Ciao Adriano, benvenuto. Ci racconti il percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?
La dedizione, passione, risolutezza e determinazione sono gli elementi che hanno sempre interagito bene insieme. Sono sempre stato convinto del fatto che l'amore verso qualsiasi cosa siamo chiamati a fare nella vita, sia dettata dalle scelte fatte con oculata ponderatezza, al fine di ricevere un tornaconto morale su di noi stessi.
Come nasce la tua passione per la pittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi dipingere?
In realtà avvennero due particolari episodi che mi fecero scoprire questa passione. Bisogna andare indietro nel tempo di moltissimi anni. Fu una cosa del tutto casuale, non pensavo nemmeno io di possedere questo dono. Fino alla quinta elementare non avevo mai preso nemmeno una matita. Alle scuole medie avevo un docente di educazione tecnica molto severo ed esigente il prof. Cornacchia. Ci teneva alla disciplina, al rigore e allo studio. Infatti durante le sue ore, non si doveva nemmeno fiatare. L'educazione tecnica era una materia bella e allo stesso tempo complessa, alla quale non ero molto incline. Un giorno mi chiese di portargli il diario dove scrisse una lunga nota da far firmare i miei genitori. Ebbi paura della reazione di mio padre, non volevo che lo sapesse, temevo i suoi rimproveri. Istintivamente presi una delle fatture di mio padre e apposi la sua firma, venne identica all’originale. Mia madre restò senza parole e mi incoraggiò a fare qualche disegno. Complice fu anche la professoressa Marzano di educazione artistica, prediligeva i disegni con la PENNA perché sosteneva che sarebbe stato più facile per noi alunni rimanere concentrati. Infatti la penna non dà margine d’errore. Per me fu molto stimolante, una prova del nove che determinò definitivamente la passione per l'arte. Oltre la penna volli sperimentare anche altri strumenti. Grazie alla severità dei due docenti ebbi modo di comprendere la mia passione per l’arte.
So che lavori molto su commissione, chi sono i tuoi committenti? C’è un’opera più impegnativa che hai svolto rispetto alle altre?
Negli ultimi anni mi sono specializzato molto nel restauro per le statue dei santi. Sentivo il bisogno di dedicarmi a qualcosa di più della semplice pittura. L'arte rappresenta un meraviglioso linguaggio, capace di trasmettere molteplici emozioni e il mio essere eclettico, mi ha spinto a trovare nuovi stimoli. I committenti sono proprietari delle statue dei santi.
Non c’è un’opera più impegnativa di un’altra, ognuna comporta la sua difficoltà.
Chi sono i tuoi modelli, i grandi pittori del passato o del presente ai quali ti ispiri? Hai qualche maestro che è di riferimento per la tua arte…
Sono sempre stato fortemente attratto e influenzato dagli artisti come Michelangelo e Caravaggio. Il loro stile, un manieristico e realistico sposa appieno le mie idee, una corrente che ho sempre amato senza tralasciare anche l'iperrealismo, fenomeno che si è delineò tra la metà degli anni '60 e gli inizi degli anni '70. Da piccolo andavo dal mio maestro, un pittore locale, Rino Parisi. Un grande punto di riferimento al quale devo molto, un vero artista del colore.
Quali sono i tuoi prossimi progetti ? So che stai lavorando ad un fumetto ci vuoi anticipare qualcosa?
Da oltre un anno sto lavorando per un progetto importante. La vita a fumetti del grande Don Tonino Bello...! Ancora oggi mi emoziono nel ricordare la telefonata ricevuta dal sig. Trifone, fratello di Don Tonino. Non esitai minimamente quando mi propose il progetto. Una sfida con me stesso, provai un vortice di emozioni, difficili da spiegare con le semplici parole. Il fumetto fa parte di un linguaggio universale, comunicazione che coinvolge tutte le fasce d'età. Mi sento molto privilegiato nel realizzare a fumetti la storia di una figura così autentica.
