La cerimonia della XXXI edizione del premio Pandosia ha avuto luogo il 5 gennaio 2022 presso la Pinacoteca “Cesare Baccelli” di Marano Principato (Cs). Dodici gli artisti in gara scelti dalla commissione sotto la direzione artistica di Vittorio Sgarbi che, nella serata dell’evento, ha scelto a sorpresa non solo un vincitore, come prestabilito, bensì tre. Il primo posto è stato assegnato al milanese Sebastiano Navarra, il secondo e terzo posto rispettivamente ai due artisti calabresi Roberto Mendicino e Alba Nudo.
Sgarbi in merito all’opera premiata dell’artista Mendicino ha detto: «Ciò che mi colpisce è che si è molto polemizzato intorno al fatto che alcune immagini della Vergine siano state interpretate da Chiara Ferragni. Non ho trovato la cosa sbagliata perché si attualizza anche nei film, la Madonna ha il volto della Mangano, quindi si può polemizzare con Fedez ma per ragioni diverse per il fatto che una bella persona del nostro tempo dia il proprio volto alla figura della Vergine. Mi pare di capire che anche qui c’è l’immagine di una persona che potrebbe essere la madre per cui non è la Madonna ma è la “propria” Madonna e non c’è nulla di strano nel far diventare reale e non idealizzata l’immagine della Vergine. Ciò mi ha fatto pensare che questa composizione è una fotografia di sua madre, che diventa poi protagonista come Vergine Sposa col Bambino, Vergine sia rispetto alla dimensione della Chiesa sia rispetto a quella familiare».
Roberto Mendicino, sentito dalla redazione, ha così risposto: «Sono molto soddisfatto di questo secondo posto, sia per aver avuto la possibilità di partecipare al premio Pandosia (era un mio grande desiderio partecipare alla selezione anche perché il prof. Cesare Baccelli, fra i fondatori del premio, è stato mio insegnante al liceo e lo ricordo ancora oggi come uno dei docenti che sapevano riconoscere il talento e guardare oltre il proprio ruolo) sia per le considerazioni in merito al dipinto Vergine Sposa col Bambino espresse dal critico d’arte. Per chiarezza d’intenti vorrei solo aggiungere che oltre alle motivazioni personali, che mi hanno spinto a dipingere questo soggetto sacro, colte in maniera precisa da Sgarbi, ci sono delle riflessioni teologiche precise, come quella del teologo Rolando Mendicino”: “Raffigurando la maternità della Madre di Gesù, il dipinto mette in rilievo la sponsalità divina di Maria: Maria è vergine-madre-sposa, in lei l’arcaico desiderio dell’incontro dell’umano con il divino diviene realtà laddove l’umanità incontra intimamente la divinità; la Vergine Maria è Madre di Dio e nel contempo è “sponsa Dei”, sposa di Dio: non sposa del Padre o del Verbo o dello Spirito Santo: essa è sposa di Dio, perché è Dio Padre e Figlio e Spirito Santo che viene in lei, nella sua vita di donna capace di maternità. Dando alla Vergine il volto della propria madre terrena, che non c'è più, il pittore cerca di riscattare la precaria umanità servendosi di Colei che della Vita è divenuta eternamente madre».
“Vergine Sposa col Bambino” inoltre ha una iconografia che risulta finora inesistente in tutto il mondo, ed è stata già premiata nel 2016 al Borgia Film Festival (1° posto per la sezione pittura) e nel 2018 vincitrice di Festival Art Spoleto.