di Sergio Melchiorre
Emanuele Arioli, il giovane luinese studioso del Medioevo, professore associato presso l’Université Polytechnique Hauts-de-France e attore cinematografico, grazie alle sue ricerche intense e meticolose ha riportato alla luce le gesta di un cavaliere della Tavola rotonda che era completamente caduto nell’oblio nel corso dei secoli.
Il romanzo “Segurano o il Cavaliere del drago”, da lui ricostruito e tradotto, ha suscitato molto interesse nel mondo accademico e non e ha ben presto oltrepassato i confini francesi per diffondersi rapidamente in tutta Europa.
In Italia il libro di Emanuele Arioli è stato pubblicato da Mondadori nella collana Oscar Classici Cult
Di seguito riportiamo integralmente l’intervista che ci ha gentilmente concesso il Professore Emanuele Arioli e lo ringraziamo per la sua disponibilità.
Professore, come ha scoperto l’esistenza del romanzo che nel Medioevo raccontava le gesta di Segurano ?
Nell’autunno del 2010 da Pisa, dove ero allievo della Scuola Normale, mi ero appena trasferito a Parigi per continuare i miei studi in Sorbona e all’École Normale. Fu allora che alla biblioteca dell’Arsenal consultai per la prima volta il manoscritto 5229, appartenuto a Richelieu, che conserva profezie attribuite a mago Merlino, risalenti al XIII secolo, che si riferiscono a fatti politici dell’epoca medievale e a personaggi della leggenda di re Artù. Inframezzati a tali profezie erano distribuiti episodi relativi alle avventure del cavaliere Segurano (Ségurant in francese) di cui solo pochissimi studiosi conoscevano il nome e poco più. Tuttavia, il manoscritto si interrompeva bruscamente, lasciando in sospeso le avventure di questo misterioso eroe che inseguiva un drago. Concepii e intrapresi allora un progetto folle: partire alla ricerca delle parti mancanti di questa storia.
In quali paesi europei ha condotto le sue ricerche e quanto tempo sono durate?
Le mie ricerche sono durate dieci anni e ho consultato migliaia di manoscritti nelle biblioteche di Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Germania, Belgio, ma ho rintracciato i più antichi frammenti del romanzo, risalenti alla fine del XIII secolo, in Italia, negli archivi e nelle biblioteche di Bologna, Venezia, Torino, Firenze e del Vaticano.
Come ha vissuto l’esperienza di questa ricerca e, contemporaneamente, la consapevolezza che stava facendo una scoperta straordinaria?
In realtà, non mi sono reso conto subito dell’importanza di ciò che avrei poi scoperto. Ma il fatto che la storia di Segurano fosse incompleta e che il manoscritto 5229 dell’Arsenal si interrompesse a metà di una frase mi ha colpito subito. Mi sono allora chiesto se fosse possibile trovare gli episodi mancanti in altre biblioteche. La mia ricerca è iniziata così, e, in dieci anni, ho rintracciato i ventotto manoscritti che mi hanno permesso di ricostituire il romanzo che è stato un best-seller dal XIII al XV secolo, prima di cadere nell’oblio.
Quale è la sinossi del suo libro “Segurano o il Cavaliere del drago”?
Il mio libro, pubblicato da Mondadori nella collana Oscar Classici Cult, è la traduzione fedele di quasi tutti gli episodi che ho rintracciato, sia quelli risalenti al Duecento sia quelli più tardivi. La mia edizione completa, in francese antico, è stata pubblicata nel 2019 presso l’editore Champion.
Questo romanzo del XIII secolo racconta che Segurano, giovane cavaliere dell’Isola Che Non Sa, si reca alla corte di re Artù per dimostrare il suo valore. Al torneo di Winchester vince tutti i cavalieri che lo affrontano, ma la fata Morgana, sorellastra del re, evoca un demone che, sotto forma di drago, semina il panico al torneo. Segurano valica un muro di fuoco, lanciandosi alla caccia del mostro, che è in realtà un’illusione e non può essere ucciso. Solo il Santo Graal può liberarlo.
Come è stato accolto il suo libro in Francia e in Europa e in quante lingue è stato tradotto?
Nei paesi francofoni c’è stato un grande interesse per i tre libri che ho pubblicato in francese sulla storia di Segurano:
- il romanzo, traduzione fedele dai manoscritti, per ora disponibile nelle versioni francese e italiana, presto uscirà in inglese, portoghese e spagnolo, lingue nelle quali l’ho tradotto io stesso, ma anche in tedesco, olandese, e ucraino.
- il fumetto, già disponibile in francese, inglese, olandese e polacco, presto uscirà in portoghese, spagnolo e tedesco e a maggio in italiano (“Il cavaliere del drago” ed. Saldapress).
- il libro illustrato per ragazzi, disponibile in francese, uscirà prossimamente in altre lingue.
Anche il film-documentario “Le chevalier au dragon” prodotto da ARTE, che racconta la storia di Segurano e le mie ricerche in Europa, è stato diffuso in televisione in Francia e in Germania, e sarà prossimamente distribuito in altri paesi.
Quali testate giornalistiche, radiofoniche e/o televisive hanno valorizzato la sua straordinaria scoperta?
In Francia: Télérama, ARTE, France Culture, France Inter, Le Figaro, Le Monde, Le Parisien, Liberation e molte altre testate locali e nazionali; ma anche in altri paesi, per esempio in Svizzera Radio Télévision Suisse; in Belgio La Libre Belgique; in Italia Il Corriere della Sera. Inoltre l’Istituto francese in Italia ha organizzato un incontro in collegamento Zoom con una cinquantina di classi delle scuole medie.
Cosa è cambiato per lei dopo la pubblicazione della sua ultima ricerca storico-letteraria?
È aumentato il desiderio di pubblicare altre opere rivolte al grande pubblico e a organizzare altri eventi di mediazione scientifica; per esempio, con il Centro dell’Immaginario Arturiano, presso il Castello di Comper in Bretagna, sto preparando una mostra e vari eventi dedicati a Segurano per la prossima stagione culturale che si inaugura in aprile.
Tornando alla sua passata esperienza cinematografica nel film “France” presentato a Cannes nel 2021, quali emozioni ha provato recitando a fianco di Léa Seydoux?
Léa Seydoux è un’attrice di grandissimo talento; sono molto grato a lei e al regista Bruno Dumont per questa straordinaria esperienza, estremamente gratificante, grazie alla quale ho imparato molto.
(Emanuele Arioli con Léa Seydoux)
Mettendo a confronto le sue esperienze attoriche, storiche e di scrittore, quale la coinvolge di più?
Attualmente vengo spesso considerato in bilico tra due categorie professionali: nel mondo universitario sono il professore-attore, nel mondo audiovisuale l’attore-medievalista. Ma è anche una soddisfazione far incontrare questi due mondi, come ho fatto nel docufilm “Le chevalier au dragon” e come farò prossimamente in un nuovo documentario sempre basato sulle mie ricerche accademiche.
Cosa le riserva il suo futuro?
Sto già preparando altri libri e un documentario, questa volta sull’epopea di Carlomagno e dei suoi eroi, proprio quella che mio nonno materno, siciliano e appassionato dell’opera dei pupi, mi raccontava quando ero piccolo. E per quanto riguarda il cinema, spero che arrivino proposte anche dall’Italia.