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Chi ama la poesia non può non conoscere l’ Antologia di Spoon River.
Chi ama Fabrizio de Andrè non può non conoscere l’Antologia di Spoon River.

L’Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters, è considerata una pietra miliare della letteratura americana, e non solo.
È una raccolta di poesie, sotto forma di epitaffio, in cui l’autore si proponeva di raccontare le vicende umane di un paesino, Spoon River.
E’ il racconto della provincia americana attraverso le lapidi di un cimitero; 244 sono gli epitaffi, delle piccole autobiografie, racconti in poesia, di gente comune, con vite differenti, uomini, madri, figli, ricchi e poveri, gente stravagante, innocenti e delinquenti, ogni individuo racconta le proprie tragedie, le proprie debolezze, in poche righe riassumono il senso di un’esistenza.
La maggior parte di rammarico per non aver cercato di realizzare le proprie aspirazioni; ci sono storie di donne assetate di gloria, affamate d’amore e finite male per colpa degli uomini; ci sono persone che sembra abbiano tutto, ma poi si ritrovano soli perché non hanno trovato una persona che gli voglia bene davvero; o chi, ottenuto ricchezza e potere pur avendo umili origini, si dimentica delle classi più disagiate, perché oramai si considera superiore.
Bisognerebbe sempre migliorarsi e non accontentarsi di quello che si ha, oppure finiremmo come Eugene Carman, un uomo che ha passato la vita solo lavorando, ed un giorno, all’improvviso, si rende conto di essere invecchiato. C'è Dora Williams, diventata ricca dopo la morte del primo marito e del secondo, fino poi a morire avvelenata dall'ultimo.
Benjamin Pantier , avvocato, che in vita ebbe molti amici ma poi rimase solo con il suo cane, sepolto con lui. C'è Robert Fulton Tanner, un uomo che sposando una donna ricca voleva il prestigio ed il potere, poi la vita gli tolse tutto così come glielo aveva dato. Frank Drummer, il matto del paese, che per invidia studia l’Enciclopedia Britannica a memoria e non riuscendo a comunicare i suoi pensieri attraverso il linguaggio finisce in manicomio.
C'è il direttore Whedon, capace di distruggere reputazioni pur di vendere qualche copia in più del suo giornale. O ancora Edith Conant, morta per mano del figlio, che non ha lasciato nessuno che la pianga. Selah Lively, un nano che studia e diventa giudice, e con il potere di giudicare si vendica di chi prima lo aveva prima deriso.
Anime stanche, sulla collina, là dove tutti, tutti ora dormono, che si raccontano in assoluta sincerità perché essendo morti non hanno nulla da perdere, anime vaganti che non riescono a recidere il cordone ombelicale che le lega alla vita terrena.
Il libro anche in Italia ha avuto uno straordinario successo. La storia della pubblicazione nel nostro paese è alquanto particolare. Usci nel 1943 su volontà di Cesare Pavese; egli durante un viaggio negli Stati Uniti rimase folgorato da queste poesie, ne porto una copia in Italia e ne affidò la traduzione ad una giovanissima Fernanda Pivano, che diventerà poi la più grande traduttrice italiana di letteratura americana.
Grazie a Lei, il più grande dei cantori italiani del nostro tempo, ci ha regalato il suo capolavoro "Non al denaro non all'amore né al cielo". Nel 1971 Fabrizio De Andrè fra le 244 poesie dell’Antologia di Spoon River, ne scelse nove, riadattando degli epitaffi di alcuni personaggi particolari di Spoon River come il medico, lo scemo, il malato di cuore . Le poesie furono in parte riscritti, ampliati, insieme a Giuseppe Bentivoglio e a un giovanissimo Nicola Piovani per quanto riguarda le musiche. L’unico personaggio molto caro a De Andrè, che mantenne la sua identità fu il suonatore Jones, colui che offrì la faccia al vento/la gola al vino e mai un pensiero/non al denaro, non all'amore né al cielo. Il suo alter ego, perché l’unico capace di compiere una scelta diversa rispetto al resto della comunità: la libertà. La libertà di fare per tutta la vita ciò che amava di più, lasciarsi trasportare dalla musica, senza mai cedere ai doveri che la società impone, uomini con tanti ricordi e nemmeno un rimpianto.
Intervistato dalla Pivano, così rispose De Andrè alla domanda su come gli fosse venuto in mente di fare il disco: « Avrò avuto diciotto anni quando ho letto Spoon River. Mi era piaciuto, forse perché in quei personaggi trovavo qualcosa di me. Nel disco si parla di vizi e virtù: è chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo. »

Riporto la poesia dedicata a George Gray, che incarna l’inettitudine, l’ incapacità di agire, ci aiuta a riflettere sul fatto che dovremmo sempre dare un senso alla nostra vita, superare gli imprevisti ed affrontare le difficoltà con coraggio.

Molte volte ho studiato

la lapide che mi hanno scolpito:

una barca con vele ammainate, in un porto.

In realtà non è questa la mia destinazione

ma la mia vita.

Perché l'amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;

il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;

l'ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.

Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.

E adesso so che bisogna alzare le vele

e prendere i venti del destino,

dovunque spingano la barca.

Dare un senso alla vita può condurre a follia

ma una vita senza senso è la tortura

dell'inquietudine e del vano desiderio

è una barca che anela al mare eppure lo teme.

 

Riesce a trionfare sulla vita soltanto chi è capace di amore

 

Chi è Edgar Lee Masters?

 Edgar Lee Masters è nato in Kansas nel 1869, poi con la famiglia si trasferisce a

Lewiston, sul fiume Spoon, dove fa pratica nello studio legale del padre avvocato.

A ventitre anni si trasferisce a Chicago in cerca di fortuna, tentando di diventare

giornalista. Nel 1915 pubblica l'Antologia di Spoon River e raggiunge il successo. Nel 1920 lascia

l'avvocatura per dedicarsi completamente alle lettere, sarà commediografo, saggista e narratore ma con nessuna opera raggiungerà il livello di questa.

Morì in estrema povertà il 5 marzo del 1950 in un convalescenziario di Melrose Park in Pennsylvania. Leggenda narra, che fu Theodore Dreiser, famoso scrittore e poeta statunitense, a pagargli l’ultima retta dell’ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

 

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