di Benedetto Maria Ladisa
Era solo un piccolo gattino di nome Grey, che circolava tra le strade di Alberobello (Bari).
Era un micio grigio bellissimo ed apparteneva ad una colonia felina del posto. Era innocente e innocuo. Non sapeva cos'è la cattiveria umana, almeno fino all'altro giorno, quando ha incontrato sulla sua strada una ragazza minorenne (le iniziali sono A. G.) che, per divertirsi un po', non ha trovato niente di meglio che prenderlo a calci fino a farlo cadere con una forte pedata (foto) nella vasca comunale della città. Dopo averlo condannato a morire nell'acqua gelida della tarda serata, non ha provato neppure a tirarlo fuori, anzi continuava a ridere. Come se quel gattino fosse un giocattolo o un pallone senza vita. Con la minorenne c'era la sua amica che, anziché reagire, ha girato un video della scena, mentre la minorenne rideva ancora e lo ha postato su Instagram, con tanto di dedica "Amo', beccati un po' di notorietà". Già, una notorietà sui social, anziché provare a salvare il gattino, perché la notorietà sembra l'unica cosa che conti oggi, per una parte di gioventù "moderna" nel senso però di modernità criminale. Una volontaria, dopo alcune ore, ha recuperato il corpo del micio, zuppo e senza vita, annegato nell'acqua e per le temperature gelide. La minorenne è stata individuata proprio grazie al video su Instagram e denunciata. Si spera che il micio Gray abbia giustizia. Era un'anima innocente. Avrà sofferto chissà quanto. La ragazzina ha ricevuto migliaia di commenti di indignazione anche nella sua città. Questa appartiene a una parte dei nostri figli. Senza valori e senz'anima. Sarebbe ora forse di voltare pagina e dare valore ad ogni vita, ma sarebbe anche ora di rivedere l'uso dei social. Non si chiama notorietà. Si chiama crudeltà.
*Ho precisato che questa è una parte della nostra gioventù e, quindi, non certo tutta. Non si può generalizzare. Per altro l'episodio, ad esempio, di Palermo dove un cane è stato bruciato vivo, legato a un palo e morto dopo tre giorni di agonia, era opera del suo padrone, un senza fissa dimora che minorenne non era certo. Ciò che accomuna tutti questi casi non è certo l'età ma (ed è questo il vero problema) ma il fatto che tutti vengono solo denunciati e nessuno va in carcere. Infatti l’articolo 544 bis del codice penale, rubricato “uccisione di animali”, recita:
"Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro".
Quindi, prima di tutto, si lascia un margine troppo ampio di discrezionalità: da 4 mesi a due anni, o multa da 5mila a 30 mila. Come si fa a stabilire dove c'è più o meno crudeltà ? E soprattutto, perchè eventuali condanne penali prevedono massimo due anni? Perchè al di sotto della condizionale? E di conseguenza PENA SOSPESA. Già, pena sempre sospesa e solo una multa o una piccola condanna senza andare in carcere. Queste sono leggi da rivedere. ASSOLUTAMENTE. Come da rivedere sono le educazioni genitoriali, il rispetto di ogni vita animale o umana allo stesso modo, ed infine, io credo, COMBATTERE contro l'uso sbagliato dei social. E questo è un problema soprattutto giovanile ma che deve vedere il contributo dei genitori. Troppi selfie, troppe pose strane, troppe sfide social, troppa corsa alla notorietà, a volte al limite della legge ed oltre. Ecco i veri problemi: le leggi da rivedere, ma anche l'educazione genitoriale al rispetto di ogni vita ed infine l'uso corretto dei social. Sono tre problemi che dobbiamo risolvere, oppure ci aspetta un futuro veramente disastroso.
Detto questo, un pensiero per Gray, un micio bellissimo che non c'è più. Mi dispiace davvero.