di Gabriella Paci
Ben oltre 500 le adesioni da ogni parte d’Italia al richiamo via internet per un “rave party” per il capodanno a circa 12 Km da Arezzo, nella zona chiamata “Alpe di Poti”.
Il luogo scelto era un vecchio casolare in prossimità della fabbrica dismessa per l’imbottigliamento delle acque minerali Fontemura; una zona impervia e poco conosciuta, dove solo d’estate si avventurano gruppi di camminatori o amanti della natura e dei boschi, poiché ci sono tratti sterrati e stretti. Dopo il fallimento dello stabilimento nel 2002, da parte del tribunale di Grosseto, il luogo è diventato una discarica a cielo aperto con rifiuti di ogni genere, anche speciali o pericolosi. Complice la fitta nebbia, i giovani pensavano di muoversi indisturbati, anche perché la zona destinata al rave party è priva di abitazioni, ma gli abitanti limitrofi, insospettiti da un continuo e insolito via vai di auto e camper, hanno allertato le forze dell’ordine.
La dispersione
Intervenuta una task force composta dalla Questura di Arezzo con la digos, carabinieri, poliziotti del reparto mobile, agenti della guardia di finanza, polizia municipale e vigili del fuoco, il raduno è stato disperso, e si è proceduto all’identificazione dei più restii allo sgombero.
Un cittadino di 74 anni ha avuto bisogno delle cura dei sanitari intervenuti sul posto, poiché ha avuto un diverbio con un partecipante al rave, che lo ha colpito con lo sportello della propria auto. Il diverbio è nato dal fatto che la strada corta di “Pomaio”, che conduce anche Poti, era rimasta bloccata a causa di un lungo camion neroe da mezzi parcheggiati e in traversati. Il ragazzo responsabile della ferita al sopracciglio è stato identificato poiché si è presentato spontaneamente alla polizia, affermando che si era trattato di un fatto accidentale mentre era in atto la discussione.
Tuttora si sta procedendo all’identificazione dei partecipanti ma il rave è durato, fortunatamente, solo una notte.
Maggiore attenzione
Durante i rave party, che radunano centinaia o anche migliaia di giovani, a volte provenienti anche dall’estero, si suona ininterrottamente musica tecno diffusa con casse ad alta diffusione si bevono grandi quantità di alcolici e si fa uso di droga; tanto che accadono quasi sempre episodi di coma etilico. Qualche mese fa un altro party aveva destato attenzione: quello nei pressi di Viterbo, che era costato non poche critiche alla ministra Lamorgese per il suo operato.
Critiche non sono mancate neppure questa volta parte di Giogia Meloni, che ha rimproverato alla Lamorgese ancora la sua mancanza di capacità di tenere sotto controllo al sicurezza della nazione, non arginando sbarchi selvaggi di immigrati e raduni non autorizzati come i rave,in un momento così delicato per l’emergenza sanitaria in atto definendola “da ministra tecnica a tecno ministra”.