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di Giovanni Macrì

Comincia col botto l’anno a Messina! Anzi con un omicidio e un ferimento!

Giovanni Portogallo, 31enne, già noto alle forze dell’ordine, mentre nelle prime ore del pomeriggio, intorno alle 14:30, era alla guida di una moto assieme a Giuseppe Cannavò è stato attinto da diversi colpi di pistola esplosi da ignoti in via Edoardo Morabito, nel rione di Camaro San Luigi a Messina.

 

Riceviamo e pubblichiamo integralmente l'intervento del Segretario nazionale e del responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea.

<<Nella notte di capodanno non ci sono stati solo i fuochi d'artificio ma anche quelli della vergogna: un incendio - l'ennesimo - si è sviluppato nella tendopoli di Rosarno mettendo a rischio la vita di più di mille immigrati. Solo per un caso fortuito, questa volta non ci sono vittime ma le fiamme che hanno distrutto tende e baracche ci ricordano che in Italia non si garantisce un alloggio dignitoso e sicuro a lavoratrici e lavoratori che si spaccano la schiena nei campi. In Calabria, Basilicata e in Puglia, più in generale in tutte le aree rurali in cui la raccolta è affidata a manodopera sottopagata e al nero, non si è proceduto a un piano per garantire il diritto all'abitare agli immigrati che lavorano nell'agricoltura. E' una vergogna che nell'alternarsi dei governi regionali e nazionali non viene affrontata ed è inaccettabile il fatto che i tanti ghetti esistenti in quelle aree, vengano sgomberati quando le stagioni dei raccolti terminano. A chi svolge un lavoro tanto duro vanno garantiti alloggio dignitoso, salario decente e un contratto di lavoro. Di questo dovrebbero occuparsi le Regioni e il governo nazionale>>

 Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

 

Barbara Piattelli è stata una delle vittime della stagione dei sequestri che dal lontano 1973 al 1997 fruttò circa 800 miliardi di vecchie lire per un totale di ben 694 sequestri di persona la cui maggioranza ad opera delle potenti 'ndrine che controllavano il territorio dell'Aspromonte dove spesso venivano tenuto gli ostaggi per periodi anche lunghissimi.

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