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di Sergio Melchiorre

Giuseppe Monteleone è nato a Locri (RC) il 23 settembre 1957, «nella casa del Gelsomino, nel quartiere della Ficandianara tra il mare e gli aranceti della costa ionica».

È laureato in Storia contemporanea ed è stato insegnante di Italiano e Storia in vari istituti superiori della provincia di Varese.

È stato consulente sindacale per 13 anni del Sindacato Scuola e membro della segreteria provinciale e del Direttivo provinciale della FLC-CGIL di Varese.

Nel 2005, ha fondato l’”Archivio della Memoria per la Valceresio” (VA).

Ha pubblicato: “I vetrai di Empoli. Dalla Lega di Mestiere alla Cooperativa di Certaldo” (1900- 1915, Malnate, 1995); con Gilberto Fanfoni: “Un cane entra in casa. Istruzioni per l’uso”, Macchione Editore, Varese, 1996; ”Psicologia del cane”, Editrice San Giorgio, Bologna 2003, “Il comportamento del cane domestico”, Editrice San Giorgio, Bologna, 2005, “L’olfatto del cane e la sua utilità”, Editrice San Giorgio, Bologna, 2005; ha curato di Siro Giani: “Memorie e testimonianze di un comunista empolese 1925-1995”, Empoli, Ibiskos, 1997”.

 Ha pubblicato i libri di poesie: "I miei ossi… di pollo, versi con rime”, La casa dell’amico Editrice, Varese, 2008. "Nel giardino orientale, 99 poesie”, La casa dell’amico, Editrice, 2010, "Rete a strascico - versi responsabili”, Salviati Editore, 2013, "Il letto di Ulisse. Canzoniere d’amore e di precetti poesie d’amore e di precetti”, 2010- 2016”, Pietro Macchione Editore, 2017, “Guance rosse”, Emia Edizioni, 2018.

 Nel 2017 l’artista calabrese, scrittore, attore e poeta versatile, ha dato alle stampe un libro di poesie «Il letto di Ulisse, canzoniere d’amore e di precetti, poesie 2009-2016» che ha avuto molto successo, soprattutto perché è come se  le sue liriche vivessero già nell’anima del lettore, come se fossero annidate lì da sempre, con naturalezza, in attesa solo di essere ricondotte alla consapevolezza della coscienza da un animo più attento e sensibile, esattamente come quella del nostro poeta.


L’autore usa spesso la lingua parlata della realtà per descrivere i suoi stati d’animo e alcune sue poesie d’amore ricordano le «tranches de vie» del poeta francese Jacques Prévert, grazie alla musicalità dei suoi versi.

Giuseppe Monteleone descrive l’ambiente in cui vive quotidianamente, scrivendo versi che arrivano direttamente al cuore del lettore.

Il raffinato erotismo, inoltre, che impreziosisce molte delle sue liriche, è nel saper coniugare, in modo mirabile, il gusto all’eleganza, ed è in questo connubio letterario che le poesie di Giuseppe Monteleone si collocano.

Ogni sua poesia è un lembo di vita, vissuto intensamente, all’interno del quale si celano i ricordi più reconditi della sua gioventù, della sua famiglia, della sua attività di insegnante e di militante politico e sindacale.

Rimango sempre piacevolmente rapito dai suoi versi perché arrivano alla sorgente delle emozioni, laddove il mare tocca il cielo, senza passare attraverso le comode scorciatoie del déjà-vu o della poesia tradizionale, perché la sua poesia, ci riconduce ad un passato intenso, vissuto all’insegna dell’impegno sociale.

La sua attività di attore, all’interno del gruppo teatrale “Specie protetta”, ha ulteriormente arricchito la sua scrittura, attraverso la rappresentazione drammatica di varie opere  letterarie, il poeta ha acquisito maggiore consapevolezza e padronanza dell’influenza che esercita la  parola scritta  sul pubblico: le parole declamate assumono un valore diverso, ed è in questo contesto comunicativo che l’autore ha raffinato la sua capacità espressiva, recitando le sue poesie davanti ad un pubblico sempre molto attento ed esigente.

