di Benedetto Maria Ladisa
CONDANNATO l'uomo di ben ventisette anni di età, che a Busto Arsizio (Varese) ha violentato e messo incinta una bambina di 11 anni, diventata mamma a luglio dello scorso anno.
E' stato ritenuto colpevole, incastrato dalla prova del DNA. E' un vicino di casa della piccola. Una bambina innocente che stava giocando con gli altri bambini nel cortile del caseggiato popolare in cui viveva. Lei aveva solo 11 anni e non poteva immaginare che il suo vicino di casa ben più grande di lei, potesse farle del male. Il 27enne l’aveva convinta a seguirlo in un locale più isolato. Qui l'uomo l'ha violentata e messa incinta. In pochi minuti la bimba ha perso tutto: la verginità, l'innocenza e il suo essere bambina. In quei pochi minuti era anche stata messa incinta e destinata a diventare mamma a soli 11 anni, ma lei non poteva immaginarlo. Raccontò della violenza subìta e che quell'uomo non aveva più voluto vederlo, lo chiamava "l'Orco cattivo". Ai primi dolori addominali fu portata dai genitori in Ospedale. Troppo tardi per un aborto. La piccola raccontò ciò che quell'uomo, vicino di casa e amico dei suoi genitori, le aveva fatto. Davanti all’ecografia, pure i medici stentavano a crederci.
Avvertirono d’urgenza i carabinieri. Al momento del parto cesareo (a quell'età è praticamente impossibile gestire le contrazioni e le spinte per un parto naturale), luglio dello scorso anno, al neonato venne eseguito subito l’esame del Dna che non lasciava più dubbi: il padre era proprio quel 27 enne, vicino di casa, portato immediatamente in carcere dove è stato detenuto fino all'attuale sentenza di primo grado. Difeso dall’avvocato William Tenace l’imputato a processo ha preso la parola solo per dire «mi dispiace». Il gip Veronica Giacoia lo ha condannato a dieci anni di reclusione e 80mila euro di provvisionale, una pena discutibile, appena superiore a quella richiesta dal pubblico ministero Flavia Salvatore.
La ragazzina, difesa dall’avvocato Erminia Viganò , è affidata a una comunità. Data la giovane età non può essere idonea al ruolo di mamma. Anche i genitori della piccola non sono stati ritenuti idonei per non aver vigilato sulla bambina. Quindi il bimbo è stato dato temporaneamente in affido ad un'altra famiglia.
Una mamma bambina quindi che non ha mai visto suo figlio, che ora ha 14 mesi. Probabilmente non lo vedrà mai. Un bimbo senza mamma biologica e col padre biologico in carcere. Alla mamma bambina e al piccolo nato , la speranza, solo la speranza, di una vita migliore. Una storia assurda, vigliaccamente violenta e dolorosa, specchio del degrado dei nostri tempi.