di Monica Vendrame
Rischiare la vita per gioco, sfidare la sorte ed il pericolo per superare il limite, per mostrarsi sui social, per fare più like, o solo per incoscienza.
E' forse questa una delle possibili motivazioni che hanno spinto tre giovani universitari ad entrare furtivamente in un’area, dell’ex fabbrica di sapone “Mira Lanza”, in corso di riqualificazione, .
Approfittando della momentanea assenza degli operai, e senza alcuna autorizzazione da parte dell’impresa responsabile, i ragazzi sono saliti su una gru. Uno di loro, probabilmente con lo scopo di realizzare un video da condividere sui social network, ha pensato bene di aggrapparsi ad un cavo e rimanere a penzoloni, sospeso nel vuoto, a circa venti metri di altezza.
Fortunatamente alcuni residenti hanno allertato i vigili del fuoco che, senza dover intervenire direttamente, hanno fatto scendere immediatamente i responsabili di questa assurda bravata. Sul posto è giunta anche la polizia che ha identificato i giovani e li ha interrogati sulle motivazioni del loro gesto.
Sempre più spesso i ragazzi mettono a repentaglio la propria incolumità fondamentalmente per sfidare se stessi, spinti da un senso di onnipotenza. E’ importante sottolineare che in quel momento ricercano la sensazione forte, non la morte.
È una variabile che non prendono in considerazione, non può accadere a loro, vogliono semplicemente vivere il brivido. Un ragionamento sicuramente difficile da comprendere e da accettare.