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di Anna Maria Stefanini

Se il principio fondativo dell’arte sta “non in quello che racconti ma come lo racconti”, Quentin Tarantino è il cineasta che ha praticato come nessuno questo principio. Le storie di Tarantino sono storie estreme, talvolta surreali ma tutte esibite in uno stile narrativo estremamente pulito, coerente e senza scarti, anche quando aggiunge parti in animazione o scorrono fiumi di sangue e volano arti amputati. I suoi film sono macchine perfette dove tutto sorprende ma tutto procede come deve procedere; lo scopo di Tarantino non è quello di tranquillizzare ma di incalzare le coscienze e per farlo non usa i mezzi termini; usa quelli interi e per rianimare coscienze deteriorate da decenni di quotidiana normalità non esita ad inoculare dosi d’urto di anormalità.

Tarantino usa carne e sangue ma nei suoi film la carne e il sangue non sono affatto i brandelli che chiazzano gli horror ma gli elementi stilizzati di una coreografia e, se il tutto alla fine si amalgama e funziona, anche i brandelli procedono e premono come gli elementi di una sintassi espressiva. 

Quentin Jerome Tarantino nasce il 27 marzo del 1963 in Tennessee, a Knoxville da una famiglia di antichi immigrati, il mai conosciuto padre Tony Tarantino è un musicista e attore di evidenti origini italiane, la madre Connie McHugh un’infermiera di origini irlandesi. L’imprinting italiano è anche all’origine della sua passione per il cinema: sin da ragazzo rimane affascinato dagli “spaghetti-western” di Sergio Leone e a 14 anni, nel 1977, scrive la sua prima sceneggiatura. Dal 1981 comincia a prendere lezioni di recitazione; cambia vari mestieri ma tutti più o meno implicati nel e con il cinema; e questo contribuì a fare di lui un “cinefilo” e forse una delle chiavi del suo successo sta nella capacità di sdoppiarsi nei ruoli di autore e spettatore ed è lo spettatore che spesso dice all’autore dove e come correggere i difetti. Un doppio ruolo alla base di due sue proverbiali caratteristiche, poco apprezzate dall’industria cinematografica: la lunghezza dei tempi di scrittura e preparazione dei film e la durata degli stessi.

Dopo i consueti inizi incerti e punteggiati di incidenti e insuccessi, nel 1987 scrive una sceneggiatura che viene acquistata per 50 mila dollari e trasposta nel film “True Romance” nel 1993.

Due anni dopo scrive “Natural Born Killers – Assassini nati” che vende per 400 mila dollari; un grande successo con la regia di Oliver Stone, col quale però ebbe un grosso diverbio in quanto il regista modificò alcune parti del testo originale.
Nel 1990 scrive “From Dusk Till Dawn” (Dal tramonto all’alba) nel quale compare anche come attore accanto a star come George Clooney e Harvey Keitel. 

L’esordio come regista avviene nel 1992 con “Reservoir Dogs” (Le iene); il film dove finalmente Tarantino può esprimere interamente le sue idee di cinema; film molto apprezzato dalla critica.

I film che seguiranno sono entrati nella storia del cinema dove figurano alla voce “cult movie”; a cominciare dallo storico “Pulp Fiction”, che nel 1994 riceve la Palma d’oro a Cannes e l’Oscar per la migliore sceneggiatura. Ancora oggi “Pulp Fiction” è considerato un punto di riferimento per il cosiddetto “cinema indipendente”. 

Dopo un periodo di televisione, Tarantino torna al cinema con “Jackie Brown”, basato non su una trama originale ma sul romanzo “Punch al rum” dello scrittore Elmore Leonard; il film ebbe poco successo ma in tempi recenti è stato molto rivalutato ed è oggi considerato tra i migliori film americani di sempre.

Gli anni 2000 sono gli anni di due grandi progetti: “Kill Bill”, con Uma Thurman e “Bastardi senza gloria” (una particolare ricostruzione della seconda guerra mondiale, ispirato a “Quel maledetto treno blindato” di Enzo Castellari). In “Bastardi senza gloria” compare per la prima volta il bravissimo attore austriaco Christoph Waltz (due Oscar, due Golden Globe e molto altro ancora); doppiato in modo perfetto in italiano.

Negli ultimi anni Quentin Tarantino si è specializzato come “presidente di giuria” nei principali festival internazionali del cinema. 

 

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