di Massimo Reina
Mentre il frastuono delle bombe continua a coprire ogni ragionevole tentativo di dialogo, e i talk show pullulano di pseudo-esperti da salotto intenti a ripetere a pappagallo le veline del Dipartimento di Stato americano, spunta un libro che, controcorrente, osa fare ciò che il giornalismo mainstream ha dimenticato: analizzare, contestualizzare e mettere in discussione le "verità" preconfezionate. Le vere cause del conflitto russo-ucraino è un saggio che non cerca facili consensi ma, al contrario, solleva interrogativi scomodi e scava nelle pieghe della storia per raccontare ciò che nessuno ha interesse a raccontare.
Le vere cause del conflitto russo-ucraino - Visione Editore
Il saggio è opera di Vladimir Putin, e contiene riflessioni e analisi dello storico Eduard Popov, del filosofo Kirill Ševčenko e dell’ambasciatore György Varga. Un testo accurato, che smonta pezzo per pezzo la narrativa ufficiale che vorrebbe la guerra tra Russia e Ucraina come uno scontro tra un agnello inerme e un lupo famelico. Il libro, senza fare sconti né ai russi né agli ucraini, colloca il conflitto in un contesto ben più ampio, quello di una guerra fredda mai davvero terminata, che ora si gioca in Ucraina ma che ha radici profonde negli interessi geopolitici di Stati Uniti e NATO.
La tesi è tanto semplice quanto dirompente: l’Ucraina non è solo una pedina, è una vittima. Non solo della Russia, ma anche e soprattutto di un Occidente che ha sfruttato le sue fragilità, le sue divisioni interne e le sue legittime aspirazioni per trasformarla in una trincea contro Mosca. Una "trincea" che però paga il prezzo più alto in termini di vite umane, distruzione e lacerazioni sociali. Ma guai a dirlo: chiunque osi anche solo accennare a un quadro più complesso del solito mantra "Putin cattivo, Zelensky eroe" viene immediatamente tacciato di filoputinismo o, peggio, di antiamericanismo. Perché nel nostro amato Occidente "democratico" il pensiero critico è tollerato solo finché non mette in discussione i veri padroni del vapore.
Il libro non si limita a criticare le politiche occidentali; invita anche a riflettere sull’inerzia morale dell’Europa, ormai incapace di agire se non per interposta persona. Un’Europa che, un tempo, era sinonimo di mediazione e diplomazia, e che ora si riduce a un bancomat per armi e sanzioni, senza mai domandarsi quali siano le reali conseguenze delle sue scelte. Un’Europa che, per paura di perdere il treno della globalizzazione a stelle e strisce, ha dimenticato che le guerre, per definizione, non si vincono mai. Si perdono solo, da entrambe le parti, e sempre a scapito dei popoli.
Le vere cause del conflitto russo-ucraino non è un testo perfetto, ma è un libro necessario. Necessario perché sfida il lettore a mettere in discussione le sue certezze. Necessario perché ricorda che il giornalismo (e la ricerca storica) dovrebbero servire a raccontare i fatti, non a compiacere i potenti. E necessario perché, in un’epoca di verità "a reti unificate", è fondamentale ricordare che esistono sempre due facce della medaglia. Anche quando una è scomoda da guardare.
E allora, che si condividano o meno le tesi degli autori, il consiglio è uno solo: leggete questo libro. Perché, come diceva Orwell, "in tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario". E leggere, capire, informarsi, è il primo passo per compierlo.