di Massimo Reina
Dopo la morte dei leader della Wagner, non cambierà nessun scenario geopolitico
Le recenti notizie riguardanti la "morte" di Evgeny Prigozhin e Dmitri Utkin,i due noti leader dell'agenzia militare privata Wagner, a seguito dello schianto del jet privato Embraer Legacy 600, hanno sollevato domande sul futuro delle operazioni del gruppo e sulle dinamiche in corso nei teatri di guerra in cui era coinvolto, compresa l'Ucraina e diverse nazioni africane.
Un cambio di volti, ma non di scenari
Ebbene, si mettano il cuore in pace tutti quei media di propaganda occidentale che hanno esultato alla morte dei due mercenari: le dinamiche dei conflitti internazionali in cui il gruppo era coinvolto non subiranno cambiamenti significativi. Innanzitutto, l'agenzia Wagner è conosciuta per la sua professionalità e competenza nel campo delle operazioni militari. La sua struttura non si basa su singoli individui, ma su una rete di professionisti che possono facilmente adattarsi ai cambiamenti di leadership. Pertanto, i contratti firmati e le operazioni in corso, come quelle in Africa, ad esempio, potrebbero continuare senza interruzioni significative. Solo in un secondo momento, la morte vera o presunta dei suoi leader potrebbe portare in quei contesti alla fine del gruppo per come la conosciamo. Ma nulla più.
A quel punto alcuni membri della Wagner potrebbero decidere di intraprendere la via della libera professione. Le loro abilità e competenze acquisite durante il servizio potrebbero consentire loro di lavorare come consulenti di sicurezza, istruttori di addestramento militare o persino di aprire aziende di consulenza nel settore della sicurezza. Anche se l’opzione più gettonata, da settimane, quindi da molto prima della fine di Evgeny Prigozhin e Dmitri Utkin, è quella di cercare nuove opportunità all'interno di altre compagnie di mercenari. In particolare all’interno della Redut, agenzia di sicurezza privata vicina al Ministero della Difesa russo e al Presidente Putin, che come vi avevamo accennato in un altro articolo sta arruolando da tempo centinaia di ex membri della Wagner.
Riguardo l'Ucraina, infine, il gruppo non operava sul territorio da mesi, da dopo la "rivolta" di Evgeny Prigozhin nei confronti del Ministro della Difesa Sergei Shoigu e del Capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe Valery Gerasimov, pertanto la situazione, che sul campo continua a essere favorevole lo stesso alla Russia, con l'esercito ucraino allo sbando e le forze NATO impegnate a tenere a galla la situazione con l'ausilio di mezzi terroristici e attività mercenarie proprie, non subirà conseguenze dall’evento tragico degli scorsi giorni.
Insomma, la morte dei leader della Wagner non cambierà, se non marginalmente, gli scenari internazionali, ma al massimo porterà a ulteriori sviluppi nelle dinamiche delle operazioni private di sicurezza con la scomparsa, graduale o meno, della stessa agenzia.