Il buddismo, religione che l’autore professa da qualche anno, ha arricchito di nuovi obiettivi la sua vita e gli ha aperto altre vie per raggiungere l’Illuminazione, anche dal punto di vista letterario.

Tale scelta ha rappresentato un valore aggiunto al suo pensiero poetico-filosofico e gli ha permesso di arrivare a livelli poetici elevati.

L’autore calabrese è riuscito ad amalgamare, nella sua penultima produzione letteraria, bravura poetica e libertà filosofica, in un tripudio di versi illuminati da una verve creativa surreale e profetica.

Alessandra Manzoni scrive nella prefazione del suo ultimo libro “Guance Rosse”, pubblicato nel 2018, precisa che «io sono la donna celebrata in queste poesie. All’inizio mi sono arrabbiata con Giuseppe perché mi sono sentita spiata, i suoi versi mi inseguivano e si soffermavano sulle parti del mio corpo. E lui si giustificava dicendomi che l’erotismo non è erotismo se non si mostrano le preziosità che le donne possiedono. Non mi sento così sensuale come lui mi vede, anzi sono un po’ pudichina [….] Arrossisco facilmente, le mie guance diventano rosse [….], saltare e ballare. E invece di un paparazzo a fotografare le dive spunta fuori un poeta a immortalare la sua diva. A volte lo sento vicino, sento la sua matita scricchiolare su alcune parole, contorcersi, cadere e infine, come una stilettata carnale, arriva il verso e dopo a domandarsi perché quelle ciabatte da sera si siano trasformate in scarpe regine della notte e di tutti i balli del mondo. Mi dice che alla mia vista si apre in lui qualcosa, si muove l’inamovibile e scrive. Oh… come vorrei buttarlo nella fontana a mezzanotte in punto e spezzare così l’incantesimo che ci lega da qualche anno. Sono comunque lusingata dei suoi versi sensuali, con loro ho scoperto una parte di me che pensavo di non avere o di avere in maniera leggera [….]. La scelta del quadro di copertina mi piace, non sono io la modella ma mi ci riconosco abbastanza. Se potessi rinascere sceglierei la “belle époque”. In questo momento sono al mare in Liguria ma solitamente vivo a Varese in una casa dei primi del Novecento. Alla mia vita il poeta ha dedicato in anni non sospetti ben cinque poesie facilmente rintracciabili in rete e dalle quali si possono evincere molti lati morigerati della mia personalità. Approvo in toto la scelta delle poesie e molte sono state una sorpresa anche per me. Devo convincermi però che piaccio agli uomini e soprattutto al poeta che parla e regala sogni, il quale è e rimane comunque un grande bugiardo».

Nel vasto panorama poetico coevo, Giuseppe Monteleone occupa uno spazio di straordinaria originalità stilistica e poetica.

 

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Info Autore
Sergio Melchiorre
Author: Sergio Melchiorre
Biografia:
Sergio Melchiorre (poeta, sceneggiatore cinematografico, scrittore di racconti brevi e paroliere), ha scritto cinque sceneggiature cinematografiche. Ha pubblicato tre raccolte di poesie e «Uno di noi», «Rosso purpureo» e «Occhi autunnali». 2015, «Il cacciatore di mosche» vince il 1° posto al Premio Internazionale di Letteratura «Per troppa vita che ho nel sangue – Antonia pozzi», Arese, 2017. 15 ottobre 2017, la lirica «Non cercarmi» ottiene il 1° posto al XXVIII Premio Nazionale «Città di Pinerolo 2017». Il 18 luglio 2019, gli viene conferito dal Comune di Vernole il Premio alla Carriera. Il 06 ottobre 2019, il suo libro «Occhi autunnali» ottiene il 1° posto al Premio Letterario «Città di Pinerolo».
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