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PRIMO CLASSIFICATO

 

DI PAOLO VALERIO

 

“Lettera a nonna Rosa”  

 

Oggi rimango fermo qui

sulla soglia della tua casa vuota.

Ho in tasca gli occhi grandi dei ricordi:

fanno il rumore delle caramelle,

quelle che avevi sempre nel grembiule.

 

Sai, ora la casa tua se l’è ripresa il bosco,

nella tua camera da letto senza il solaio

c’è un albero di fico che svetta in un anemico verde:

ha fame di cielo.

Il muschio sull’imbottitura di una sedia

è il solo qui con me

a ricordare la spazzola che pettinava

come una spola i tuoi capelli già grigi.

 

I barattoli di latta dei pelati

sono sempre la, in fila sull’ attenti

non ospitano più i tuoi gerani rossi

e anche i colori sulla latta

si sono stinti, sconfitti dalla ruggine.

Mancano nell’orto i trionfi delle guance rosse

dei tuoi pomodori.

 

Non c’è più l’insonnia della campana nella notte

quando da sola ruminavi la novena

sul rosario consumato nell’andirivieni

delle tue preghiere in latino.

 

Non c’è il chiacchiericcio dei ferri da calza,

è spento Il borbottio del sugo

nella pentola di coccio.

 

Manca la mano giusta che spezzava il pane.

Ne manca un tozzo per il cane, giusto rancio

per l’unico soldato che vigilava sulla casa,

ed era tutta la festa della coda.

 

Tace da troppo un amore mai dimenticato

in quella miniera di carbone

e del tuo riso di fanciulla

non è rimasto che un nudo di gengiva.

Ora ci sono troppi rovi nella casa tua

e solo una rosa è rimasta nell’orto

con il rosario in mano:

intreccia tra le dita grani di silenzio.

 

SECONDA CLASSIFICATA

 

TAORMINA CHIARA

 

“Scarpe di cartone”

 

Caddero come lacrime dal cielo

le bombe della guerra

sul soffitto del tempo

e una bambina

dalle scarpe di cartone

seguendo la ruggine dei sogni

sul suolo ombrato

di fughe e pianti

alzò lo sguardo

ai sospiri dell’infanzia

che trasformano

l’orrore in speranza.

Vide i piedi nudi

e sgranando gli occhi

sulla nuda pietra

che piagava ancora

le ore di libertà

si arrese alla fatica

dell’attesa

per vedere arrivare

il volto del liberatore.

Quanti sospiri

quante albe specchiate

sui cocci

di quelle scarpe di cartone.

Oggi nella mente

d chi ricorda

un’ombra incombe.

Quelle impronte

mai impresse furono

come onda del mare

che immensa e implacabile

sommerse il destino

di un mondo malato.

 

(poesia dedicata a mia madre Adele)

 

TERZO CLASSIFICATO

 

ABBATE ANGELO

 

“I vecchi e il cielo"

 

Un altro giorno svanisce mesto

sotto il tetto di un cielo nero

fattosi ormai impenetrabile.

In silenzio ascoltano il respiro

del tempo, ne sentono vibrare

l’eco lungo i binari del disincanto.

Quando un tiepido sole illumina

la stanza disadorna di un ospizio

dal loro sguardo perso nel vuoto

trapela il peso della solitudine.

Dietro i vetri solo ombre vagano

e una speranza fievole illumina

occhi mai stanchi di aspettare un figlio

che tarda sempre ad arrivare.

Il trambusto del silenzio scandisce

Il ritmo lento del giorno mentre

l’odore del cibo copre un vuoto.

I ricordi sottili come fili

li tengono appesi alla vita come

ad un’àncora che in tumulto brandeggia

sul fondale da dove si diparte l’ultimo volo.

 

 

 

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Info Autore
Monica Vendrame
Author: Monica Vendrame
Biografia:
Vive a Pegli (Genova). Direttrice editoriale del quotidiano online "La Voce agli Italiani" e collaboratrice/redattrice del periodico "La Voce del Savuto". E' vicepresidente dell'Associazione culturale "Atlantide - Centro studi nazionale per le arti e la letteratura" e promotrice di eventi culturali. E' una persona curiosa, sempre attenta al mondo che la circonda. La conseguenza naturale di questo suo modo d'essere è il desiderio di leggere, di rimanere sempre aggiornata su svariati argomenti, quelli che colpiscono la sua sensibilità. Nutre un amore sviscerato per tutti gli animali. Si diletta a scrivere poesie e a catturare immagini che la emozionano con la sua macchina fotografica. Attualmente sta lavorando al suo primo volume di liriche che vedrà la luce nel 2025.
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