di Gabriella Paci
Sempre più spesso capita di vedere personaggi del mondo dello spettacolo o del calcio con dei vistosi tatuaggi: moda questa diffusissima tra i giovani e i giovanissimi.
Cosa è
Il nome “tatuaggio“ deriva dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer, e questo dall’inglese tattoo (da tatau della Samoa). Si tratta di una decorazione corporea fatta in nero o a colori che si ottiene attraverso incisioni sulla pelle ritardandone la cicatrizzazione e introducendo nelle ferite sostanze coloranti.
ll tatuaggio occidentale viene invece eseguito tramite una macchinetta elettrica, cui sono fissati degli aghi in numero vario a seconda dell'effetto desiderato; il movimento della macchinetta permette l'entrata degli aghi nella pelle, i quali depositano il pigmento nel derma.
Esistono nei locali preposti dei “tatuatori”, cataloghi interi con i disegni e i colori con cui si vuole realizzato il tatuaggio, scegliendo la parte del corpo in cui posizionarlo e la sua dimensione: ce ne sono di piccoli, di enormi, di figurativi e di astratti, di geometrici o alfabetici, e il cui costo varia a seconda dei colori usati e delle dimensioni scelte. Alcuni scelgono frasi intere, nomi di parenti, o affetti da “stampare“ indelebilmente sul corpo come dichiarazione di uno status mentale o di appartenenza affettiva.
Addirittura si arriva a coprire con disegni vari ogni parte del corpo compreso il volto, il collo, la nuca, le parti intime… anche se le zone preferite sono braccia, gambe, schiena perchè più in vista e più comuni.
Le origini
Una usanza, quella del tatuaggio, che forse molti ignorano ed è risalente addirittura al 500 A.C. , come confermato dalla mummia della principessa di Ukok (Altai), giunta a noi grazie al permafrost che lo ha mantenuto .Questa pratica era conosciuta nell’Antico Egitto e nell’antica Roma dove si tatuavano segni religiosi o di appartenenza a ceti sociali. Usanza praticata anche nel medioevo quando pellegrini si tatuavano simboli religiosi dei santuari visitati, mentre l’ebraismo vieta questa pratica se fatta con materiale atto a lasciare traccia indelebile sul corpo; come anche nella religione islamica dove vengono consentiti solo tatuaggi temporanei fatti con l’henna, un pigmento rosso-marrone con cui le donne si decorano mani e piedi in modo vistoso, specie se devono convolare a nozze (la notte dell’henna).
Gli uomini musulmani, specie se sunniti, usano l’henna per tingersi capelli e barba, ma c’è da dire che tra i nomadi (specie sciiti) e contadini egiziani, sia le donne che i bimbi particolarmente belli, vengono tatuati in maniera permanente con piccoli cerchietti o sottili linee verticali, sia sul mento che tra le due sopracciglia. È un'usanza di tipo scaramantica, infatti il colore con cui si tatuano è l'azzurro, il colore protettivo per eccellenza fin dal tempo dei faraoni. In Europa l’uso del tatuaggio deriva dagli esploratori dell’Oceania ed esso si diffuse anche fra le classi aristocratiche europee, tanto che lo usarono Winston Churchill e lo zar Nicola II.
Il criminologo Lombroso, nell’epoca del positivismo, ritenne il tatuaggio un segno di inclinazione alla delinquenza.
Perché il tatuaggio
Perché si sceglie sempre di più il tatuaggio? Perché si segue la moda dei personaggi pubblici e si vuole imitare una scelta fatta da chi si ammira ed è ammirato.
Ci si tatua per essere simili ai coetanei del gruppo di riferimento e magari siglare l’appartenenza allo stesso, ci sia tatua per dare un’immagine di se stessi ed affermare in qualche modo orientamenti, scelte, gusti, amori .
Si vuole in qualche modo risultare visibili e dare un segno della propria identità personale, anche se questa è inficiata dall’abuso e dalla diffusione del tatuaggio in genere. che, talvolta, diventa una vera ossessione, cancellando i tratti identificativi e facendo assumere aspetti inquietanti.
Esiste tuttavia anche un tatuaggio con finalità medica, come ad esempio il trucco permanente per le sopracciglia, della palpebra e del contorno labbra, rivolto a persone allergiche al trucco convenzionale o a pazienti oncologici che, a seguito delle terapie cui sono sottoposti, hanno come conseguenza la caduta di capelli e delle sopracciglia, anche se non è escluso da persona sane come scelta puramente estetica.
In genere, il tatuaggio con finalità medica costituisce una fase della procedura medica, che interviene a valle del percorso diagnostico-terapeutico. Nonostante ciò, non esistono linee guida cliniche o protocolli diagnostico-terapeutici che lo regolamentino. Succede purtroppo che tali tatuaggi con finalità mediche vengano effettuati al di fuori delle strutture ospedaliere o specialistiche ambulatoriali, da personale non medico o comunque non qualificato specificamente.