“La crisi della sanità sarda sta emergendo drammaticamente in episodi di una gravità estrema e mai accaduti prima. Un uomo anziano la scorsa notte è morto al Pronto Soccorso di Olbia senza nessun infermiere, nessun medico e nessun operatore sanitario al suo fianco. Quest’uomo, sebbene affetto da gravi patologie e positivo al covid, ha esalato l’ultimo respiro in totale solitudine. Un fatto gravissimo che ha fatto cadere tutto il personale nello sconforto in quanto neanche la sopportazione di turni massacranti e disumani riesce a sopperire alla grave carenza di personale.
Come se non bastasse, al Pronto Soccorso di Olbia, quello con il maggior numero di ingressi giornalieri, oltre i 160, vengono accompagnati i pazienti che non trovano posto negli altri ospedali. I pazienti, non stabilizzati, vengono dirottati a Olbia dalla centrale operativa perfino da Nuoro. In queste condizioni sono soltanto tre gli infermieri per turno e i medici sono obbligati a fare anche quindici notti al mese.
L’emergenza assistenziale stanotte ha raggiunto un livello più che allarmante: a Olbia con la stagione estiva e l’arrivo dei turisti il carico di lavoro è quadruplicato. Si tratta del Pronto Soccorso con più accessi di tutta la Sardegna”.
A denunciare quanto accaduto ieri notte al Pronto Soccorso di Olbia è il capogruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale, Roberto Li Gioi (nella foto di copertina), che il 5 luglio scorso ha presentato un’interrogazione al Presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Nieddu per chiedere il potenziamento della pianta organica degli infermieri del pronto soccorso olbiese.
“In tutti questi mesi non è cambiato nulla, il personale infermieristico è ancora in numero ridotto. I posti letto Covid al Pronto Soccorso di Olbia sono tutti occupati, e sempre più pazienti Covid devono sostare sulle barelle per giorni. La situazione è sempre più critica al punto che ieri è successo un fatto che in ospedale non dovrebbe mai accadere: non si può morire da soli nel luogo che dovrebbe essere deputato alla cura e all’assistenza. Questo sistema sanitario ha fallito”.