di Maria Cristina Sabella
Venerdì 25, in Piazza XVIII Giugno, si è tenuto un convegno su: "La giusta strada - Dall'omicidio stradale al rito abbreviato. Comprendere il quadro normativo e come intervenire per migliorarlo".
I relatori sono stati: il sindaco di Musile di Piave, la Dott.ssa Silvia Susanna; l'Avvocato Elisabetta Aldrovandi, Garante tutela delle vittime di reato della regione Lombardia e presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime; il Senatore Avvocato Andrea Ostellari, Presidente della seconda commissione Giustizia del Senato della Repubblica; l'Avvocato Simone Zancani e la signora Romina Ceccato, Presidente dell'Associazione Alba luci sulla buona strada. La Ceccato è madre di Riccardo Laugeni, una delle vittime dell'incidente mortale avvenuto sulle strade di Jesolo il 14 luglio 2019 che ha visto coinvolti 5 ragazzi ventenni, di cui un solo superstite del nostro territorio.
Il rito abbreviato è un procedimento inserito nel Codice di Procedura Penale, per accelerare i tempi della giustizia.
Diciamo che spesso è un escamotage per sottrarsi alla vera e giusta pena.
Nel corso del suo intervento, l'Avvocato Elisabetta Aldrovandi, ha tenuto a sottolineare: “Purtroppo, il rito abbreviato, i patteggiamenti allargati, gli sconti di pena che aumentano a macchia d'olio, sono uno schiaffo per le Vittime».
Ci sono proposte che circolano, che potrebbero essere inserite nella riforma della giustizia penale, come quella di estendere l'utilizzo dei riti alternativi per sgravare i carichi processuali.
Questi emendamenti, in caso di rito abbreviato, prevedono di aumentare lo sconto automatico della pena.
L'Aldrovandi ha precisato che : «Molti reati gravi avranno più possibilità di essere puniti con misure alternative o pene sospese, di fatto però, significano, NESSUNA PENA, o comunque una pena che vedrà modificata, se non azzerata, la sua funzione afflittiva, riabilitativa, retributiva”. E aggiunge: «Si cercherà di valorizzare la parte riparativa della condanna, subordinando l'archiviazione del procedimento penale al risarcimento danni o a un'azione riparatoria da parte dell'imputato».
Dal dibattimento è emerso, altresì, che tutti i cambiamenti si decidono dall’alto, ma partono dal basso, cioè da noi cittadini, dalla sensibilizzazione, dalla condivisione e dal cambiamento sull'approccio culturale.
Le leggi possono essere cambiate se si lotta con onestà e impegno a favore del bene comune.
Nel corso dell'incontro è venuto fuori anche un particolare che non va sminuito, cioè: se sia giusto che vengano richiesti contributi in denaro alle vittime che, oltre al danno, devono subire anche la beffa. E’ stato evidenziato, inoltre, se sia giusto che una persona che ha ucciso 4 ragazzi continui a vivere in una casa, dove basta spalancare le finestre per far entrare la luce e respirare, mentre le vittime sono murate in stanze piccolissime dal buio eterno. Ed ancora: come questa persona possa continuare a vivere nello stesso territorio dove le famiglie risiedono, incrociando spesso quello sguardo affacciato alla finestra.
Per la legge, purtroppo, questo signore resterà nella stessa strada, nella stessa casa, nella stessa città.
Ecco, diciamo molto apertamente, che abbiamo veramente bisogno di Associazioni e di Avvocati e di Senatori, come i nostri relatori di questo convegno, che ci mostrino la vera natura delle leggi, quelle del cuore, e che diano voce a chi non l'ha più, che cerchino di far modificare alcune leggi che sono ingiuste. Nessuno cerca la vendetta, ma solo ed esclusivamente la giustizia, una giusta Giustizia.
Alla fine della serata l'Avvocato Elisabetta Aldrovandi, dopo aver ricevuto in dono il mio libro ed aver appreso che all'interno c'era come tributo la poesia dedicata ai 4 giovani ragazzi, vittime dell'incidente stradale, ha espresso il desiderio che venisse letta in pubblico.
La lirica è stata declamata dal bravissimo Franco Dolce, che per tutta la serata ha guidato l'evento, con domande interessantissime, da proporre ai relatori.