dirama nella trama complessa della vita in tutte le sue angolazioni e che accompagna l’orizzonte nell'immensità del nostro osservare interiore.
Nel cogliere i rapporti col mondo, Don Backy sottolinea contenuti narrativi che mostrano valori inestimabili quali il rapporto con la Natura, l'amicizia disinteressata, i rapporti di lealtà, l'altruismo, il rispetto verso il prossimo, la stima per sé stessi alimentando quell'incanto che va oltre l'interiorità semplice e profonda, dolce e turbolenta. "Sognando" è un momento di «salute poetica» come Baudelaire chiamava la sua "Elévation"; Baudelaire, in Elévation, cantava la sua speranza di fuggire "i miasmi ammorbanti della terra", per arrivare oltre il sole e, ridisceso, potersi riaccostare purificato alla terra e intendere il segreto linguaggio delle cose che non hanno voce.
Altrettanto fa Don, sperando di superare la mediocrità delle angustie per far sì che vinca il Bene ed elevarsi a sempre nuove altezze.
Scriveva Baudelaire: "Au- dessus des étangs, au-desssus des vallées, des montagnes, des bois, des nuages, des mers, Par dela' le soleil, par dela' les éthers...”.
Anche Don nella sua opera giunge alla speranza di un mondo migliore sensibilizzando gli animi a partire da ciò che ci circonda, dagli elementi della Natura intendendo il segreto linguaggio dei fiori e delle cose che voce non hanno: "Le language des fleurs et des choses muettes"! (C. Baudelaire).
E così canta Aladino della bianca margherita, del vento che è scultore degli angoli e delle rocce, del linguaggio verde degli alberi e vediamo "crescere l’uva e inventar pianeti, la pioggia dai lunghi capelli...".
Come Baudelaire, anche Don Backy considera la Natura un tempio pieno di voci, di simboli, di significati e questi elementi si esprimono attraverso un'analogia per la quale profumi, colori, suoni, si corrispondono rivelando l'anima di tutte le cose. Tra i colori ecco che dominano il "verde smeraldo verso la riva, il blu cobalto con sfumature più chiaro al largo, il deserto illuminato dai bagliori rossi del sole, che sfumavano dal rosa pallido, che si incontrava col celestino, la luna argentata...
L'autore ci invita, quindi, a inchinarci di fronte a questo spettacolo, che ci offre la Natura e per questo si deve pensare a non distruggerla a solo scopi speculativi e pecuniari.
Scrive Don, a tale proposito: "Ma così si crea un vero disastro ecologico" e i bambini non avranno il loro "Prato della Felicità ", dove giocano e dove nascono i loro sogni e le loro speranze e necessità".
Programmare un qualche piano per aiutare i bambini a difendere il Prato della Felicità".
Quel Prato della Felicità, è il "paradiso dei ragazzi, che d'estate vi nuotavano insieme ad anatre, folaghe... ".
Per tutti i bambini non è solo un prato: è il loro senso di libertà e per questo va tutelato e rispettato.